Ancora silenzio sulla vicenda di Gigi Mintrone

Dopo mesi, ancora nessuna risposta sulla questione dalla Regione Puglia

domenica 19 luglio 2015 7.07
L'estate, il mare, le passeggiate con gli amici dovrebbero essere un diritto di tutti eppure a Gigi Mintrone tutto questo è stato negato, per una malattia che lo obbliga all'immobilità. Ma non può essere immobile la riflessione su una burocrazia che gli impedisce di proseguire le sue cure. Dal primo incontro con Gigi e tutta la sua famiglia sono trascorsi quarantacinque giorni. Abbiamo parlato con alcuni avvocati, alcuni medici pronti a scrivere relazioni che constatassero l'effettivo stato di deterioramento della salute di Gigi sono improvvisamente e inspiegabilmente venuti meno e anche la forza di andare avanti e combattere alle volte lascia il posto alla delusione e all'amarezza.

Per chi non lo sapesse purtroppo Gigi è affetto da tetraparesi spastica ossia una patologia che viene definita, secondo la classificazione di Michaelis, sindrome tetra paretica in cui i quattro arti sono coinvolti dal deficit motorio in modo simmetrico e in cui sono inclusi anche casi con tratti distonici. Il suo problema però adesso non è la malattia ma il no che da anni la Regione Puglia continua a ripetere alle sue instancabili richieste di poter proseguire le cure in America, dove è già stato curato con il metodo Doman.

Perché le cure sono state bloccate? Ancora oggi è impossibile riuscire a parlare con qualcuno che in modo competente ci fornisca le risposte e soprattutto il modo per uscire da questa impasse che sta soltanto annientando i progressi raggiunti nel corso del tempo. Perché senza le cure adatte, che purtroppo i centri di altissima specializzazione in Italia non sono riusciti a garantire, Gigi diviene giorno dopo giorno più rigido, smette di deambulare con le stampelle canadesi e trascorre le giornate tra il letto e la sedia a rotelle. Quel suo perfetto modo di parlare e comunicare, che gli ha permesso di andare avanti nei suoi studi in maniera pressoché autonoma, di laurearsi con la menzione accademica, si sta spezzando e lascia spazio sempre di più al generarsi di disturbi del linguaggio.

Ma una cosa è quella più grave sia dell'intorpidimento fisico e mentale ed è lo stato di forte depressione in cui Gigi sta sprofondando e lo capisci bene quando ti guarda e ti dice io ormai sono morto per metà. Vanificati i suoi sforzi, vanificati gli sforzi di una famiglia che gli è stata dietro con amore e grande senso di sacrificio è arrabbiato e deluso ma non si arrenderà.

Ora, non racconto la sua storia per senso di buonismo, per pena o per guadagnarmi l'applauso facile per la mole di dolore che questa storia suscita, ma per indignazione e sgomento, per la rabbia che in un paese come l'Italia ancora si faccia fatica a garantire un diritto, unico e insindacabile, che è il diritto alla salute e perché no anche alla felicità. Alternativa in questo caso.

Ci sono giunte molte richiesta e offerte di aiuto. Bene con la Famiglia Mintrone vogliamo organizzare un comitato per Gigi perché la sua voce non si perda nel silenzio ma diventi assordante. Chiunque voglia proporre qualcosa, avere maggiori info e aiutare scriva alla mail: rossella_depalma@libero.it.