Amiu, ecco le probabili cause delle dimissioni di Guadagnuolo
Quel grigio burocrate alla ribalta grazie alle peripezie della politica
mercoledì 31 ottobre 2018
10.54
Raramente presidenti e direttori di municipalizzate tranesi hanno avuto effettiva visibilità mediatica e altrettanto raramente sono stati centri propulsori e calamite di polemiche. Nella Seconda e Terza (-?-) repubblica, nel piccolo e anomalo "Staterello" di Trani, quasi mai hanno lasciato un segno effettivo.
L'ingegnere Guadagnuolo è apparso in tal senso un'eccezione. C'è da dire che ha portato dentro di se un' ulteriore anomalia, una contraddizione politica che non ha giovato al suo quieto vivere: nominato da un sindaco di centro -destra, ha raccolto la conferma anche dal sindaco successore di centro - sinistra. Se da una parte questa circostanza avrebbe fatto pensare ad una giustificazione di "merito", (uno bravo lo confermano sempre, indipendentemente dal colore dell'amministrazione) dall'altra, nella mentalità tipica della politica che è adusa a " non fare prigionieri", parafrasando uno come Previti, la doppia conferma di Guadagnuolo, da destra e sinistra, ed in particolare il lungo "orgasmo" politico con Bottaro, durato oltre tre anni, ha alimentato nell'opinione pubblica i sospetti di trasversalismo, inciucio lungo e ampio, accordi che passassero proprio attraverso la persona dell'ingegner Guadagnuolo.
Niente di tutto questo. Guadagnuolo si è reso autore di licenziamenti in Amiu alquanto clamorosi anche dal punto di vista mediatico ( su tutti quello dell'ingegner Zecchillo). I nemici non sono mancati. Ha gestito una barca ai limiti della governabilità e con un rischio elevatissimo col materiale infiamnabile che ha avuto tra le mani ( percolato e rischi ambientali per la salute dei cittadini, dopo e durante le note traversie della discarica, percependo uno stipendio ( una fonte attendibile ce lo riferisce) di 1.100 euro al mese.
Avrebbe dovuto e forse avrebbe voluto passare inosservato, da tecnico e/o burocrate. Ma una politica sempre più annodata su se stessa ed incapace di prendere decisioni forti, una burocrazia mostruosa e i tempi bestiali legati alla discarica, hanno finito per riportarlo sempre e costantemente alla ribalta, difeso spesso e volentieri dall'assessore Di Gregorio. Quelle difese apparivano agli occhi di noi comuni mortali come la mano della Politica che si posava ossessivamente sulla spalla dell'ingegnere, come un Padrino durante il rito della Cresima col suo figlioccio. E la distorsione tra Tecnica e Politica aumentava. Ieri sono giunte le dimissioni di Guadagnuolo che sanciscono la fine d'un rapporto con l'attuale capo della politica tranese.
Un rapporto che già da tempo non era più quello degli inizi, come ci confermano fonti politiche e interne all'azienda. L'ipotesi che le dimissioni sarebbero giunte per l'assenza all'assemblea dei Soci, sinceramente fa sorridere e sembra una maschera di cartapesta e fiori apparsa davanti ad Alice nel paese delle Meraviglie. Un duro come Guadagnuolo può dimettersi per un'assenza del sindaco? Dopo aver resistito a tutte le bufere possibili ed immaginabili, una dimissione può arrivare per un motivo del genere? Tra l'altro fonti attendibili ci confermano che in quella riunione l'Amministrazione ed il Sindaco in primis erano degnamente rappresentati dall'assessore Lignola. Notizia che nessuno ha riportato.
Fonti di Palazzo a questo punto ipotizzano come cause primarie delle dimissioni due motivi profondi e "umani": con l'azienda in condizioni finanziarie difficili, ipotizza una fonte politica, " il sindaco ha negato il premio di produzione a Guadagnuolo". Questo potrebbe essere un primo vulnus nel rapporto tra Bottaro e Guadagnuolo. Un secondo motivo risiederebbe, sempre secondo le nostre fonti, nel passaggio di quel Consiglio Comunale, nel quale, dopo gli attacchi un po' da tutte le parti dei politici, lo stesso Bottaro, invece di "difendere" ancora, magari comunque, rassicurando tutti sulla fine del rapporto e lasciando al tempo stesso una certa indeterminatezza nei tempi, sancì una fine, con un preciso limes temporale, la fine dell'anno, per l'addio a Guadagnuolo.
È vero che politicamente le intenzioni dei due erano confluite sul discorso dimissioni, ma probabilmente, dal punto di vista umano, quell'accelerazione, quel repentino piede di Amedeo sul corpo già martoriato di Guadagnuolo, ha, bella testa di quest'ultimo, portato probabilmente alla conclusione che era il caso di chiudere on anticipo. Sui titoli di coda di questa vicenda, la Città comunque firma e parafrasa una famosa canzone di Mina: l'importante era finire.
L'ingegnere Guadagnuolo è apparso in tal senso un'eccezione. C'è da dire che ha portato dentro di se un' ulteriore anomalia, una contraddizione politica che non ha giovato al suo quieto vivere: nominato da un sindaco di centro -destra, ha raccolto la conferma anche dal sindaco successore di centro - sinistra. Se da una parte questa circostanza avrebbe fatto pensare ad una giustificazione di "merito", (uno bravo lo confermano sempre, indipendentemente dal colore dell'amministrazione) dall'altra, nella mentalità tipica della politica che è adusa a " non fare prigionieri", parafrasando uno come Previti, la doppia conferma di Guadagnuolo, da destra e sinistra, ed in particolare il lungo "orgasmo" politico con Bottaro, durato oltre tre anni, ha alimentato nell'opinione pubblica i sospetti di trasversalismo, inciucio lungo e ampio, accordi che passassero proprio attraverso la persona dell'ingegner Guadagnuolo.
Niente di tutto questo. Guadagnuolo si è reso autore di licenziamenti in Amiu alquanto clamorosi anche dal punto di vista mediatico ( su tutti quello dell'ingegner Zecchillo). I nemici non sono mancati. Ha gestito una barca ai limiti della governabilità e con un rischio elevatissimo col materiale infiamnabile che ha avuto tra le mani ( percolato e rischi ambientali per la salute dei cittadini, dopo e durante le note traversie della discarica, percependo uno stipendio ( una fonte attendibile ce lo riferisce) di 1.100 euro al mese.
Avrebbe dovuto e forse avrebbe voluto passare inosservato, da tecnico e/o burocrate. Ma una politica sempre più annodata su se stessa ed incapace di prendere decisioni forti, una burocrazia mostruosa e i tempi bestiali legati alla discarica, hanno finito per riportarlo sempre e costantemente alla ribalta, difeso spesso e volentieri dall'assessore Di Gregorio. Quelle difese apparivano agli occhi di noi comuni mortali come la mano della Politica che si posava ossessivamente sulla spalla dell'ingegnere, come un Padrino durante il rito della Cresima col suo figlioccio. E la distorsione tra Tecnica e Politica aumentava. Ieri sono giunte le dimissioni di Guadagnuolo che sanciscono la fine d'un rapporto con l'attuale capo della politica tranese.
Un rapporto che già da tempo non era più quello degli inizi, come ci confermano fonti politiche e interne all'azienda. L'ipotesi che le dimissioni sarebbero giunte per l'assenza all'assemblea dei Soci, sinceramente fa sorridere e sembra una maschera di cartapesta e fiori apparsa davanti ad Alice nel paese delle Meraviglie. Un duro come Guadagnuolo può dimettersi per un'assenza del sindaco? Dopo aver resistito a tutte le bufere possibili ed immaginabili, una dimissione può arrivare per un motivo del genere? Tra l'altro fonti attendibili ci confermano che in quella riunione l'Amministrazione ed il Sindaco in primis erano degnamente rappresentati dall'assessore Lignola. Notizia che nessuno ha riportato.
Fonti di Palazzo a questo punto ipotizzano come cause primarie delle dimissioni due motivi profondi e "umani": con l'azienda in condizioni finanziarie difficili, ipotizza una fonte politica, " il sindaco ha negato il premio di produzione a Guadagnuolo". Questo potrebbe essere un primo vulnus nel rapporto tra Bottaro e Guadagnuolo. Un secondo motivo risiederebbe, sempre secondo le nostre fonti, nel passaggio di quel Consiglio Comunale, nel quale, dopo gli attacchi un po' da tutte le parti dei politici, lo stesso Bottaro, invece di "difendere" ancora, magari comunque, rassicurando tutti sulla fine del rapporto e lasciando al tempo stesso una certa indeterminatezza nei tempi, sancì una fine, con un preciso limes temporale, la fine dell'anno, per l'addio a Guadagnuolo.
È vero che politicamente le intenzioni dei due erano confluite sul discorso dimissioni, ma probabilmente, dal punto di vista umano, quell'accelerazione, quel repentino piede di Amedeo sul corpo già martoriato di Guadagnuolo, ha, bella testa di quest'ultimo, portato probabilmente alla conclusione che era il caso di chiudere on anticipo. Sui titoli di coda di questa vicenda, la Città comunque firma e parafrasa una famosa canzone di Mina: l'importante era finire.