Anche Trani piange Gigi Proietti

Nel 2014 l'ultima apparizione nella nostra città del grande artista scomparso  oggi

lunedì 2 novembre 2020 11.02
A cura di Stefania De Toma
"Volevo solo una cosa: la luna", aveva detto in un' intervista descrivendo la sua idea di teatro, "quasi una comunità". E la luna della scorsa notte sul mare di Trani era bellissima, quasi una dedica al grande attore, densa di luce infuocata e poi sempre più sfavillante, quando ha preso a occhieggiare tra le nuvole. Artisti come Gigi Proietti si sentono come amici propri: sarà stata la sua simpatia immediata unita alla qualità interpretativa dei più grandi, la versatilità capace di appagare il pubblico più vario, la capacità di usare il teatro per dispensare saggezza con ironia e intelligenza. Ma anche la sua semplicità che lo faceva sentire ovunque "uno di noi", con la missione di rendere felice la gente, farla ridere,"perchè ridere rende più felici grazie alle endorfine che il ridere rilascia" (benchè il suo repertorio comprenda non solo commedia). A Trani era stato protagonista di una serata dell'estate tranese nel 2006 e più di recente, nel dicembre 2014, di un evento di beneficenza organizzato dal circolo del cinema "Dino Risi" e dalla Associazione Corte Sveva di Andria, "Natale in casa Proietti". Fu uno spettacolo-intervista piacevolissimo in cui al dialogo con Fabrizio Corallo sul palco del teatro Impero si erano andate alternando incursioni di quelli che lui amava chiamare i suoi "cavalli di battaglia".

Aveva ottant'anni e la sua energia , di recente sprigionata in maniera sommessa attraverso collegamenti da casa sua, dove viveva un isolamento precauzionale come molte persone anziane hanno scelto di fare ("Roma non è spettrale", commentando il deserto dello scorso lockdown: "se stà a riposà"), avrebbe potuto continuare a donarsi al pubblico. Quasi d'obbligo la riflessione su quella infelice espressione di un politico italiano che ha definito gli ultrasettantenni "persone che sono per fortuna per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese" in quanto vittime privilegiate del coronavirus; sulla chiusura dei teatri, bene impareggiabile per la diffusione della cultura attraverso scintille innescate nell'animo della gente,("dove tutto è finto ma nulla è falso"); e sulla missione della scuola. Perchè lui maestro lo è stato davvero in un laboratorio teatrale che ha formato generazioni di attori e attrici che oggi lo piangono come si piangerebbe un padre. Chissà che la sua morte non imponga una riflessione diversa in questo momento quanto alle misure che ci debbano proteggere.

Il tramonto della luna bella di ieri sera questa mattina su Trani era velato da un grigio sottile, proprio mentre il cuore malandato di Gigi Proietti cessava di battere. Forse perchè il cielo per qualche istante l'ha fatta brillare solo per lui.