Auto blu, Tarantini al centro di un’indagine per peculato
Il Pm chiede l’archiviazione, il Gip la respinge. Camera di consiglio il 9 ottobre
venerdì 26 giugno 2009
Un'indagine per peculato d'uso era stata avviata nei mesi scorsi dalla procura di Trani a carico del sindaco Giuseppe Tarantini, reo di essersi recato al lavoro, in ospedale, con l'auto blu del Comune. Il tutto era partito da un esposto, con tanto di documentazione videofilmata di un cittadino, Piero Lestingi, ma il pm Bruna Manganalli ha chiesto l'archiviazione, respinta però dal gip Roberto Oliveri del Castillo che ha fissato per il 9 ottobre la camera di consiglio: al termine della stessa, il giudice potrà decidere di archiviarla comunque, ordinare al pm di svolgere ulteriori indagini oppure di riformulare l'imputazione.
L'argomento è stato trattato con ampi dettagli dal Corriere del Mezzogiorno. La prova del peculato del primo cittadino consiste nelle riprese realizzate dallo stesso Lestingi, mentre l'auto blu guidata da un vigile urbano di mattina esce da Palazzo di città, prende Tarantini a casa e lo accompagna in ospedale. Il pm non ha ritenuto sufficiente il dvd come prova "per via dell'impossibilità di attribuire con certezza le date dei singoli episodi di reato" e poiché "si tratta di attività di osservazione svolta da privato, senza le modalità e con le garanzie tassativamente previste per le attività di polizia giudiziaria".
Secondo il sostituto procuratore non sarebbe nemmeno stata accertata "la circostanza dell'effettiva prestazione di lavoro da parte del Tarantini, ovvero del fatto che si recasse presso l'ospedale di Trani in veste istituzionale". E, in ultima analisi, il reato di peculato d'uso non sarebbe configurabile - secondo quanto stabilito anche da una sentenza della Corte di Cassazione del 2007 - "quando la condotta abusiva non abbia leso la funzionalità della pubblica amministrazione e non abbia arrecato un danno patrimoniale apprezzabile".
Lestingi, da parte sua, aveva chiesto al procuratore capo, Carlo Maria Capristo, che si accertassero i fatti "a nome e per conto dei cittadini tranesi, quelli che si recano al lavoro con mezzi propri, pagati con i propri soldi e in molti casi con mezzi pubblici, mentre il sindaco utilizza l'auto blu a spese di noi cittadini".
L'argomento è stato trattato con ampi dettagli dal Corriere del Mezzogiorno. La prova del peculato del primo cittadino consiste nelle riprese realizzate dallo stesso Lestingi, mentre l'auto blu guidata da un vigile urbano di mattina esce da Palazzo di città, prende Tarantini a casa e lo accompagna in ospedale. Il pm non ha ritenuto sufficiente il dvd come prova "per via dell'impossibilità di attribuire con certezza le date dei singoli episodi di reato" e poiché "si tratta di attività di osservazione svolta da privato, senza le modalità e con le garanzie tassativamente previste per le attività di polizia giudiziaria".
Secondo il sostituto procuratore non sarebbe nemmeno stata accertata "la circostanza dell'effettiva prestazione di lavoro da parte del Tarantini, ovvero del fatto che si recasse presso l'ospedale di Trani in veste istituzionale". E, in ultima analisi, il reato di peculato d'uso non sarebbe configurabile - secondo quanto stabilito anche da una sentenza della Corte di Cassazione del 2007 - "quando la condotta abusiva non abbia leso la funzionalità della pubblica amministrazione e non abbia arrecato un danno patrimoniale apprezzabile".
Lestingi, da parte sua, aveva chiesto al procuratore capo, Carlo Maria Capristo, che si accertassero i fatti "a nome e per conto dei cittadini tranesi, quelli che si recano al lavoro con mezzi propri, pagati con i propri soldi e in molti casi con mezzi pubblici, mentre il sindaco utilizza l'auto blu a spese di noi cittadini".