Amet, una denuncia per la gara sui parcometri
Una ditta esclusa presenta un esposto in procura: «Riscontrate anomalie»
martedì 1 giugno 2010
E' stato presentato un esposto denuncia in procura sulla gara per i parcometri bandita da Amet lo scorso 17 maggio. A presentare l'esposto una delle tre società partecipanti, esclusa perché non ha dimostrato di possedere un requisito previsto per la partecipazione (i pannelli a messaggio variabile con determinate e specifiche caratteristiche).
L'amministratore di una società del leccese che ha presentato la denuncia ha deciso di ricorrere alla giustizia per «profonde incongruenze nei requisiti del bando». «Nel bando di gara – si legge nell'esposto – venivano richiesti dei requisiti in conferenti e che nulla avevano a che fare con l'oggetto della stessa gara. Nello specifico, veniva richiesto, tra le altre cose, che l'azienda concorrente avesse fornito già in altri Comuni dei pannelli a messaggio variabile con determinate e specifiche caratteristiche. Tale richiesta fu ritenuta talmente assurda che fu prontamente segnalata all'Amet che si preoccupò di rispondere che avrebbe verificato quanto da noi affermato, cosa che non avvenne in quanto l'unica cosa che l'Amet fece fu quella di abbassare le soglie di fatturato, lasciando invariati i punti più distorti del bando. La nostra azienda ha comunque partecipato alla gara insieme ad altre due società. Dopo l'apertura delle buste, la nostra azienda è stata esclusa perché non possedeva il requisito in questione, la seconda è stata ammessa con riserva, mentre la terza è stata è stata ammessa con riserva nonostante, secondo noi, andasse eslcusa per alcune irregolarità che abbiamo evidenziato anche alla commissione di gara».
La società leccese denuncia una seconda anomalia: «La terza società ammessa con riserva ha dichiarato di offrire dei parcometri identici a quelli proposti dalla nostra azienda, ma con accorgimenti tecnici diversi e soprattutto, a differenza dei nostri, non coperti dall'omolgazione ministeriale poiché effettuati successivamente alla stessa. Di fronte alle nostre rimostranze, la commissione si è limitata ad eccepire che il comportamento della commissione era finalizzato ad allargare la platea dei concorrenti».
La società leccese poi punta l'indice su chi ha preparato gli atti di gara: «E' stato messo in atto un sistema che, da un lato limita la concorrenza e quindi riduce la possibilità di avere un'offerta vantaggiosa, dall'altro non prevede nessun costo per la manutenzione dei parcometri, sia ordinaria che straordinaria, come neanche un elenco prezzi dei ricambi e del relativo materiale di consumo. Tale fatto ci lascia sconcertati, perché i danni e gli atti vandalici su questo tipo di strumenti sono numerosissimi, con costi per il gestore da capogiro e che spesso portano al fallimento della gestione stessa».
L'amministratore di una società del leccese che ha presentato la denuncia ha deciso di ricorrere alla giustizia per «profonde incongruenze nei requisiti del bando». «Nel bando di gara – si legge nell'esposto – venivano richiesti dei requisiti in conferenti e che nulla avevano a che fare con l'oggetto della stessa gara. Nello specifico, veniva richiesto, tra le altre cose, che l'azienda concorrente avesse fornito già in altri Comuni dei pannelli a messaggio variabile con determinate e specifiche caratteristiche. Tale richiesta fu ritenuta talmente assurda che fu prontamente segnalata all'Amet che si preoccupò di rispondere che avrebbe verificato quanto da noi affermato, cosa che non avvenne in quanto l'unica cosa che l'Amet fece fu quella di abbassare le soglie di fatturato, lasciando invariati i punti più distorti del bando. La nostra azienda ha comunque partecipato alla gara insieme ad altre due società. Dopo l'apertura delle buste, la nostra azienda è stata esclusa perché non possedeva il requisito in questione, la seconda è stata ammessa con riserva, mentre la terza è stata è stata ammessa con riserva nonostante, secondo noi, andasse eslcusa per alcune irregolarità che abbiamo evidenziato anche alla commissione di gara».
La società leccese denuncia una seconda anomalia: «La terza società ammessa con riserva ha dichiarato di offrire dei parcometri identici a quelli proposti dalla nostra azienda, ma con accorgimenti tecnici diversi e soprattutto, a differenza dei nostri, non coperti dall'omolgazione ministeriale poiché effettuati successivamente alla stessa. Di fronte alle nostre rimostranze, la commissione si è limitata ad eccepire che il comportamento della commissione era finalizzato ad allargare la platea dei concorrenti».
La società leccese poi punta l'indice su chi ha preparato gli atti di gara: «E' stato messo in atto un sistema che, da un lato limita la concorrenza e quindi riduce la possibilità di avere un'offerta vantaggiosa, dall'altro non prevede nessun costo per la manutenzione dei parcometri, sia ordinaria che straordinaria, come neanche un elenco prezzi dei ricambi e del relativo materiale di consumo. Tale fatto ci lascia sconcertati, perché i danni e gli atti vandalici su questo tipo di strumenti sono numerosissimi, con costi per il gestore da capogiro e che spesso portano al fallimento della gestione stessa».