Asl Bat, azioni legali in caso di altri tagli ai posti letto
Ospedale, Trani si sveglia: dura lettera a Vendola e Fiore. I capigruppo chiedono un confronto e mettono in guardia i vertici regionali
mercoledì 7 settembre 2011
Si è conclusa la riunione dei capigruppo consiliari, convocata d'urgenza dal presidente del Consiglio comunale di Trani, Giuseppe Di Marzio, per redigere un documento sulla situazione dell'ospedale di Trani. Al termine dell'incontro, tutti i presenti hanno firmato un documento che sarà inviato al presidente della Regione Puglia, all'assessore regionale alla salute, al direttore della Asl Bat ed alla conferenza dei sindaci.
I nostri politici hanno espresso nel documento «viva preoccupazione per le vicende relative al piano di riordino della rete ospedaliera pugliese» sottolineando la diffusione di «notizie confuse e talora contrastanti sull'ospedale unico Trani-Bisceglie». «Sembra che – si legge nella nota - l'ospedale unico di livello intermedio, richiesto dalle due comunità cittadine, ed il progetto di costruzione di un nuovo ospedale siano state recentemente negate in lettere ufficiali dell'assessorato, nonostante l'esistenza di un percorso amministrativo regionale e della Asl Bat già concluso. Inoltre, di recente, un insistente rincorrersi di voci in ospedale più notizie apparse sulla stampa, prospettano l'ipotesi del taglio di ulteriori 40 o più posti letto nella Asl Bat, molti dei quali interesserebbero l'ospedale di Trani e Bisceglie. Questi tagli andrebbero ad assottigliare ulteriormente i posti letto totali della Asl Bat che attualmente ha un indice di posti letto per mille abitanti di 1.95, il più basso della Regione insieme alla Provincia di Taranto, con una differenza: la Asl Bat ha chiuso il bilancio in pareggio, al contrario delle altre aziende sanitarie locali che hanno sforato per decine e decine di milioni di euro».
Fatte queste premesse la conferenza dei capigruppo del Comune di Trani ha ribadito una serie di concetti: «I prossimi tagli di posti letto non possono riguardare una Provincia che ha già il più basso indice di posti in sede regionale, ma, se necessari devono interessare altre aree, al fine di ottenere una più equa ripartizione su tutto il territorio della Regione Puglia. Pertanto, eventuali tagli di posti letto a carico dell'ospedale di Trani saranno avversati con tutti i mezzi legali. Il presidio unico attualmente organizzato su due plessi, di livello intermedio deve essere riconosciuto con nota ufficiale dell'assessore alla salute. Solo a fronte di questo riconoscimento, la direzione generale della Asl Bat potrà procedere ai necessari accorpamenti al fine di creare le premesse per un miglioramento della qualità dell'assistenza fornita ai cittadini e contestualmente risparmiare risorse, secondo un piano equilibrato fra le due strutture e previo confronto con le autorità cittadine».
Infine, i capigruppo formulano un'ipotesi precisa circa l'ubicazione di una nuova struttura ospedaliera. «Se la costruzione dell'ospedale unico di Trani–Bisceglie non fosse possibile, stante il parametro di un nuovo ospedale ogni 200.000 abitanti, fin da ora la conferenza dei capigruppo chiede che la costruzione del secondo ospedale della Asl Bat venga localizzata tra le città di Andria, Bisceglie e Trani». Viene dunque condivisa la linea sposata, per primo, dal consigliere Dino Marinaro. A chiusura della nota, i capigruppo hanno chiesto un incontro ai vertici regionali per avere un quadro preciso degli scenari futuri.
I nostri politici hanno espresso nel documento «viva preoccupazione per le vicende relative al piano di riordino della rete ospedaliera pugliese» sottolineando la diffusione di «notizie confuse e talora contrastanti sull'ospedale unico Trani-Bisceglie». «Sembra che – si legge nella nota - l'ospedale unico di livello intermedio, richiesto dalle due comunità cittadine, ed il progetto di costruzione di un nuovo ospedale siano state recentemente negate in lettere ufficiali dell'assessorato, nonostante l'esistenza di un percorso amministrativo regionale e della Asl Bat già concluso. Inoltre, di recente, un insistente rincorrersi di voci in ospedale più notizie apparse sulla stampa, prospettano l'ipotesi del taglio di ulteriori 40 o più posti letto nella Asl Bat, molti dei quali interesserebbero l'ospedale di Trani e Bisceglie. Questi tagli andrebbero ad assottigliare ulteriormente i posti letto totali della Asl Bat che attualmente ha un indice di posti letto per mille abitanti di 1.95, il più basso della Regione insieme alla Provincia di Taranto, con una differenza: la Asl Bat ha chiuso il bilancio in pareggio, al contrario delle altre aziende sanitarie locali che hanno sforato per decine e decine di milioni di euro».
Fatte queste premesse la conferenza dei capigruppo del Comune di Trani ha ribadito una serie di concetti: «I prossimi tagli di posti letto non possono riguardare una Provincia che ha già il più basso indice di posti in sede regionale, ma, se necessari devono interessare altre aree, al fine di ottenere una più equa ripartizione su tutto il territorio della Regione Puglia. Pertanto, eventuali tagli di posti letto a carico dell'ospedale di Trani saranno avversati con tutti i mezzi legali. Il presidio unico attualmente organizzato su due plessi, di livello intermedio deve essere riconosciuto con nota ufficiale dell'assessore alla salute. Solo a fronte di questo riconoscimento, la direzione generale della Asl Bat potrà procedere ai necessari accorpamenti al fine di creare le premesse per un miglioramento della qualità dell'assistenza fornita ai cittadini e contestualmente risparmiare risorse, secondo un piano equilibrato fra le due strutture e previo confronto con le autorità cittadine».
Infine, i capigruppo formulano un'ipotesi precisa circa l'ubicazione di una nuova struttura ospedaliera. «Se la costruzione dell'ospedale unico di Trani–Bisceglie non fosse possibile, stante il parametro di un nuovo ospedale ogni 200.000 abitanti, fin da ora la conferenza dei capigruppo chiede che la costruzione del secondo ospedale della Asl Bat venga localizzata tra le città di Andria, Bisceglie e Trani». Viene dunque condivisa la linea sposata, per primo, dal consigliere Dino Marinaro. A chiusura della nota, i capigruppo hanno chiesto un incontro ai vertici regionali per avere un quadro preciso degli scenari futuri.