A Trani un'accademia stabile di studi ebraici

E' il progetto a cui sta lavorando la comunità ebraica. Durante la Lech Lechà si farà un esperimento con i più rinomati rabbini italiani

domenica 18 agosto 2013 18.55
Lo studio dei testi sacri è sempre stato al centro della vita ebraica, tanto che i maestri hanno detto che «Lo studio della Torà vale quanto tutte le norme della legge», affermazione che va intesa nel senso che l'osservanza dei comandamenti non è veramente completa se non si conosce e si studia costantemente la Torà. Il pericolo infatti è quello di trasformare l'osservanza in qualcosa di tecnico, di abitudinario e privo dell'approfondimento e dell'entusiasmo necessario. Non è un caso che l'analfabetismo sia un fenomeno inesistente nel mondo ebraico, dove la persona più rispettata è lo studioso che è chiamato Talmìd chachàm, cioè lo studente saggio oppure lo studente del saggio: la saggezza non è mai qualcosa di acquisito una volta per tutte, ma è necessario rinnovarla e ampliarla continuamente.

La città di Trani è stata sede nel passato di importanti accademie rabbiniche, punto di riferimento per le comunità ebraiche in Italia e in Europa. Nell'intento di restituire ai suoi fasti l'antica comunità, la settimana della Lech Lechà proporrà ai partecipanti anche un percorso di studi Yeshivà. La Yeshivà è una scuola in cui maestri illustri tengono delle lezioni su vari aspetti dell'ebraismo, attraverso lo studio dei testi classici: la Bibbia con i suoi commenti, la Mishnà, Il Talmùd, il Midràsh, i codici delle leggi come il Shulchàn Arùkh, i Responsa scritti dai rabbini più autorevoli sui temi più attuali, i testi delle principali preghiere d'Israele e della Filosofia medievale e moderna.

Creare una Yeshivà - anche per una sola settimana - può sembrare privo di senso. Secondo la tradizione, un agglomerato urbano può essere definito città ('ir) e non villaggio (kefàr) se conta al suo interno almeno dieci persone che studino costantemente la Torà. Se si vuole trasformare un luogo in "città" è necessario crearvi una Yeshivà: un messaggio questo che va al di là della breve esperienza che si svolgerà a Trani dal 25 al 31 agosto. Lech Lechà sarà l'occasione per avere un "assaggio" di cosa è una Yeshivà e di cosa possa rappresentare la presenza di una istituzione del genere all'interno di una comunità: insomma, senza un luogo destinato allo studio continuo della Torà una comunità rischia l'estinzione.

A tenere lezioni alla Yeshivà di Trani sono stati chiamati vari rabbini e studiosi residenti in Italia e in Israele. Le lezioni saranno tenute da Rav Giuseppe Laras (già rabbino capo di Milano e presidente del Tribunale Rabbinico delle Comunità del Centro e Nord Italia), Rav Riccardo Di Segni (Rabbino Capo di Roma e direttore del Collegio Rabbinico Italiano), Rav Roberto Della Rocca (già rabbino capo di Venezia e direttore del DEC, Dipartimento Educazione e Cultura dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane) Rav Ishai Shmuel Hochman di Gerusalemme (esperto della Orthodox Union nel campo della Kasherut), Rav Pierpaolo Punturello (inviato in Italia da Shavè Israel, l'organizzazione che si occupa del ritorno degli ebrei, costretti ad abbandonare l'ebraismo a causa delle persecuzioni); porteranno il loro contributo di lezioni anche Maskil Gad Piperno (responsabile per l'Ucei del progetto Meridione) e Maskil Vittorio Bendaud (segretario del Tribunale rabbinico del Centro e Nord Italia). Infine, Rav Scialom Bahbout, rabbino Capo di Napoli e del Meridione, tra i fondatori della nuova Comunità di Trani e Puglia, coordinerà gli studi della Yeshivà e vi terrà lezioni.

Gli studi si svolgeranno nel corso di tutta la giornata: inizieranno con lo studio e l'analisi delle preghiere, per poi passare allo studio del testi. Sarà consentita la partecipazione anche soltanto a singole lezioni.