Amet, oltre due milioni di euro di bollette non incassate nel 2014
Pagamenti in ritardo di un anno e interessi passivi a go-go. La denuncia di Barresi
martedì 10 novembre 2015
1.30
Le bollette Amet agli utenti del cosiddetto "libero mercato" (cioè aziende e attività produttive in genere) si sono bloccate ad aprile 2014 a causa di problemi tecnici. Non sarebbe un problema se non stessimo parlando di oltre 3500 utenti, per un totale di 2,4 milioni di euro di consumi non fatturati da maggio a dicembre scorsi. I consumi verranno recuperati dall'Amet con la fatturazione emessa agli inizi di ottobre. Così che gli utenti pagheranno il dovuto per il 2014 con un anno di ritardo. La conseguenza è che, nel frattempo, la società ha difficoltà a pagare puntualmente la cassa conguagli e per questo paga circa 100 mila euro di interessi passivi l'anno sui versamenti in ritardo. Per non parlare degli altri 53mila euro di interessi passivi sulla scopertura finanziaria bancaria e poi gli interessi sui mutui. Il totale fa più di 262mila euro, una cifra che, probabilmente, per una società in perdita non può essere ritenuta trascurabile.
A denunciare l'ennesima "falla" nella gestione della ex municipalizzata tranese è la consigliera comunale della Lista Emiliano, Anna Maria Barresi (nella foto a fine testo, ndr), che già ill 5 ottobre aveva scritto ai vertici dell'Amet per chiedere conto della situazione. Soltanto il 3 novembre l'esponente di maggioranza ha ricevuto, però, una nota di risposta del presidente della società, Nicola Pappolla, fornitale senza averne realmente diritto a detta dello stesso Pappolla perché ai consiglieri (in base a statuto e regolamento comunale) non spetterebbe la facoltà di poter inoltrare interrogazioni ai vertici delle società partecipate. Considerazione contestata da Barresi.
Proprio nella risposta del 3 novembre, Pappolla comunque spiega che il 10 ottobre è stato emesso il ciclo di fatturazione per la cosidetta "zona 900" (ovvero gli utenti del libero mercato) «afferente il mese di fatturazione di dicembre 2014», nella quale verranno recuperati «sei mesi di tardiva fatturazione del periodo estivo». Quanto agli interessi passivi, il presidente dell'Amet spiega che questi sono dovuti al «fisiologico ritardo con cui il Comune di Trani liquida all'Amet i corrispettivi dei contratti di servizi, oltre dai ritardi nei pagamenti delle bollette degli utenti, degli utenti morosi e cessati e dei trader». Il presidente riconosce anche che «non può certamente disconoscersi che la mancanza di liquidità ha 'squilibrato' nel tempo il regolare pagamento di quanto dovuto alla cassa conguaglio, debitoria che finalmente è stata riconciliata - aggiunge - in 2,5 milioni di euro di sorte capitale e che a brevissimo dovrebbe essere saldata, anche con l'aiuto del Comune di Trani che si appresta a liquidare alla società i corrispettivi per i servizi effettuati per gli anni 2014 e 2015».
Barresi sottolinea, nella sua risposta a presidente e collegio sindacale, come l'Amet per il piano di rientro nei confronti della cassa conguaglio debba pagare «circa 600 mila euro di interessi». Sarà pure colpa dei ritardi con cui il Comune paga, se l'Amet non ha linquidità sufficiente. Ma la consigliera si chiede se all'Amet «non avrebbero ottenuto tale liquidità soltanto fatturando la 'zona 900' e non aspettare l'1 ottobre 2015 per farlo in maniera parziale fino al 2014?».
A denunciare l'ennesima "falla" nella gestione della ex municipalizzata tranese è la consigliera comunale della Lista Emiliano, Anna Maria Barresi (nella foto a fine testo, ndr), che già ill 5 ottobre aveva scritto ai vertici dell'Amet per chiedere conto della situazione. Soltanto il 3 novembre l'esponente di maggioranza ha ricevuto, però, una nota di risposta del presidente della società, Nicola Pappolla, fornitale senza averne realmente diritto a detta dello stesso Pappolla perché ai consiglieri (in base a statuto e regolamento comunale) non spetterebbe la facoltà di poter inoltrare interrogazioni ai vertici delle società partecipate. Considerazione contestata da Barresi.
Proprio nella risposta del 3 novembre, Pappolla comunque spiega che il 10 ottobre è stato emesso il ciclo di fatturazione per la cosidetta "zona 900" (ovvero gli utenti del libero mercato) «afferente il mese di fatturazione di dicembre 2014», nella quale verranno recuperati «sei mesi di tardiva fatturazione del periodo estivo». Quanto agli interessi passivi, il presidente dell'Amet spiega che questi sono dovuti al «fisiologico ritardo con cui il Comune di Trani liquida all'Amet i corrispettivi dei contratti di servizi, oltre dai ritardi nei pagamenti delle bollette degli utenti, degli utenti morosi e cessati e dei trader». Il presidente riconosce anche che «non può certamente disconoscersi che la mancanza di liquidità ha 'squilibrato' nel tempo il regolare pagamento di quanto dovuto alla cassa conguaglio, debitoria che finalmente è stata riconciliata - aggiunge - in 2,5 milioni di euro di sorte capitale e che a brevissimo dovrebbe essere saldata, anche con l'aiuto del Comune di Trani che si appresta a liquidare alla società i corrispettivi per i servizi effettuati per gli anni 2014 e 2015».
Barresi sottolinea, nella sua risposta a presidente e collegio sindacale, come l'Amet per il piano di rientro nei confronti della cassa conguaglio debba pagare «circa 600 mila euro di interessi». Sarà pure colpa dei ritardi con cui il Comune paga, se l'Amet non ha linquidità sufficiente. Ma la consigliera si chiede se all'Amet «non avrebbero ottenuto tale liquidità soltanto fatturando la 'zona 900' e non aspettare l'1 ottobre 2015 per farlo in maniera parziale fino al 2014?».