Amiu e discarica, i dubbi del Comitato Bene Comune

Rossi e Bartucci: «Si proceda con il "porta a porta" e la chiusura dell'impianto»

giovedì 3 marzo 2016 11.33
Ad avanzare dubbi sulla situazione "in bilico" di Amiu e discarica sono Anna Rossi e Francesco Bartucci del Comitato Bene Comune. «Appaiono sempre più oscure le nubi che coinvolgono le vicende dell'AMIU e della discarica di Trani - scrivono in una nota stampa -. I motivi sono molteplici e drammatici, a partire dalla incerta ricapitalizzazione e dall'incombente messa in liquidazione, per giungere al costoso impegno con AMIU Puglia S.p.A. per il conferimento dei rifiuti nella discarica di Foggia al gravoso costo di 160.85 euro a tonnellata. Con tali costi ci chiediamo cos'altro impedisca all'Amministrazione Comunale di avviare la più volte annunciata raccolta differenziata porta-a-porta che rappresenta una importante ed indispensabile opzione per l'attuazione della strategia Rifiuti Zero. Vale la pena ricordare che tali costi di conferimento in discarica sono antieconomici oltreché antiecologici. Pertanto, l'invocata ipotesi della riduzione della TARI sembra sempre più improbabile e lontana».

Continuano: «Come erano spensierati e come sono ormai lontani i lunghi periodi della gestione della discarica di Trani dove come dei buoni samaritani accoglievamo rifiuti da mezza Puglia accontentandoci di incassare al massimo 45 euro a tonnellata con oltre 880 tonnellate al giorno. Ci dispiace ironizzare su questa amara vicenda, ma è inevitabile ricordare che è stato anche quell'eccessivo, rapido e progressivamente crescente carico di rifiuti a portare al disastro ambientale dal quale non sembra esserci alcuna immediata via d'uscita. Se è vero che è stato definitivamente approvato il Piano di Caratterizzazione è anche vero che il Piano di Messa in Sicurezza d'Emergenza sembra estremamente inattuabile, costoso, tecnicamente complesso e difficilmente concretizzabile. Se è vero che il Piano di Caratterizzazione è stato varato in Regione è anche vero che non si ha alcuna certezza che la lacerazione della barriera impermeabile si collochi proprio in prossimità del pozzo P6V. Ancora oggi non si sa nulla circa la chiusura dello stesso pozzo e della richiamata necessità tecnica di realizzarne un altro nelle vicinanze (Pozzo P6V Bis».

«Perdurano nel frattempo i costosissimi esborsi - proseguono - per il trattamento del percolato con la solita ditta abruzzese che nell'AMIU Trani e negli ingenui cittadini contribuenti della città ha trovato la gallina dalle uova d'oro. In merito alle nostre trascorse richieste di informazioni concernenti l'anomala procedura di conferimento diretto del servizio per il trattamento del percolato sempre alla stessa ditta, senza che sia altresì espletata una regolare gara tra ditte concorrenti, non c'è stata a tutt'oggi fornita alcuna delucidazione. Il trattamento del percolato potrebbe avvenire in sito con la realizzazione di economicissimo impianto di fitodepurazione ammortizzabile in soli tre mesi, così come avviene nella discarica per rifiuti solidi urbani di Taglietto in provincia di Rovigo. Ma si sa; i veneti sono lungimiranti, mentre noi possiamo permetterci di essere magnanimi con i collaboratori esterni della municipalizzata».

«In merito al Piano di Messa in Sicurezza ed alle scelte tecniche in esso contenute - sostengono - ci sembra opportuno evidenziare che include degli interventi tecnici costosi ed inutili, come il barrieramento con la tecnica del jet grouting che, non potendo essere ancorata su un substrato di fondo impermeabile, non garantirebbe in alcun modo la tenuta idraulica del diaframma fisico. Ma si sa, anche in questo caso siamo magnanimi con ditte e progettisti».

«Ravvisiamo invece l'inderogabile necessità di procedere alla definitiva chiusura della discarica con la realizzazione del capping sul lotto 1 e sul lotto 2, per evitare che continui a formarsi indefinitamente il percolato e per poter entrare nella fase di post-gestione che prelude al recupero ambientale. Relativamente poi ai costi di messa in sicurezza e bonifica vorremmo esprimere il nostro disappunto nell'aver appreso che la Regione avrebbe stanziato circa un milione e mezzo a fronte dei quasi 20 milioni necessari. Ci sembra un ben magro contributo se si considerano le responsabilità che la Regione ha avuto nelle vicende relative alla discarica».

«Intanto le analisi continuano a raccontare uno stato di inquinamento perdurante, (e a questo proposito vorremmo sapere come mai il laboratorio cui è stato affidato negli ultimi tempi il compimento delle analisi risulti sprovvisto dell'opportuno accreditamento di qualità). Alla luce di tutto questo è intollerabile il ritardo nell'attuazione di quel piano per la raccolta differenziata siglato con il Conai e presentato in pompa magna il 9 dicembre in biblioteca. Ad oggi, a circa tre mesi di distanza, non è stata ancora avviata nemmeno la relativa campagna di informazione e sensibilizzazione - sottolineano i due -. Né ancora si parla di calendarizzare la delibera Rifiuti Zero che già da tempo abbiamo presentato all'amministrazione per la presentazione in consiglio comunale (e a questo proposito ci permettiamo di segnalare il corso rifiuti zero che si terrà a Capannori il 24-25-26 marzo che potrebbe essere molto utile per acquisire una conoscenza diretta e approfondita in merito). Dovrebbe essere ormai chiaro - concludono - che sono queste le uniche possibilità ragionevoli di innescare finalmente un processo di cambiamento e soluzione del problema dei rifiuti a Trani».