Amet, Tar e termovalorizzatore: il parere dei Verdi
Di Gregorio: «non ci resta che sperare, almeno, ad un imbarazzo del Presidente dell’AMET»
lunedì 1 agosto 2005
«L'imbarazzo con il quale il presidente dell'Amet s.p.a. ha accolto la notizia dell'esito favorevole, in sede cautelare, del ricorso proposto dalla sua azienda contro la delibera approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale il 10.05.2005 relativa l'ammissibilità del referendum consultivo per l'inceneritore è assolutamente giustificata. Non giustificate però appaiono le contraddizioni (apparenti) e le stranezze (apparenti) dei comportamenti politici del sindaco e della sua maggioranza.
Il sindaco, assolutamente favorevole all'inceneritore e contrario (come più volte ripetuto ai diversi organi di stampa) ad indire un referendum per ascoltare la voce dei cittadini in ordine alla localizzazione nella città di un inceneritore, nella seduta del Consiglio comunale del 10.05.2005, testualmente dice:"credo di interpretare il pensiero di tutta la maggioranza, nessuno di noi si sogna di ritenere inammissibile il quesito referendario. Noi tutti abbiamo delle considerazioni da fare sulla ritualità e su queste ci confronteremo in seguito, ma da questo punto di vista il nostro voto sarà favorevole".
Ed infatti il confronto, nelle forme di un ricorso al TAR Puglia proposto dall'AMET s.p.a. contro la delibera approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale, inizia subito. Ma come detto, esso assume le forme paradossali di una battaglia giudiziaria, posta in essere da una società di proprietà del comune, contro il Comune stesso. La vicenda diventa ancora più grottesca quando il sindaco sbandiera sui giornali che il Comune non avrebbe preso parte al giudizio, salvo essere poi smentito da sé stesso, considerato che fortunatamente l'ente Comune si costituisce regolarmente in giudizio.
Il paradosso si sublima quando tra i motivi di ricorso L'AMET indica anche la mancanza del difensore civico, il cui parere assolutamente non vincolante, costituisce un elemento del procedimento referendario, per la cui nomina, secondo l'art. 30 del Regolamento per la partecipazione popolare, approvato il 24.11.1997 (sindaco il dott. Tamborrino), deve attivarsi il sindaco stesso entro venti giorni dalla sua elezione. L'AMET in sostanza censura ed evidenzia una omissione del sindaco e la pone a fondamento di un ricorso giudiziario contro il Comune. E' evidente a questo punto che le stranezze e le contraddizioni di cui sopra sono evidentemente solo apparenti.
Il sindaco e la sua maggioranza non volevano che sulla vicenda dell'inceneritore si esprimessero i cittadini e nonostante ciò in Consiglio comunale hanno votato favorevolmente per l'ammissibilità del referendum, per mera propaganda, salvo subito dopo smettere i panni dei "grandi uomini democratici" e pronti ad ascoltare la voce dei cittadini, prestando acquiescenza ad un ricorso giudiziario proposto nei loro confronti da una azienda di proprietà comunale.
Se il fine era quello di non far svolgere il referendum, castrando senza pietà le "velleità" di partecipazione dei cittadini alle decisioni più importanti della vita della città, sarebbe stato più semplice dirlo apertamente e votare contro la delibera in Consiglio Comunale.
Eppure la trasparenza è secondo quanto afferma solitamente il sindaco, prerogativa sua e della sua amministrazione, al contrario della propaganda, prerogativa dell'opposizione. Ora lo spieghi il sindaco ai cittadini che senso ha l'art. 35 del Regolamento per la partecipazione popolare, tanto a lui gradita, che così recita:"L'amministrazione riconosce nei referendum consultivi gli strumenti di partecipazione popolare ai quali deve far ricorso per acquisire pareri ogni qual volta l'attività amministrativa sia diretta ad incidere su questioni di rilevante importanza per la collettività".
Considerando che il suddetto Regolamento è stato approvato quando l'attuale sindaco era consigliere comunale, forse da qualche parte dello stesso è inserita una piccolissima postilla che nessuno ha letto la quale dice così:"Salvo il caso in cui diventi sindaco il dott. Tarantini, al quale sarà rimessa ogni opportuna ed esclusiva valutazione in ordine alla ammissibilità di qualsiasi referendum". Cari 2707 cittadini che avete apposto la Vostra firma per il referendum sull'inceneritore, questa non era la volta buona. Tutto ciò premesso, non ci resta che sperare, almeno, ad un imbarazzo del Presidente dell'AMET tanto enorme da compensare la mancanza di sincerità di qualcun altro. »
Michele di Gregorio
Capogruppo Consiliare del Movimento dei Verdi
Il sindaco, assolutamente favorevole all'inceneritore e contrario (come più volte ripetuto ai diversi organi di stampa) ad indire un referendum per ascoltare la voce dei cittadini in ordine alla localizzazione nella città di un inceneritore, nella seduta del Consiglio comunale del 10.05.2005, testualmente dice:"credo di interpretare il pensiero di tutta la maggioranza, nessuno di noi si sogna di ritenere inammissibile il quesito referendario. Noi tutti abbiamo delle considerazioni da fare sulla ritualità e su queste ci confronteremo in seguito, ma da questo punto di vista il nostro voto sarà favorevole".
Ed infatti il confronto, nelle forme di un ricorso al TAR Puglia proposto dall'AMET s.p.a. contro la delibera approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale, inizia subito. Ma come detto, esso assume le forme paradossali di una battaglia giudiziaria, posta in essere da una società di proprietà del comune, contro il Comune stesso. La vicenda diventa ancora più grottesca quando il sindaco sbandiera sui giornali che il Comune non avrebbe preso parte al giudizio, salvo essere poi smentito da sé stesso, considerato che fortunatamente l'ente Comune si costituisce regolarmente in giudizio.
Il paradosso si sublima quando tra i motivi di ricorso L'AMET indica anche la mancanza del difensore civico, il cui parere assolutamente non vincolante, costituisce un elemento del procedimento referendario, per la cui nomina, secondo l'art. 30 del Regolamento per la partecipazione popolare, approvato il 24.11.1997 (sindaco il dott. Tamborrino), deve attivarsi il sindaco stesso entro venti giorni dalla sua elezione. L'AMET in sostanza censura ed evidenzia una omissione del sindaco e la pone a fondamento di un ricorso giudiziario contro il Comune. E' evidente a questo punto che le stranezze e le contraddizioni di cui sopra sono evidentemente solo apparenti.
Il sindaco e la sua maggioranza non volevano che sulla vicenda dell'inceneritore si esprimessero i cittadini e nonostante ciò in Consiglio comunale hanno votato favorevolmente per l'ammissibilità del referendum, per mera propaganda, salvo subito dopo smettere i panni dei "grandi uomini democratici" e pronti ad ascoltare la voce dei cittadini, prestando acquiescenza ad un ricorso giudiziario proposto nei loro confronti da una azienda di proprietà comunale.
Se il fine era quello di non far svolgere il referendum, castrando senza pietà le "velleità" di partecipazione dei cittadini alle decisioni più importanti della vita della città, sarebbe stato più semplice dirlo apertamente e votare contro la delibera in Consiglio Comunale.
Eppure la trasparenza è secondo quanto afferma solitamente il sindaco, prerogativa sua e della sua amministrazione, al contrario della propaganda, prerogativa dell'opposizione. Ora lo spieghi il sindaco ai cittadini che senso ha l'art. 35 del Regolamento per la partecipazione popolare, tanto a lui gradita, che così recita:"L'amministrazione riconosce nei referendum consultivi gli strumenti di partecipazione popolare ai quali deve far ricorso per acquisire pareri ogni qual volta l'attività amministrativa sia diretta ad incidere su questioni di rilevante importanza per la collettività".
Considerando che il suddetto Regolamento è stato approvato quando l'attuale sindaco era consigliere comunale, forse da qualche parte dello stesso è inserita una piccolissima postilla che nessuno ha letto la quale dice così:"Salvo il caso in cui diventi sindaco il dott. Tarantini, al quale sarà rimessa ogni opportuna ed esclusiva valutazione in ordine alla ammissibilità di qualsiasi referendum". Cari 2707 cittadini che avete apposto la Vostra firma per il referendum sull'inceneritore, questa non era la volta buona. Tutto ciò premesso, non ci resta che sperare, almeno, ad un imbarazzo del Presidente dell'AMET tanto enorme da compensare la mancanza di sincerità di qualcun altro. »
Michele di Gregorio
Capogruppo Consiliare del Movimento dei Verdi