Amet, lo sperpero di risorse finanziarie tra ex-Enel e il Catamarano
Il dott. Francesco Giangualano replica a Michele Giuliano
sabato 7 marzo 2009
Il dott Francesco Giangualano replica ad una nota dell'ex Consigliere comunale Michele Giuliano.
La nota di Giuliano: Da tempo ho deciso di porre nel silenzio la mia voce sulle questioni politiche gestionali di Trani, a volte facendo finta di essere un semplice turista capitato in città e guardandola con occhi speciali alla ricerca di quel poco di buono e bello che è rimasto. Però arriva un momento particolare che induce chi ama Trani e i suoi concittadini, ad urlare adesso basta!. Per me questo momento è arrivato. Non è più tollerabile che una massa di persone politicamente incapaci, con i loro delegati amministratori, consiglieri comunali e assessori, da tempo ci tengono in ostaggio e impunemente sperperano quanto faticosamente negli anni è stato realizzato. Il tutto con benevolenze che in altri tempi e per altri soggetti, nel nome della moralizzaione, non sono state adottate, contribuendo di fatto al mal governo.La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la notizia stampa della cessione dell'utenza AMET alla società ELGA SUD. Tale opportunità sembrerebbe giustificata dalla necessità dell'AMET a fare cassa. Come si è arrivati a depauperare un patrimonio consistente dell'AMET è diventato un mistero. E' vivo ancora oggi il ricordo che proprio l'AMET era l'ente comunale più ricco e operoso nel territorio. L'attività eccellente è stata sempre presa d'esempio da altre consorelle del settore in tutta Italia. Ha avuto il merito di gestire, oltre che la distribuzione dell'energia, anche i trasporti di affidamento regionale chiudendo i bilanci in attivo (unica società in Italia). Ha versato alle casse comunali svariati miliardi delle vecchie lire per incrementare i servizi e le opere cittadine. Le origini di tale disastro si potrebbero certamente addebitare alla politica e alle amministrazioni avutesi dal dopo l'era della cosiddetta prima repubblica ad oggi, con la formazioni di Consigli di amministrazione che rispecchiavano più la decadenza politica che l'esperienza e la professionalità di gestione. Politici o presunti tali incaricati ad amministrare l'AMET, per lo più senza i requisiti necessari e incapaci di portare avanti le proprie attività produttive (sembrerebbe anche con qualche procedura di fallimeto a carico). Arrivare a gestire l'AMET è diventata più che una gestione di esercizio una necessità reddituale ed occupazionale per amministratori e consulenti. Ora Basta! C'è bisogno che chi come me si è schifato della situazione, ritorni a fare sentire la propria voce nell'interesse di Trani e dei suoi cittadini, con la speranza che TRANI non sia diventato un paese di muti.
La replica del dott. Giangualano: «L'amore che mi lega alla Città di Trani e le battaglie sostenute in difesa dei suoi interessi, mi spingono ad accogliere la "provocazione" lanciata dal sig. Michele Giuliano con un intervento, relativo alla vicenda Elgasud - Amet. Mi riconosco diversi difetti ma, di certo, non sono un "muto", o meglio, non rientro in quella categoria di concittadini che, secondo Giuliano, rinuncia a far sentire la propria voce in difesa della Città. In modo retorico, nel suo articolo, l'ex Consigliere chiede come sia stato possibile sperperare il consistente patrimonio che l'Amet vantava sino alla metà degli anni '90, dovendo ora rinunciare a parte della sua utenza, (s)vendendo il relativo ramo del settore elettrico alla Società Elgasud per esclusive ragioni di cassa. Ebbene, sicuramente il sig. Giuliano non ha bisogno di alcuna delucidazione, in quanto ricorderà certamente le svariate denunzie sporte in merito all'acquisto del ramo Enel da parte dell'Amet, inspiegabilmente avvenuto per una cifra a nove zeri (oltre 31 miliardi di lire) di gran lunga superiore al ranch di spesa (19-24 miliardi di lire) indicato dalla Società advisor Deloitte, incaricata dagli allora Amministratori della ex Municipalizzata di individuare l'equo prezzo d'acquisto.
Come altrettanto bene rammenterà la "nebulosa" architettura finanziaria predisposta per far fronte alla citata acquisizione (non credo ci sia mai stata una gara pubblica per l'individuazione dell'Istituto di credito che avrebbe effettuato il finanziamento alle condizioni più vantaggiose per l'Azienda). Di certo, poi, terrà a mente il sig. Giuliano le innumerevoli operazioni di (pseudo)investimento effettuate dai vertici aziendali in assenza di alcun business plan.
Tra le tante: la partecipazione alla costituzione della Società pubblica di trasposti STP S.p.A. (notoriamente, le Società di trasporti pubblici hanno un bilancio in perdita, ciononostante, l'Amet ha investito, anche in questo caso, cifre a nove zeri); lo sperpero di risorse finanziarie effettuato per la fitta campagna di publicizzazione del servizio di vendita del gas metano (mai avvenuta); l'iniziativa relativa al catamarano che effettuava il collegamento Trani-Dubrovnik (che non ha mai prodotto utili, ma solo costi per l'Amet).
Solo ora, però, giunti a confronto con la triste realtà in cui versa la principale Azienda pubblica tranese, ci si chiede come tutto ciò sia stato possibile e per quale ragione la Città sia sprofondata in uno stato di torpore diffuso, nonostante in passato siano stati suonati numerosi campanelli d'allarme. In uno slancio di ottimismo, spero vivamente che anche per l'Amet non valga quella infausta regola secondo cui l'unico modo per riconoscere il valore di un bene prezioso sia perderlo per sempre.»
Dott. Francesco Giangualano
La nota di Giuliano: Da tempo ho deciso di porre nel silenzio la mia voce sulle questioni politiche gestionali di Trani, a volte facendo finta di essere un semplice turista capitato in città e guardandola con occhi speciali alla ricerca di quel poco di buono e bello che è rimasto. Però arriva un momento particolare che induce chi ama Trani e i suoi concittadini, ad urlare adesso basta!. Per me questo momento è arrivato. Non è più tollerabile che una massa di persone politicamente incapaci, con i loro delegati amministratori, consiglieri comunali e assessori, da tempo ci tengono in ostaggio e impunemente sperperano quanto faticosamente negli anni è stato realizzato. Il tutto con benevolenze che in altri tempi e per altri soggetti, nel nome della moralizzaione, non sono state adottate, contribuendo di fatto al mal governo.La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la notizia stampa della cessione dell'utenza AMET alla società ELGA SUD. Tale opportunità sembrerebbe giustificata dalla necessità dell'AMET a fare cassa. Come si è arrivati a depauperare un patrimonio consistente dell'AMET è diventato un mistero. E' vivo ancora oggi il ricordo che proprio l'AMET era l'ente comunale più ricco e operoso nel territorio. L'attività eccellente è stata sempre presa d'esempio da altre consorelle del settore in tutta Italia. Ha avuto il merito di gestire, oltre che la distribuzione dell'energia, anche i trasporti di affidamento regionale chiudendo i bilanci in attivo (unica società in Italia). Ha versato alle casse comunali svariati miliardi delle vecchie lire per incrementare i servizi e le opere cittadine. Le origini di tale disastro si potrebbero certamente addebitare alla politica e alle amministrazioni avutesi dal dopo l'era della cosiddetta prima repubblica ad oggi, con la formazioni di Consigli di amministrazione che rispecchiavano più la decadenza politica che l'esperienza e la professionalità di gestione. Politici o presunti tali incaricati ad amministrare l'AMET, per lo più senza i requisiti necessari e incapaci di portare avanti le proprie attività produttive (sembrerebbe anche con qualche procedura di fallimeto a carico). Arrivare a gestire l'AMET è diventata più che una gestione di esercizio una necessità reddituale ed occupazionale per amministratori e consulenti. Ora Basta! C'è bisogno che chi come me si è schifato della situazione, ritorni a fare sentire la propria voce nell'interesse di Trani e dei suoi cittadini, con la speranza che TRANI non sia diventato un paese di muti.
La replica del dott. Giangualano: «L'amore che mi lega alla Città di Trani e le battaglie sostenute in difesa dei suoi interessi, mi spingono ad accogliere la "provocazione" lanciata dal sig. Michele Giuliano con un intervento, relativo alla vicenda Elgasud - Amet. Mi riconosco diversi difetti ma, di certo, non sono un "muto", o meglio, non rientro in quella categoria di concittadini che, secondo Giuliano, rinuncia a far sentire la propria voce in difesa della Città. In modo retorico, nel suo articolo, l'ex Consigliere chiede come sia stato possibile sperperare il consistente patrimonio che l'Amet vantava sino alla metà degli anni '90, dovendo ora rinunciare a parte della sua utenza, (s)vendendo il relativo ramo del settore elettrico alla Società Elgasud per esclusive ragioni di cassa. Ebbene, sicuramente il sig. Giuliano non ha bisogno di alcuna delucidazione, in quanto ricorderà certamente le svariate denunzie sporte in merito all'acquisto del ramo Enel da parte dell'Amet, inspiegabilmente avvenuto per una cifra a nove zeri (oltre 31 miliardi di lire) di gran lunga superiore al ranch di spesa (19-24 miliardi di lire) indicato dalla Società advisor Deloitte, incaricata dagli allora Amministratori della ex Municipalizzata di individuare l'equo prezzo d'acquisto.
Come altrettanto bene rammenterà la "nebulosa" architettura finanziaria predisposta per far fronte alla citata acquisizione (non credo ci sia mai stata una gara pubblica per l'individuazione dell'Istituto di credito che avrebbe effettuato il finanziamento alle condizioni più vantaggiose per l'Azienda). Di certo, poi, terrà a mente il sig. Giuliano le innumerevoli operazioni di (pseudo)investimento effettuate dai vertici aziendali in assenza di alcun business plan.
Tra le tante: la partecipazione alla costituzione della Società pubblica di trasposti STP S.p.A. (notoriamente, le Società di trasporti pubblici hanno un bilancio in perdita, ciononostante, l'Amet ha investito, anche in questo caso, cifre a nove zeri); lo sperpero di risorse finanziarie effettuato per la fitta campagna di publicizzazione del servizio di vendita del gas metano (mai avvenuta); l'iniziativa relativa al catamarano che effettuava il collegamento Trani-Dubrovnik (che non ha mai prodotto utili, ma solo costi per l'Amet).
Solo ora, però, giunti a confronto con la triste realtà in cui versa la principale Azienda pubblica tranese, ci si chiede come tutto ciò sia stato possibile e per quale ragione la Città sia sprofondata in uno stato di torpore diffuso, nonostante in passato siano stati suonati numerosi campanelli d'allarme. In uno slancio di ottimismo, spero vivamente che anche per l'Amet non valga quella infausta regola secondo cui l'unico modo per riconoscere il valore di un bene prezioso sia perderlo per sempre.»
Dott. Francesco Giangualano