Vita di città
Problemi con la parrocchia di San Magno, i vicini chiedono più rispetto
La giovane chiesa del quartiere Stadio sembra non brillare per decoro
Trani - mercoledì 18 giugno 2014
9.42
Non una singola segnalazione, ma più spunti di riflessione inviati da diversi lettori motivano queste righe di denuncia. Preambolo necessario, dato il bersaglio dei dubbi critici che seguiranno: al centro dell'attenzione la giovane parrocchia di San Magno, nata da qualche anno in via Almirante nel quartiere Stadio.
Una comunità religiosa evidentemente proclamatasi rappresentante degli abitanti di zona, viste le tante iniziative, non sempre condivise da tutti, messe in atto in questo primo periodo di vita. Per nominare le più eclatanti: messe all'aperto direttamente sulla carreggiata della strada, istallazione di un potente altoparlante che simulasse in tutto e per tutto la presenza di un campanile (nei suoi lati negativi e positivi), musica e microfoni a volume mal calibrato in occasione dei campi-scuola estivi. Senza contare l'onnipotenza sulle regole della buona cittadinanza mostrata dai suoi fedeli, con schiamazzi e parcheggi selvaggi autorizzati dalla strenua fede che li porta a riunirsi in uno stretto piano terra, quasi a ricordare i primitivi luoghi di culto cattolico di duemila anni fa.
Probabilmente, è mancato nella programmazione delle attività parrocchiali un po' di sana umiltà cristiana, in favore di un'ellenica maldistribuita "hybris". Insomma, per farla breve, l'attaccamento di una comunità alla chiesa d'appartenenza non può di certo passare per gesti così evidenti, e magari qualche "rumore" in meno e qualche accortezza in più potrebbero consentire ai residenti della zona non interessati alle attività della Chiesa di non essere disturbati e non inviare segnalazioni.
Una comunità religiosa evidentemente proclamatasi rappresentante degli abitanti di zona, viste le tante iniziative, non sempre condivise da tutti, messe in atto in questo primo periodo di vita. Per nominare le più eclatanti: messe all'aperto direttamente sulla carreggiata della strada, istallazione di un potente altoparlante che simulasse in tutto e per tutto la presenza di un campanile (nei suoi lati negativi e positivi), musica e microfoni a volume mal calibrato in occasione dei campi-scuola estivi. Senza contare l'onnipotenza sulle regole della buona cittadinanza mostrata dai suoi fedeli, con schiamazzi e parcheggi selvaggi autorizzati dalla strenua fede che li porta a riunirsi in uno stretto piano terra, quasi a ricordare i primitivi luoghi di culto cattolico di duemila anni fa.
Probabilmente, è mancato nella programmazione delle attività parrocchiali un po' di sana umiltà cristiana, in favore di un'ellenica maldistribuita "hybris". Insomma, per farla breve, l'attaccamento di una comunità alla chiesa d'appartenenza non può di certo passare per gesti così evidenti, e magari qualche "rumore" in meno e qualche accortezza in più potrebbero consentire ai residenti della zona non interessati alle attività della Chiesa di non essere disturbati e non inviare segnalazioni.