Vita di città
Amianto sul tetto del Supercinema, inchiesta verso l'archiviazione
Ma i residenti si oppongono e chiedono al gip del Tribunale di andare avanti
Trani - lunedì 16 maggio 2016
10.23
Secondo la Procura il procedimento va archiviato. Ma i residenti della zona ricompresa tra via delle Crociate, via Calatafimi, via Cesare Lambertini, via Mausoleo e via Mosé da Trani non si rassegnano a un dato di fatto: l'amianto è ancora sul tetto del Supercinema.
L'ultimo atto dell'annosa vicenda è l'opposizione, presentata da uno dei residenti al gip del Tribunale di Trani, contro la richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto procuratore Alessandro Pesce per il procedimento partito dalla denuncia del 2013. Diversi residenti della zona, nell'esposto, chiedevano all'autorità giudiziaria di valutare "la sussistenza di comportamenti di rilevanza penale perpetrati attraverso la grave omissione ripetuta e continuata di atti dovuti nell'interesse collettivo e/o sottovalutazione di denunciate situazioni di pericolo che configurano attentato alla salute e all'incolumità pubbliche" legati alle condizioni del Supercinema e dell'ex Istituto professionale per il commercio.
Si denunciava la reiterata mancata attenzione da parte dei sindaci e della Asl, cui fanno carico gli interventi di tutela dell'interesse collettivo. Nell'esposto veniva definita "sporadica e niente affatto incisiva l'azione del Comune", sollecitata attraverso petizioni e segnalazioni, fin dal 1999, in relazione soprattutto alle condizioni di pericolo dell'ex Istituto commerciale (da cui si sono staccati con il passare degli anni cornicioni e pezzi di facciata). In particolare, si richiamava la nota dell'Arpa Puglia che, nell'aprile 2012, comunica di ritenere che "l'incapsulamento della copertura di amianto posta in opera circa 10 anni fa a cura della proprietà dell'immobile ex Supercinema abbia perso efficacia e che non escludeva la necessità di doversi procedere con interventi di manutenzione". In sostanza, le occasionali ordinanze comunali non avevano mai avuto alcun seguito per la tutela dei cittadini per il solo caso dell'immobile ex Supercinema, "seppure abbiano riconosciuto la gravità della situazione de facto, anche in presenza d'inequivocabili e ripetute pronunce dell'Arpa Puglia".
Ad oggi solo per l'ex Istituto alberghiero la bonifica risulta eseguita. Per questo nell'opposizione, presentata dall'avvocato Nicola Ulisse del Codacons per conto di uno dei residenti già firmatari dell'esposto, ora si sostiene che "è in atto un'allarmante situazione d'inquinamento provocata dalla dispersione di polveri e fibre d'amianto dalla copertura del tetto" e che questo "espone a grave e serio pericolo la salute pubblica". Si chiede, pertanto, di procedere alla messa in sicurezza e alla bonifica del sito.
Si aggiunge anche che, considerato il tempo trascorso dalla notifica dell'ordinanza sindacale del 2013 che imponeva la messa in sicurezza ai proprietari dell'immobile Supercinema, sembra emergere che non vi sia la volontà di porre concretamente rimedio alla situazione di pericolo. Ma soprattutto, non si comprende - secondo il denunciate - il perché dell'inerzia da parte degli uffici preposti alla salvaguardia e alla tutela della salute pubblica.
Per questo con l'opposizione si chiede al gip di rigettare la richiesta di archiviazione e disporre l'imputazione coatta o nuove indagini per accertare per quali ragioni i proprietari dell'immobile ex Supercinema non abbiano ancora adempiuto all'ordinanza sindacale del 2013.
L'ultimo atto dell'annosa vicenda è l'opposizione, presentata da uno dei residenti al gip del Tribunale di Trani, contro la richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto procuratore Alessandro Pesce per il procedimento partito dalla denuncia del 2013. Diversi residenti della zona, nell'esposto, chiedevano all'autorità giudiziaria di valutare "la sussistenza di comportamenti di rilevanza penale perpetrati attraverso la grave omissione ripetuta e continuata di atti dovuti nell'interesse collettivo e/o sottovalutazione di denunciate situazioni di pericolo che configurano attentato alla salute e all'incolumità pubbliche" legati alle condizioni del Supercinema e dell'ex Istituto professionale per il commercio.
Si denunciava la reiterata mancata attenzione da parte dei sindaci e della Asl, cui fanno carico gli interventi di tutela dell'interesse collettivo. Nell'esposto veniva definita "sporadica e niente affatto incisiva l'azione del Comune", sollecitata attraverso petizioni e segnalazioni, fin dal 1999, in relazione soprattutto alle condizioni di pericolo dell'ex Istituto commerciale (da cui si sono staccati con il passare degli anni cornicioni e pezzi di facciata). In particolare, si richiamava la nota dell'Arpa Puglia che, nell'aprile 2012, comunica di ritenere che "l'incapsulamento della copertura di amianto posta in opera circa 10 anni fa a cura della proprietà dell'immobile ex Supercinema abbia perso efficacia e che non escludeva la necessità di doversi procedere con interventi di manutenzione". In sostanza, le occasionali ordinanze comunali non avevano mai avuto alcun seguito per la tutela dei cittadini per il solo caso dell'immobile ex Supercinema, "seppure abbiano riconosciuto la gravità della situazione de facto, anche in presenza d'inequivocabili e ripetute pronunce dell'Arpa Puglia".
Ad oggi solo per l'ex Istituto alberghiero la bonifica risulta eseguita. Per questo nell'opposizione, presentata dall'avvocato Nicola Ulisse del Codacons per conto di uno dei residenti già firmatari dell'esposto, ora si sostiene che "è in atto un'allarmante situazione d'inquinamento provocata dalla dispersione di polveri e fibre d'amianto dalla copertura del tetto" e che questo "espone a grave e serio pericolo la salute pubblica". Si chiede, pertanto, di procedere alla messa in sicurezza e alla bonifica del sito.
Si aggiunge anche che, considerato il tempo trascorso dalla notifica dell'ordinanza sindacale del 2013 che imponeva la messa in sicurezza ai proprietari dell'immobile Supercinema, sembra emergere che non vi sia la volontà di porre concretamente rimedio alla situazione di pericolo. Ma soprattutto, non si comprende - secondo il denunciate - il perché dell'inerzia da parte degli uffici preposti alla salvaguardia e alla tutela della salute pubblica.
Per questo con l'opposizione si chiede al gip di rigettare la richiesta di archiviazione e disporre l'imputazione coatta o nuove indagini per accertare per quali ragioni i proprietari dell'immobile ex Supercinema non abbiano ancora adempiuto all'ordinanza sindacale del 2013.