25° anniversario del delitto di Alfredo Albanese
Il Valore della memoria. Una nota di Franco Di Pinto.
giovedì 12 maggio 2005
Il 12 maggio 2005 ricorre il 25° Anniversario dell'efferato delitto del nostro concittadino Alfredo Albanese, vigliaccamente assassinato dalle Brigate Rosse la mattina del 12 maggio 1980 in Mestre: "una vita in difesa delle istituzioni democratiche". E fu proprio questo il testuale titolo di un libro che gli dedicò un suo collega Commissario a Jesolo,dal quale noi (che non avemmo la fortuna di conoscerlo di persona) abbiamo tratto le notizie biografiche che riportiamo di seguito.
Era nato a Trani il 9 gennaio 1947: qui visse la sua spensierata giovinezza per tutto il corso degli studi liceali classici. Laureatosi in Giurisprudenza all'Università di Bari, dapprima superò un concorso nazionale per Segretari Comunali con destinazione Candia Canadese,in provincia di Torino, poi nel 1975 vinse un concorso nella Pubblica Sicurezza. Non ebbe alcuna esitazione a cambiare lavoro per realizzare il desiderio che sin da giovane aveva maturato la sua esperienza umana e culturale, impegnandosi nella difesa delle Istituzioni democratiche, a garanzia dei diritti e della libertà di tutti. Prestò servizio presso la Questura di Venezia, prima come funzionario del Terzo Distretto di Polizia, poi come Vice Dirigente della Digos e Capo della Sezione Antiterrorismo: in tale veste si impegnò attivamente per combattere le forze eversive, in stretta collaborazione anche con il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. In soli cinque anni di Polizia bruciò le tappe, raggiungendo importanti traguardi personali.
Il suo impegno e la sua dedizione furono vigliaccamente stroncati a soli 33 anni da un commando di terroristi delle Brigate Rosse che lo attesero sotto casa a Mestre,mentre si stava recando al lavoro, la mattina del 12 maggio 1980. Non potè mai conoscere suo figlio che nacque cinque mesi dopo e porta il suo stesso nome. L'anno successivo il Presidente della Repubblica Sandro Pertini consegnò alla vedova Teresa Frigione la medaglia d'oro al Valore Civile.
Trani gli tributò solenni funerali il 16 maggio 1980 nella Chiesa di S. Giuseppe, come aveva espressamente desiderato sua moglie perché lì si erano sposati il 14 agosto 1975. Scrisse sul Tranesiere il prof. Raffaello Piracci: "E' morto un Uomo, ma ne rimane un Eroe che Trani vuole onorare, sente di poter onorare per la sua vita e per la sua morte. Un Eroe del nostro tempo che può insegnare tante cose nella degradazione di tanti valori!".
Il 31 maggio 1982 l'Amministrazione Comunale di Trani fece scoprire quella tomba monumentale eretta in suo onore nel Cimitero di Trani, e gli fu intitolata in zona Pozzopiano quella Piazza Alfredo Albanese ove poi nel 2000 fu collocato, su iniziativa dell'ex Sindaco Avantario e dell'arch. Capone, un significativo monumento in suo ricordo, alla presenza della moglie e del figlio. Nel Liceo Classico di Trani fu istituita una Borsa di Studio in suo ricordo, mentre nel Veneto gli furono intitolate Caserme di Polizia, Strade, Viali. Un suo collega, Commissario a Jesolo, gli dedicò nel ventennale della sua tragica scomparsa, un libro per ricordarlo dal significativo titolo: "Alfredo Albanese, una vita per le istituzioni democratiche".
Ricordare oggi il suo sacrificio alle nuove generazioni tranesi significa perpetuare la memoria storica di un valoroso poliziotto tranese eroicamente caduto nell'adempimento del proprio dovere, testimone dei nobili valori dello spirito di servizio e dell'amor di Patria: valori perenni, non retorici, da salvaguardare e difendere. Ricordare Alfredo Albanese vuol dire ricordare quanti come lui hanno sacrificato e continuano a sacrificare la loro vita per garantire la nostra sicurezza e la nostra libertà. Ad essi deve andare tutta la nostra riconoscenza.
Franco Di Pinto
Era nato a Trani il 9 gennaio 1947: qui visse la sua spensierata giovinezza per tutto il corso degli studi liceali classici. Laureatosi in Giurisprudenza all'Università di Bari, dapprima superò un concorso nazionale per Segretari Comunali con destinazione Candia Canadese,in provincia di Torino, poi nel 1975 vinse un concorso nella Pubblica Sicurezza. Non ebbe alcuna esitazione a cambiare lavoro per realizzare il desiderio che sin da giovane aveva maturato la sua esperienza umana e culturale, impegnandosi nella difesa delle Istituzioni democratiche, a garanzia dei diritti e della libertà di tutti. Prestò servizio presso la Questura di Venezia, prima come funzionario del Terzo Distretto di Polizia, poi come Vice Dirigente della Digos e Capo della Sezione Antiterrorismo: in tale veste si impegnò attivamente per combattere le forze eversive, in stretta collaborazione anche con il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. In soli cinque anni di Polizia bruciò le tappe, raggiungendo importanti traguardi personali.
Il suo impegno e la sua dedizione furono vigliaccamente stroncati a soli 33 anni da un commando di terroristi delle Brigate Rosse che lo attesero sotto casa a Mestre,mentre si stava recando al lavoro, la mattina del 12 maggio 1980. Non potè mai conoscere suo figlio che nacque cinque mesi dopo e porta il suo stesso nome. L'anno successivo il Presidente della Repubblica Sandro Pertini consegnò alla vedova Teresa Frigione la medaglia d'oro al Valore Civile.
Trani gli tributò solenni funerali il 16 maggio 1980 nella Chiesa di S. Giuseppe, come aveva espressamente desiderato sua moglie perché lì si erano sposati il 14 agosto 1975. Scrisse sul Tranesiere il prof. Raffaello Piracci: "E' morto un Uomo, ma ne rimane un Eroe che Trani vuole onorare, sente di poter onorare per la sua vita e per la sua morte. Un Eroe del nostro tempo che può insegnare tante cose nella degradazione di tanti valori!".
Il 31 maggio 1982 l'Amministrazione Comunale di Trani fece scoprire quella tomba monumentale eretta in suo onore nel Cimitero di Trani, e gli fu intitolata in zona Pozzopiano quella Piazza Alfredo Albanese ove poi nel 2000 fu collocato, su iniziativa dell'ex Sindaco Avantario e dell'arch. Capone, un significativo monumento in suo ricordo, alla presenza della moglie e del figlio. Nel Liceo Classico di Trani fu istituita una Borsa di Studio in suo ricordo, mentre nel Veneto gli furono intitolate Caserme di Polizia, Strade, Viali. Un suo collega, Commissario a Jesolo, gli dedicò nel ventennale della sua tragica scomparsa, un libro per ricordarlo dal significativo titolo: "Alfredo Albanese, una vita per le istituzioni democratiche".
Ricordare oggi il suo sacrificio alle nuove generazioni tranesi significa perpetuare la memoria storica di un valoroso poliziotto tranese eroicamente caduto nell'adempimento del proprio dovere, testimone dei nobili valori dello spirito di servizio e dell'amor di Patria: valori perenni, non retorici, da salvaguardare e difendere. Ricordare Alfredo Albanese vuol dire ricordare quanti come lui hanno sacrificato e continuano a sacrificare la loro vita per garantire la nostra sicurezza e la nostra libertà. Ad essi deve andare tutta la nostra riconoscenza.
Franco Di Pinto