
Politica
Incontro sul gender, le precisazioni di Mazzilli e Lomuscio (Sel)
«All'assessore Ciliento ricordiamo come non si possa agire con leggerezza su questi temi»
Trani - venerdì 17 luglio 2015
10.01
Riguardo alla polemica innescatasi a seguito della partecipazione della assessore Ciliento all'iniziativa del Comitato Progetto Uomo, denominata "Insegnamento della teoria gender nella scuola - Quale impatto sui nostri figli", Antonio Mazzilli e Valentina Lomuscio (Sel) intervengono con alcune precisazioni.
«Al comitato Progetto Uomo - scrivono - ricordiamo che non esiste alcuna "teoria gender": l'opera di mistificazione della realtà, portata avanti da tale associazione, non crea le condizioni perché le famiglie sì creino una corretta opinione su quanto anima, non solo il dibattito parlamentare, ma anche quello in corso in tutto il nostro Paese. Più correttamente bisognerebbe parlare di introduzione della educazione sentimentale nelle scuole di primo e secondo grado, previsto nella convenzione di Istanbul (III Capitolo, articolo 12) sottoscritta dall'Italia. Già nel 2013 è stata depositata, ben prima quindi della Fedeli, la proposta di introduzione educazione sentimentale nelle scuole a firma dell'Onorevole di Sel Celeste Costantino.
Diversamente da quanto affermato nel comunicato dell'iniziativa di Comitato Progetto Uomo - proseguono -, non vi è traccia di questo nella riforma della Buona scuola: la discussione sul tema risulta essere rinviata a causa della cecità del Governo Renzi che strumentalizza il tema dei diritti civili, non portando a compimento neppure il minimo delle previsioni di garanzia in discussione in Parlamento. L'Italia quindi risulta essere ancora una volta inottemperante: a livello europeo, solo nel nostro ordinamento scolastico vi è l'assenza della previsione dell'educazione sentimentale all'interno dei programmi».
Concludono: «All'assessore Ciliento ricordiamo come non si possa agire con leggerezza prendendo parte ad eventi promossi da associazioni oltranziste e "integraliste", che prevedono nel proprio statuto l'esistenza della donna in veste esclusiva di genitrice di vita. Nel ruolo pubblico che lei esercita sarebbe opportuno agire con maggiore attenzione, ricordando sempre la veste di rappresentante delle istituzioni, laiche e civili, che indossa: per tutti questi motivi, crediamo la sua sia stata una partecipazione da stigmatizzare con forza, che la pone in contrasto con la stagione nuova e di rinnovamento aperta dall'Amministrazione Bottaro».
«Al comitato Progetto Uomo - scrivono - ricordiamo che non esiste alcuna "teoria gender": l'opera di mistificazione della realtà, portata avanti da tale associazione, non crea le condizioni perché le famiglie sì creino una corretta opinione su quanto anima, non solo il dibattito parlamentare, ma anche quello in corso in tutto il nostro Paese. Più correttamente bisognerebbe parlare di introduzione della educazione sentimentale nelle scuole di primo e secondo grado, previsto nella convenzione di Istanbul (III Capitolo, articolo 12) sottoscritta dall'Italia. Già nel 2013 è stata depositata, ben prima quindi della Fedeli, la proposta di introduzione educazione sentimentale nelle scuole a firma dell'Onorevole di Sel Celeste Costantino.
Diversamente da quanto affermato nel comunicato dell'iniziativa di Comitato Progetto Uomo - proseguono -, non vi è traccia di questo nella riforma della Buona scuola: la discussione sul tema risulta essere rinviata a causa della cecità del Governo Renzi che strumentalizza il tema dei diritti civili, non portando a compimento neppure il minimo delle previsioni di garanzia in discussione in Parlamento. L'Italia quindi risulta essere ancora una volta inottemperante: a livello europeo, solo nel nostro ordinamento scolastico vi è l'assenza della previsione dell'educazione sentimentale all'interno dei programmi».
Concludono: «All'assessore Ciliento ricordiamo come non si possa agire con leggerezza prendendo parte ad eventi promossi da associazioni oltranziste e "integraliste", che prevedono nel proprio statuto l'esistenza della donna in veste esclusiva di genitrice di vita. Nel ruolo pubblico che lei esercita sarebbe opportuno agire con maggiore attenzione, ricordando sempre la veste di rappresentante delle istituzioni, laiche e civili, che indossa: per tutti questi motivi, crediamo la sua sia stata una partecipazione da stigmatizzare con forza, che la pone in contrasto con la stagione nuova e di rinnovamento aperta dall'Amministrazione Bottaro».