All'incontro pubblico sulla sanità con la consigliera Ciliento anche una delegazione DIAbat
Ancora tante le criticità sul territorio per i diabetici
lunedì 27 novembre 2023
16.07
A proposito di "Futuro della Sanità Pubblica", a margine di questa importante conferenza del PD tenutasi a Trani nella chiesa di S. Luigi il 22 novembre, quasi a riflettori spenti, perché i big (l'assessore alla sanità Rocco Palese e il consigliere regionale prof. Luigi Lopalco) avevano già parlato e se n'erano andati senza attendere il contraddittorio…
Ad animare un dibattito divenuto oggettivamente poco motivante per l'assenza degl'interlocutori più blasonati, ci ha pensato l'associazione DIABat (Diabetici della BAT).
Nicla Pasquadibisceglie (presidente dell'associaazione e madre di una bimba diabetica) e Lucia Servarolo (componente del direttivo dell'associazione) sono intervenute per ricordare agli ancor numerosi astanti e alle ultime due autorità superstiti, il direttore sanitario della ASL Alessandro Scelzi e la consigliere regionale Debora Ciliento, membro della commissione sanità della Regione, la condizione di grave disagio, ingiustizia e discriminazione dei diabetici insulino-dipendenti che vivono nella provincia BAT. Sono all'incirca 4000 mila gli adulti, poche centinaia i casi pediatrici.
Unica provincia della Puglia, la BAT, a non avere nessun centro antidiabetico pediatrico: in caso di emergenza bisogna mettersi in macchina e precipitarsi a Bari (all'ospedale Giovanni XXIII) o a Foggia (Ospedali Riuniti).
Unica provincia, la BAT, a non avere un centro antidiabetico di secondo livello per la prima prescrizione dei microinfusori: dispositivi medici fondamentali per la cura del diabete tipo 1. Tale mancanza costringe i pazienti a compiere mortificanti pellegrinaggi verso centri prescrittori più lontani (Bari o Foggia).
Unica provincia, la BAT, ad avere solo un "mezzo" centro antidiabetico di primo livello, cioè un centro che ha la possibilità di prescrivere i sensori glicemici, presidio importantissimo per monitorare la glicemia e la terapia insulinica. La genialata voluta dal predecessore del dr Scelzi fu quella di individuare a Trani l'unico centro prescrittivo di I° livello per tutta la BAT, ma (attenzione!) non venne attribuito a tutto il PTA, bensì solo al poliambulatorio distrettuale, che notoriamente ne è solo una parte. Così facendo alcuni medici diabetologi sono stati autorizzati alla prescrizione dei sensori, mentre altri ne sono stati esclusi. Insomma è stato creato un pasticcio, un vistoso collo di bottiglia che ha escluso dal diritto di usare sensori tantissimi diabetici, e di prescrivere sensori tanti diabetologi.
A rincarare la dose di accanimento contro gli sventurati diabetici, la precedente amministrazione della ASL BAT si è inventata nel 2020 una "procedura ponte" per un "accordo quadro" che stabilisce che soltanto alcune aziende e determinati prodotti sia disponibili per i pazienti residenti nella ASL BAT. Questo famigerato accordo esiste solo nella prov. BAT e penalizza i diabetici in quanto minando alle basi la libertà prescrittiva dei dispositivi tecnologici, li condanna all'utilizzo di modelli ormai obsosleti e inadeguati, a dispetto di un mondo, quello tecnologico, che è in continua evoluzione.
Cosa chiede in definitiva l'associazione DIAbat: alle autorità sanitarie regionali (Tavolo Tecnico per le tecnologie, ARES, Commissione Sanità regionale, Assessorato alla Sanità) che venga individuato presso la UOC di pediatria dell'ospedale di Andria il centro antidiabetico pediatrico di riferimento che venga designato un secondo centro prescrittore di I° livello per diabetici adulti presso l'ospedale di Barletta.
Che quel "mezzo" centro antidiabetico di 1° livello a Trani diventi finalmente uno intero, eliminando dalla carta la dicitura di "Poliambulatorio specialistico", lasciando invece solo il termine "PTA di Trani". Che venga individuato nell'ospedale di Bisceglie il centro autorizzato di 2° livello, per la prescrizione dei microinfusori, in quanto quell'ospedale sarà presto dotato di una unità operativa semplice di endocrinologia con posti letto. DIAbat cosa chiede alla direzione della ASL BAT:
-che venga abolita la procedura ponte aperta ex art.60 d.lgs 50/2016, adottata nel 2020.
-Che vengano snellite al massimo le procedure burocratiche per ottenere le nuove tecnologie, eliminando gl'inutili continui passaggi autorizzativi e consentendo l'invio diretto dei device al domicilio dei pazienti, come avviene nelle altre ASL della Regione.
Non è poi così difficile da realizzare: basta poco impegno. I diabetici della BAT aspettano risposte concrete.
Ad animare un dibattito divenuto oggettivamente poco motivante per l'assenza degl'interlocutori più blasonati, ci ha pensato l'associazione DIABat (Diabetici della BAT).
Nicla Pasquadibisceglie (presidente dell'associaazione e madre di una bimba diabetica) e Lucia Servarolo (componente del direttivo dell'associazione) sono intervenute per ricordare agli ancor numerosi astanti e alle ultime due autorità superstiti, il direttore sanitario della ASL Alessandro Scelzi e la consigliere regionale Debora Ciliento, membro della commissione sanità della Regione, la condizione di grave disagio, ingiustizia e discriminazione dei diabetici insulino-dipendenti che vivono nella provincia BAT. Sono all'incirca 4000 mila gli adulti, poche centinaia i casi pediatrici.
Unica provincia della Puglia, la BAT, a non avere nessun centro antidiabetico pediatrico: in caso di emergenza bisogna mettersi in macchina e precipitarsi a Bari (all'ospedale Giovanni XXIII) o a Foggia (Ospedali Riuniti).
Unica provincia, la BAT, a non avere un centro antidiabetico di secondo livello per la prima prescrizione dei microinfusori: dispositivi medici fondamentali per la cura del diabete tipo 1. Tale mancanza costringe i pazienti a compiere mortificanti pellegrinaggi verso centri prescrittori più lontani (Bari o Foggia).
Unica provincia, la BAT, ad avere solo un "mezzo" centro antidiabetico di primo livello, cioè un centro che ha la possibilità di prescrivere i sensori glicemici, presidio importantissimo per monitorare la glicemia e la terapia insulinica. La genialata voluta dal predecessore del dr Scelzi fu quella di individuare a Trani l'unico centro prescrittivo di I° livello per tutta la BAT, ma (attenzione!) non venne attribuito a tutto il PTA, bensì solo al poliambulatorio distrettuale, che notoriamente ne è solo una parte. Così facendo alcuni medici diabetologi sono stati autorizzati alla prescrizione dei sensori, mentre altri ne sono stati esclusi. Insomma è stato creato un pasticcio, un vistoso collo di bottiglia che ha escluso dal diritto di usare sensori tantissimi diabetici, e di prescrivere sensori tanti diabetologi.
A rincarare la dose di accanimento contro gli sventurati diabetici, la precedente amministrazione della ASL BAT si è inventata nel 2020 una "procedura ponte" per un "accordo quadro" che stabilisce che soltanto alcune aziende e determinati prodotti sia disponibili per i pazienti residenti nella ASL BAT. Questo famigerato accordo esiste solo nella prov. BAT e penalizza i diabetici in quanto minando alle basi la libertà prescrittiva dei dispositivi tecnologici, li condanna all'utilizzo di modelli ormai obsosleti e inadeguati, a dispetto di un mondo, quello tecnologico, che è in continua evoluzione.
Cosa chiede in definitiva l'associazione DIAbat: alle autorità sanitarie regionali (Tavolo Tecnico per le tecnologie, ARES, Commissione Sanità regionale, Assessorato alla Sanità) che venga individuato presso la UOC di pediatria dell'ospedale di Andria il centro antidiabetico pediatrico di riferimento che venga designato un secondo centro prescrittore di I° livello per diabetici adulti presso l'ospedale di Barletta.
Che quel "mezzo" centro antidiabetico di 1° livello a Trani diventi finalmente uno intero, eliminando dalla carta la dicitura di "Poliambulatorio specialistico", lasciando invece solo il termine "PTA di Trani". Che venga individuato nell'ospedale di Bisceglie il centro autorizzato di 2° livello, per la prescrizione dei microinfusori, in quanto quell'ospedale sarà presto dotato di una unità operativa semplice di endocrinologia con posti letto. DIAbat cosa chiede alla direzione della ASL BAT:
-che venga abolita la procedura ponte aperta ex art.60 d.lgs 50/2016, adottata nel 2020.
-Che vengano snellite al massimo le procedure burocratiche per ottenere le nuove tecnologie, eliminando gl'inutili continui passaggi autorizzativi e consentendo l'invio diretto dei device al domicilio dei pazienti, come avviene nelle altre ASL della Regione.
Non è poi così difficile da realizzare: basta poco impegno. I diabetici della BAT aspettano risposte concrete.