Accertamenti Tarsu: nuova "vibrata protesta pubblica" del CTA di Trani
Parte l'ultimatum: 15 giorni per annullare gli avvisi. Poi parte l'esposto.
venerdì 17 marzo 2006
L'associazione C.T.A. (Commercio- Turismo- Artigianato e servizi ) di Trani torna sul tema Tarsu con una nuova nota stampa che annuncia una seconda protesta per alcuni accertamenti in corso:
«La nostra associazione, considerato che recentemente l'Ufficio Tributi del Comune di Trani ha notificato avvisi di verifica tarsu a tutte le aziende artigiane ed industriali, in particolare del settore calzaturiero, preannunciando sopralluoghi delle superficie destinate alle attività suddette, rilevato che con gli stessi avvisi si preannunciano l'applicazione di sanzioni e considerato ancora che la suddetta attività viene posta in essere dal Comune nonostante che siano intervenuti degli accordi con la medesima Amministrazione Comunale di revisione del regolamento recante l'applicazione tarsu anche al fine di adeguare lo stesso alla normativa sopravvenuta, per cui gli accertamenti avviati fonderebbero le loro radici su norme regolamentari non applicabili poiché superate dalla legge, esprime pubblica vibrata protesta per il comportamento scorretto del Comune rilevando che lo stesso costituisce l'occasione per ingenerare una frattura insanabile con la Categoria, lasciando ipotizzare l'insorgere di un contenzioso di vaste proporzioni non giustificabile neanche da parte della stessa Amministrazione, le cui risorse finanziarie non versano in condizioni ottimali.»
La stessa Associazione C.T.A. ha lanciato un ultimatum al comune: «ove non saranno annullati gli avvisi, palesemente illegittimi, entro e non oltre 15 giorni, salva ogni opportuna iniziativa dei singoli contribuenti, sarà comunque rimesso un puntuale esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti, al fine di poter valutare eventuali responsabilità di carattere amministrativo.»
«La nostra associazione, considerato che recentemente l'Ufficio Tributi del Comune di Trani ha notificato avvisi di verifica tarsu a tutte le aziende artigiane ed industriali, in particolare del settore calzaturiero, preannunciando sopralluoghi delle superficie destinate alle attività suddette, rilevato che con gli stessi avvisi si preannunciano l'applicazione di sanzioni e considerato ancora che la suddetta attività viene posta in essere dal Comune nonostante che siano intervenuti degli accordi con la medesima Amministrazione Comunale di revisione del regolamento recante l'applicazione tarsu anche al fine di adeguare lo stesso alla normativa sopravvenuta, per cui gli accertamenti avviati fonderebbero le loro radici su norme regolamentari non applicabili poiché superate dalla legge, esprime pubblica vibrata protesta per il comportamento scorretto del Comune rilevando che lo stesso costituisce l'occasione per ingenerare una frattura insanabile con la Categoria, lasciando ipotizzare l'insorgere di un contenzioso di vaste proporzioni non giustificabile neanche da parte della stessa Amministrazione, le cui risorse finanziarie non versano in condizioni ottimali.»
La stessa Associazione C.T.A. ha lanciato un ultimatum al comune: «ove non saranno annullati gli avvisi, palesemente illegittimi, entro e non oltre 15 giorni, salva ogni opportuna iniziativa dei singoli contribuenti, sarà comunque rimesso un puntuale esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti, al fine di poter valutare eventuali responsabilità di carattere amministrativo.»