Amianto in zona Nord, la mappa degli interventi dall'ex macello ai siti privati
Dopo nove esposti in otto anni, arriva il programma delle bonifiche
mercoledì 4 novembre 2015
7.42
Sono due i manufatti, appartenenti all'ex macello comunale, che saranno interessati dall'attività di bonifica promossa dal Comune di Trani in questi giorni. L'intervento, che costerà 45mila euro, come già segnalato due giorni fa, non coinvolgerà le ulteriori due strutture di proprietà privata che si trovano vicino a quelle pubbliche, sulle quali è stata già interessata la polizia giudiziaria. Come visibile nelle immagini sottostanti, il problema non è di poco conto: gli immobili, dalle dimensioni non trascurabili, versano in condizioni deprecabili e il danneggiamento della copertura superiore fa intuire come da diverso tempo le particelle tossiche si stiano diffondendo nell'area. Sono serviti nove interventi, tra privati, forze dell'ordine e rappresentanti politici, per arrivare ad un primo risultato concreto. L'accelerata decisiva è giunta nel corso degli ultimi mesi.
La prima segnalazione dell'anno avviene ad opera dell'amministratore del condominio "Area Marina", già balzato agli onori della cronaca in seguito a un sequestro per un'accusa di abusivismo edilizio, poi risolta. Nell'esposto di febbraio - rivolto al commissario Iaculli, ai dirigenti Stasi e Didonna, al comandante della polizia urbana e al dirigente sanitario della Asl Bat - si ricorda come persistano «capannoni in stato di grave degrado e ricoperti da eternit. Ciò che desta maggiormente preoccupazione è che alcuni di questi siti sono di proprietà dello Stato e già nel lontano 2007 il costruttore del fabbricato sollecitava gli enti interessati a voler intervenire per una bonifica della zona dopo un'opportuna conferenza di servizio. Nel 2011 l'allora dirigente dell'Ufficio tecnico tenne una conferenza di servizio con i soggetti interessati e a tutto ciò avvenne un nulla di fatto. Nel 2012, il costruttore, ancora una volta, interessava Demanio Marittino, ministero delle Infrastrutture e Regione Puglia per una rapida risoluzione del problema bonifica, ma ancora nulla di fatto. Solo l'agenzia del Demanio si ricordava, a distanza di otto lunghi mesi, di rispondere al costruttore e ad altri enti pubblici, ma si perde ancora tempo. Nel 2013, ancora il costruttore dello stabile ha risposto e sollecitato il demanio per una rapida soluzione, ma purtroppo ancora silenzio».
Nel marzo di quest'anno, segue un esposto del comandante della polizia locale, Leonardo Cuocci Martorano, in cui si segnala come, a seguito di due verbali di costatazione redatti da personale dipendente, congiuntamente a personale appartenente all'Ufficio Locamare e all'Asbat Sisp di Trani, inerenti ad un sopralluogo eseguito presso l'area identificata, si segnala l'abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi e non, costituiti da eternit, rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione ed altri rifiuti ingombranti. Ad aprile, una ulteriore segnalazione del condominio pone tre interrogativi: quali sono i tempi di intervento nei confronti dei casi segnalati? Quali i tempi di avvio di una bonifica o messa in sicurezza dei siti? Quali i provvedimenti emessi nei confronti di chi detiene eternit? A maggio, ancora il comandante Cuocci Martorano provvede a reiterare la richiesta di intervento agli uffici preposti.
Infine, nello scorso mese di settembre, anche la consigliera comunale Anna Maria Barresi, eletta nella Lista Emiliano, è intervenuta con una nota indirizzata al dirigente del settore Urbanistica e Ambiente, l'ingegner Michele Stasi. Richiamando i precedenti interventi, la consigliera ha ricordato come «fu approvato (nel 2013, ndr) il risanamento di aree pubbliche attraverso operazioni di rimozione di eternit cofinanziando l'opera con soldi comunali. Successivamente [...] si è provveduto a rimuovere rifiuti di eternit in località fontanelle in continuazione della dorsale adriatica, che parte da via Finanzieri (zona demaniale) e arriva fino a Boccadoro». In Puglia, dal 2006, le funzioni amministrative sul demanio marittimo sono, infatti, conferite ai comuni costieri. Il documento sollecita, successivamente a intervenire con bonifica sulle aree demaniali interessate, poste a ridosso delle civili abitazioni. Si attendono ora solo gli interventi, che andranno a iniziare un processo di riqualificazione di un'area cittadina finora molto trascurate dalle amministrazioni alternatesi al governo.
La prima segnalazione dell'anno avviene ad opera dell'amministratore del condominio "Area Marina", già balzato agli onori della cronaca in seguito a un sequestro per un'accusa di abusivismo edilizio, poi risolta. Nell'esposto di febbraio - rivolto al commissario Iaculli, ai dirigenti Stasi e Didonna, al comandante della polizia urbana e al dirigente sanitario della Asl Bat - si ricorda come persistano «capannoni in stato di grave degrado e ricoperti da eternit. Ciò che desta maggiormente preoccupazione è che alcuni di questi siti sono di proprietà dello Stato e già nel lontano 2007 il costruttore del fabbricato sollecitava gli enti interessati a voler intervenire per una bonifica della zona dopo un'opportuna conferenza di servizio. Nel 2011 l'allora dirigente dell'Ufficio tecnico tenne una conferenza di servizio con i soggetti interessati e a tutto ciò avvenne un nulla di fatto. Nel 2012, il costruttore, ancora una volta, interessava Demanio Marittino, ministero delle Infrastrutture e Regione Puglia per una rapida risoluzione del problema bonifica, ma ancora nulla di fatto. Solo l'agenzia del Demanio si ricordava, a distanza di otto lunghi mesi, di rispondere al costruttore e ad altri enti pubblici, ma si perde ancora tempo. Nel 2013, ancora il costruttore dello stabile ha risposto e sollecitato il demanio per una rapida soluzione, ma purtroppo ancora silenzio».
Nel marzo di quest'anno, segue un esposto del comandante della polizia locale, Leonardo Cuocci Martorano, in cui si segnala come, a seguito di due verbali di costatazione redatti da personale dipendente, congiuntamente a personale appartenente all'Ufficio Locamare e all'Asbat Sisp di Trani, inerenti ad un sopralluogo eseguito presso l'area identificata, si segnala l'abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi e non, costituiti da eternit, rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione ed altri rifiuti ingombranti. Ad aprile, una ulteriore segnalazione del condominio pone tre interrogativi: quali sono i tempi di intervento nei confronti dei casi segnalati? Quali i tempi di avvio di una bonifica o messa in sicurezza dei siti? Quali i provvedimenti emessi nei confronti di chi detiene eternit? A maggio, ancora il comandante Cuocci Martorano provvede a reiterare la richiesta di intervento agli uffici preposti.
Infine, nello scorso mese di settembre, anche la consigliera comunale Anna Maria Barresi, eletta nella Lista Emiliano, è intervenuta con una nota indirizzata al dirigente del settore Urbanistica e Ambiente, l'ingegner Michele Stasi. Richiamando i precedenti interventi, la consigliera ha ricordato come «fu approvato (nel 2013, ndr) il risanamento di aree pubbliche attraverso operazioni di rimozione di eternit cofinanziando l'opera con soldi comunali. Successivamente [...] si è provveduto a rimuovere rifiuti di eternit in località fontanelle in continuazione della dorsale adriatica, che parte da via Finanzieri (zona demaniale) e arriva fino a Boccadoro». In Puglia, dal 2006, le funzioni amministrative sul demanio marittimo sono, infatti, conferite ai comuni costieri. Il documento sollecita, successivamente a intervenire con bonifica sulle aree demaniali interessate, poste a ridosso delle civili abitazioni. Si attendono ora solo gli interventi, che andranno a iniziare un processo di riqualificazione di un'area cittadina finora molto trascurate dalle amministrazioni alternatesi al governo.