Amianto abbandonato in contrada Fontanelle, Carrabba e Ulisse: «Fatto gravissimo e sconsiderato»
L'appello ai sindaci: «Si avvii una volta per sempre il censimento e la mappatura dei siti»
mercoledì 3 agosto 2022
9.54
«L'atto criminale commesso dagli ignoti che hanno abbandonato in contrada Fontanelle lungo la strada Trani Barletta due pedane cariche di pannelli in cemento amianto è un fatto gravissimo e sconsiderato»: lo dicono in una nota Antonio Carrabba, Portavoce Bat Aea e Avv. Nicola Ulisse, responsabile Codacons sede locale Trani.
«La legge 257/92 già da oltre trenta anni ha riconosciuto – sulla base degli studi condotti dalla comunità scientifica mondiale - la nocività dell'amianto alla salute dell'uomo e ne ha bandito l'uso e la commercializzazione. La pericolosità è data dalla capacità dispersiva delle fibre di cui si compone l'amianto a causa della loro leggerezza che trasportate dal vento si diffondono nell'ambiente raggiungendo anche lunghe distanze dalla fonte di contaminazione.
L'amianto, sostanza altamente tossica, causa patologie molto gravi che conducono alla morte. L'AEA (Associazione Esposti Amianto e rischi per la salute) e il CODACONS non possono tacere di fronte a questa grave circostanza alla base della quale vi è un colpevole disinteressamento delle istituzioni. Dopo l'accertamento della pericolosità dell'amianto tutti gli Stati ne decretarono la messa al bando e in Italia fu varata la legge 257/92 successivamente recepita dalla Regione Puglia attraverso il varo del Piano Regionale Amianto nella formulazione del febbraio 2015.
Nella nostra città e nella provincia sono decenni che l'AEA attraverso il suo portavoce BAT e referente locale dell'AEA e il CODACONS lottano inascoltati perché si eseguano, come previsto dalle norme, il censimento e la mappatura dei siti contaminati. A Trani, dove tuttora esistono numerosi siti (per lo più capannoni) con coperture in cemento amianto estremamente degradate, ormai privi di qualsivoglia intervento di manutenzione, ci sono voluti 20 anni per la bonifica del tetto del Supercinema collocato nel pieno centro della città; se si proseguisse con gli stessi tempi la città potrà essere "asbestos free" solo fra 540 anni. Il censimento non è mai stato eseguito, sebbene una rilevazione empirica da noi eseguita sia motivo di grande preoccupazione.
Dobbiamo riaffermare che se si fosse provveduto, a Trani e altrove, al censimento e alla mappatura dei siti contaminati, ad opera delle amministrazioni locali così come previsto dalla Legge 257/92 e dal P.R.A. (Piano Regionale Amianto), i responsabili del delitto perfetto di questi ignoti, che adeguatamente attrezzati hanno abbandonato le pedane velenose, sarebbero già individuati e forse loro stessi avrebbero evitato di commettere il reato nella consapevolezza di essere facilmente individuati. Rivolgiamo appello, ancora una volta, ai sindaci perché vogliano avviare una volta per sempre il censimento e la mappatura dei siti, anche attraverso droni ormai nella disponibilità di quasi tutti i Comuni, e procedere con l'emissione di ordinanze di bonifica cui dovranno seguire, in caso di persistente inadempienza, esecuzioni in danno dei proprietari dei siti».
«La legge 257/92 già da oltre trenta anni ha riconosciuto – sulla base degli studi condotti dalla comunità scientifica mondiale - la nocività dell'amianto alla salute dell'uomo e ne ha bandito l'uso e la commercializzazione. La pericolosità è data dalla capacità dispersiva delle fibre di cui si compone l'amianto a causa della loro leggerezza che trasportate dal vento si diffondono nell'ambiente raggiungendo anche lunghe distanze dalla fonte di contaminazione.
L'amianto, sostanza altamente tossica, causa patologie molto gravi che conducono alla morte. L'AEA (Associazione Esposti Amianto e rischi per la salute) e il CODACONS non possono tacere di fronte a questa grave circostanza alla base della quale vi è un colpevole disinteressamento delle istituzioni. Dopo l'accertamento della pericolosità dell'amianto tutti gli Stati ne decretarono la messa al bando e in Italia fu varata la legge 257/92 successivamente recepita dalla Regione Puglia attraverso il varo del Piano Regionale Amianto nella formulazione del febbraio 2015.
Nella nostra città e nella provincia sono decenni che l'AEA attraverso il suo portavoce BAT e referente locale dell'AEA e il CODACONS lottano inascoltati perché si eseguano, come previsto dalle norme, il censimento e la mappatura dei siti contaminati. A Trani, dove tuttora esistono numerosi siti (per lo più capannoni) con coperture in cemento amianto estremamente degradate, ormai privi di qualsivoglia intervento di manutenzione, ci sono voluti 20 anni per la bonifica del tetto del Supercinema collocato nel pieno centro della città; se si proseguisse con gli stessi tempi la città potrà essere "asbestos free" solo fra 540 anni. Il censimento non è mai stato eseguito, sebbene una rilevazione empirica da noi eseguita sia motivo di grande preoccupazione.
Dobbiamo riaffermare che se si fosse provveduto, a Trani e altrove, al censimento e alla mappatura dei siti contaminati, ad opera delle amministrazioni locali così come previsto dalla Legge 257/92 e dal P.R.A. (Piano Regionale Amianto), i responsabili del delitto perfetto di questi ignoti, che adeguatamente attrezzati hanno abbandonato le pedane velenose, sarebbero già individuati e forse loro stessi avrebbero evitato di commettere il reato nella consapevolezza di essere facilmente individuati. Rivolgiamo appello, ancora una volta, ai sindaci perché vogliano avviare una volta per sempre il censimento e la mappatura dei siti, anche attraverso droni ormai nella disponibilità di quasi tutti i Comuni, e procedere con l'emissione di ordinanze di bonifica cui dovranno seguire, in caso di persistente inadempienza, esecuzioni in danno dei proprietari dei siti».