A Trani ci sono almeno duemila case vuote. E torna di moda andare in affitto

Le anomalie del nostro mercato immobiliare

venerdì 18 dicembre 2009
Il mercato immobiliare è caratterizzato da cicli. Periodi di crescita si alternano a contrazioni delle vendite ed il biennio 2008/2009 ha visto un vero e proprio crollo delle compravendite. Abbiamo cercato di capire in quali condizioni versa il mercato immobiliare tranese in un'inchiesta a tutto tondo in cui sono stati coinvolti professionisti del settore.

Crollata la richiesta per un secondo investimento, a cercar casa sono soprattutto giovani coppie, tra l'80 e il 90%. Con una disponibilità economica variabile tra i 120 mila ed i 180 mila euro (rarissimi i casi in cui si arriva a 200 mila, oltre non pervenuti), gli acquirenti devono orientare la scelta su un due/tre vani di 80/100 metri quadrati al massimo. Nuclei familiari più ristretti e per necessità: è difficile pensare ad una famiglia numerosa in spazi così ridotti. La zona centro-sud di Trani (da piazza Dante fino alle porte di Bisceglie) rimane la zona più desiderata, anche a fronte di una spesa nettamente superiore per lo stesso metraggio nel quartiere Sant'Angelo. Il centro storico resta sostanzialmente fuori da qualsiasi considerazione: ritenuto una zona d'ombra del mercato immobiliare, si fanno affari d'oro (anche a nero) nei punti più chic, mentre le zone interne rappresentano un universo pressoché sconosciuto a chi fa compravendita.

L'indagine sul mondo della casa parte da una mappatura delle agenzie immobiliari presenti sul territorio: sulle pagine gialle, a Trani, ne troviamo censite 32, due in meno di Barletta, sette in più di Andria, il doppio di quelle presenti a Bisceglie. In realtà, le agenzie di Trani sono molte di più. Basta girare la città per rendersene conto. Il numero è esorbitante, cresciuto di altre cinque unità soltanto nell'ultimo anno. Letto così, il mercato dell'immobile sembrerebbe alquanto appetibile. In realtà, i responsabili da noi contattati, entrando nel merito della questione, lamentano una generale crisi che ha varie spiegazioni, in primis i prezzi troppo alti richiesti dai venditori che non permettono un facile incontro tra domanda ed offerta.

La base del tessuto economico cittadino si poggia in buona parte sul settore del tessile, dell'abbigliamento e del calzaturiero. Le difficoltà del comparto, insieme ad una più generale crisi dell'occupazione, spiegano la sempre maggiore richiesta di appartamenti in fitto, oggi al 40%. Andare in affitto appare l'unico approdo possibile per chi svolge lavori saltuari o con contratti atipici, tipologie di collaborazione sempre più utilizzate. Di comprar casa non se ne parla: circa il 70% di chi vuole acquistare un'abitazione ha difficoltà nel reperire liquidità. La crisi del settore creditizio bancario ha comportato una sempre più centellinata erogazione di mutui. Senza garanzie, viene meno ogni velleità.

Si attendono ora le ricadute del piano urbanistico generale recentemente approvato, un piano pubblicizzato come un deterrente strategico per calmierare i prezzi delle case e ribassarli e, più in generale, considerato determinante per dare nuovo impulso a tutta l'economia locale. Tuttavia le ottimistiche previsioni urbanistiche (di matrice più che altro politica) sono in contrasto col giudizio di buona parte degli immobiliaristi, le cui osservazioni oscillano tra un cauto ottimismo e il più ostinato catastrofismo. Alcuni di questi ritengono addirittura inutile, se non dannosa, la costruzione di nuovi appartamenti anche se, per via di un mercato atipico, è difficile avere numeri certi sull'attuale disponibilità di immobili.

Si ipotizza che, ad oggi, gli appartamenti sul mercato siano circa 2.000, ma alcuni degli intervistati riferiscono cifre superiori. Un numero che sembra essere in costante ascesa anche perché, negli ultimi anni, le famiglie provenienti da città vicine che avevano acquistato casa a Trani negli anni '90 (grazie a prezzi a buon mercato), ora rivendono per tornarsene nelle città di origine. A nutrire inquietudine è anche una buona fetta di costruttori, alcuni dei quali hanno criticato lo stesso Pug, ritenuto una panacea per pochi.

Arcangelo Rociola