Amet e termovalorizzatore. Interviene Italia dei Valori
Scrive il capogruppo Sebastiano De Feudis
sabato 27 maggio 2006
«Prendiamo atto, con non poca meraviglia, che è intenzione del Presidente dell'Amet s.p.a. promuovere un giudizio risarcitorio contro la Regione Puglia "rea" di aver avviato la procedura per la revoca all'Associazione Temporanea di Imprese (Ati) composta da Amet Trani, NoyVallesina e Gea, scongiurando, cosi', il concreto pericolo che a Trani possa essere realizzato il termovalizzatore.
Ricordiamo al Presidente di Amet s.p.a. che il nostro partito già in data 20/10/2005, con una interrogazione Consiliare, aveva diffidato la suddetta società dall'utilizzare denaro pubblico per continuare a coltivare il proposito della realizzazione del termovalorizzatore in quanto erano noti i propositi del Presidente Vendola (Commissario regionale per l'emergenza ambientale) di non acconsentire alla costruzione nella nostra regione di simili ecomostri. L'Amet s.p.a., invece, continuava nel proprio intento spendendo fiumi di danaro pubblico per pagare laute indennità a componenti del CDA dell'ATI o per incarichi professionali.
E' davvero strano che in questo quadro sia l'Amet ad esplicitare un intendimento "risarcitorio" quando, invece, dovrebbero essere i cittadini a promuovere una azione popolare (ex articolo 9 L. 267/2000) di responsabilità contro gli amministratori della suddetta società per aver speso, invano, i soldi dei cittadini in una iniziativa industriale incerta, in un progetto in cui nessuno credeva e che la stessa città non voleva. Intento cui dare seguito.
Il Presidente dell'Amet s.p.a. afferma, poi, che con la costruzione del termovalorizzatore l'Amet s.p.a. avrebbe potuto guadagnare 60 milioni di euro in 15 anni. Affermazione falsa, velleitaria e priva di qualsiasi riscontro. Per contro sottolineiamo che da quando il dott. Alfonso Mangione ha assunto la carica di Presidente di Amet s.p.a. sono stati sottoposti al vaglio dei consiglieri comunali solo bilanci in perdita senza, peraltro, alcun proposito vincente sotto il profilo industriale che potesse suscitare il plauso della cittadinanza. Oggi l'Amet s.p.a. è un ex gioiello di famiglia in piena crisi e con dipendenti che rischiano, seriamente, il posto di lavoro.
Il Presidente di Amet s.p.a., anziché millantare presunti guadagni futuri, spieghi ai cittadini la natura e l'entità delle inutili spese per consulenze esterne o per le repentine transazioni da centinaia di migliaia di euro. Ma chiarisca, anche, quale linea politica induce l'Amet s.p.a. a sospendere l'erogazione di energia elettrica a cittadini morosi di importi irrisori nell'ordine di 40/50 euro. Il Presidente di Amet s.p.a. dichiara infine, che la costruzione del temovalorizzatore rappresenterebbe una grande occasione di sviluppo per la città di Trani ed una seria soluzione al problema rifiuti in Puglia. Nulla lascia presagire tali risultati.
L'Amet s.p.a. invero, come oggi amministrata, non è stata in grado di gestire l'azienda per lo scopo per cui è nata "quello di far pagare l'energia elettrica ai Tranesi a prezzi piu' bassi di quelli di mercato" figurarsi se è in grado di ambire a traguardi industriali piu' prestigiosi. Ricordiamo, a futura memoria, che uno degli atti piu' rilevanti dell'Amet s.p.a. negli utimi tempi è stata la creazione di una sua società "l'Amet iniziative gestioni Speciali". Società "senza gloria" venduta (dopo soli tre anni) per l'irrisorio importo di euro 5.000. Era nata per grandi iniziative e questa è stata la sua fine indegna.»
Avv. Sebastiano de Feudis
Capogruppo IDV