Bando per la Darsena Comunale, il centrodestra: “Dove sono i necessari strumenti di pianificazione?”
Per le segreterie politiche e i consiglieri di FDI, FI, Lega e LPS è impossibile procedere con gli affidamenti senza il Piano regolatore del porto
lunedì 11 novembre 2024
16.06
Non si placano le polemiche sul futuro della Darsena comunale, nuovamente al centro del dibattito politico dopo la recente delibera di Giunta che dà indirizzo al Dirigente competente di predisporre gli atti necessari all'avvio della procedura ad evidenza pubblica per l'assegnazione di due concessioni demaniali e la rifunzionalizzazione e riqualificazione dell'infrastruttura all'interno del Porto di Trani. Fortemente critica sul punto si conferma la coalizione di Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega e LPS, che evidenzia come preventivamente alla assegnazione ai privati dell'area sia necessaria la determinazione di un "ambito portuale" con apposito atto amministrativo. "Il Piano Regolatore del Porto – domandano dal centrodestra - è stato redatto oppure no? E se è stato redatto perché non è mai stato portato al vaglio del Consiglio Comunale? Se invece non è stato redatto perché la società è stata pagata?". Sul punto le segreterie politiche e i consiglieri comunali di Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega e LPS hanno anticipato i quesiti oggetto di una prossima interrogazione consiliare. Qui di seguito il comunicato della coalizione di centrodestra a firma di Michele Scagliarini – Segretario Fratelli d'Italia, Alfonso Mangione – Segretario Forza Italia, Maurizio Colonna – Segretario Lega, Franco Altamura – Segretario LPS, Andrea Ferri, Emanuele Cozzoli – Consiglieri Comunali Fratelli d'Italia, Pasquale De Toma – Consigliere Comunale Forza Italia, Gianni Di Leo – Consigliere Comunale Lega, Filiberto Palumbo, Michele Centrone – Consiglieri Comunali LPS.
«Riteniamo necessario intervenire nuovamente su un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo turistico ed economico della città e che proviamo a difendere da ulteriori danni che questa amministrazione potrebbe causare: la Darsena Comunale. Infatti è di pochi giorni fa una delibera di giunta che dà indirizzo al Dirigente competente di predisporre gli atti necessari all'avvio della procedura ad evidenza pubblica per l'assegnazione di due concessioni demaniali e la rifunzionalizzazione e riqualificazione della Darsena Comunale all'interno del Porto di Trani. Da ciò ne derivano diversi quesiti: affinchè si possa indire una gara, dove si parla di concessioni demaniali finalizzate a riqualificare e rifunzionalizzare la darsena, è mai stato determinato "l'ambito portuale"? A prescindere dalla oggettiva determinazione che si tratta di porto, è necessario che lo stesso sia determinato con un atto amministrativo. L'Amministrazione è a conoscenza del "Piano del mare", redatto dal Ministro Musumeci nel 2022, in cui si esplicita chiaramente che tutti gli ambiti portuali, per la loro stretta simbiosi con quella che è l'economia cittadina, necessitano di un Piano Regolatore del Porto? Ovviamente questa città è sprovvista dei sopra citati e indispensabili piani, che non sono semplici formalità, ma che permettono di pianificare correttamente lo sviluppo di una importante risorsa come lo è il porto, così come recita la Risoluzione del Parlamento Europeo del 17 Gennaio 2024: "i porti combinano e salvaguardano una serie di attività costiere a vantaggio dei cittadini, delle comunità costiere e dell'ambiente marino, contribuendo a mantenere l'habitat costiero ed a migliorare la qualità dell'area negli agglomerati urbani circostante i porti".
Del resto questa amministrazione è abituata a gestire la costa senza alcuna pianificazione in quanto, oltre al Piano Regolatore del Porto, risulta anche non pervenuto il Piano Comunale delle Coste, la cui mancanza le ha permesso di agire a "macchia di leopardo" nel rilascio di concessioni balneari, con la conseguenza che alcune concessioni per spiagge libere con servizi nel tempo si sono trasformate in stabilimenti balneari, in danno ai cittadini.
In realtà l'amministrazione comunale conosce bene l'importanza del Piano Regolatore del Porto tant'è che a luglio 2024 il dirigente competente dichiarava che "è in corso l'iter redattivo", anche se per lo stesso piano il precedente Dirigente competente, con atto di liquidazione n. 521 del 14/04/2020, dichiarava che si poteva procedere al saldo delle spettanze della ditta Maggio Architettura e Ingegneria Srl (affidataria dell'incarico di redazione del piano) "dopo aver verificato che la prestazione è stata regolarmente eseguita, secondo i requisiti quantitativi e qualitativi, i termini e le condizioni contrattuali pattuite." Ma allora il Piano Regolatore del Porto è stato redatto oppure no? E se è stato redatto perché non è mai stato portato al vaglio del Consiglio Comunale? Se invece non è stato redatto perché la società è stata pagata?
Ancora, relativamente alle improrogabili scadenze dettate dalla Bolkestein, riportiamo testualmente quanto emerso dall'audizione avuta tra Assonautica (Confcommercio) ed il Ministero del Mare che chiarisce inequivocabilmente che le attività portuali non rientrano nella citata direttiva europea: "Come già evidenziato nel corso dell'Audizione, la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto non necessita della emanazione di normative in materia di evidenza pubblica, in quanto esse non rientrano nell'ambito di applicabilità della Direttiva n. 106/2003 cd. Bolkestein, come peraltro già confermato dal Piano del Mare e da ultimo ribadito anche nel parere motivato della Convenzione Europea del 16.11.2023, inoltrato dalla Repubblica Italiana, nell'ambito della procedura di infrazione avviata con lettera di messa in moda della Commissione del 3.12.2020; in tale nota, non vi è, difatti, alcun cenno alle strutture dedicate alla nautica da diporto, come confermato dal fatto che i termini "porto" e "portuale", non sono mai stati menzionati in oltre 30 pagine di parere e che proprio all'inizio del parere è specificato che esso riguarda testualmente le sole concessioni balneari".
Tutti i sopra citati quesiti saranno oggetto di una interrogazione consiliare; nel frattempo rileviamo, ancora una volta, l'approssimazione e l'improvvisazione di un'amministrazione che, dopo aver dichiarato di voler ripartire dal mare, in quasi dieci anni non è stata in grado di pianificare per tempo uno sviluppo costiero e portuale, con il rischio che il porto faccia la stessa disastrosa fine della pubblica illuminazione».
«Riteniamo necessario intervenire nuovamente su un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo turistico ed economico della città e che proviamo a difendere da ulteriori danni che questa amministrazione potrebbe causare: la Darsena Comunale. Infatti è di pochi giorni fa una delibera di giunta che dà indirizzo al Dirigente competente di predisporre gli atti necessari all'avvio della procedura ad evidenza pubblica per l'assegnazione di due concessioni demaniali e la rifunzionalizzazione e riqualificazione della Darsena Comunale all'interno del Porto di Trani. Da ciò ne derivano diversi quesiti: affinchè si possa indire una gara, dove si parla di concessioni demaniali finalizzate a riqualificare e rifunzionalizzare la darsena, è mai stato determinato "l'ambito portuale"? A prescindere dalla oggettiva determinazione che si tratta di porto, è necessario che lo stesso sia determinato con un atto amministrativo. L'Amministrazione è a conoscenza del "Piano del mare", redatto dal Ministro Musumeci nel 2022, in cui si esplicita chiaramente che tutti gli ambiti portuali, per la loro stretta simbiosi con quella che è l'economia cittadina, necessitano di un Piano Regolatore del Porto? Ovviamente questa città è sprovvista dei sopra citati e indispensabili piani, che non sono semplici formalità, ma che permettono di pianificare correttamente lo sviluppo di una importante risorsa come lo è il porto, così come recita la Risoluzione del Parlamento Europeo del 17 Gennaio 2024: "i porti combinano e salvaguardano una serie di attività costiere a vantaggio dei cittadini, delle comunità costiere e dell'ambiente marino, contribuendo a mantenere l'habitat costiero ed a migliorare la qualità dell'area negli agglomerati urbani circostante i porti".
Del resto questa amministrazione è abituata a gestire la costa senza alcuna pianificazione in quanto, oltre al Piano Regolatore del Porto, risulta anche non pervenuto il Piano Comunale delle Coste, la cui mancanza le ha permesso di agire a "macchia di leopardo" nel rilascio di concessioni balneari, con la conseguenza che alcune concessioni per spiagge libere con servizi nel tempo si sono trasformate in stabilimenti balneari, in danno ai cittadini.
In realtà l'amministrazione comunale conosce bene l'importanza del Piano Regolatore del Porto tant'è che a luglio 2024 il dirigente competente dichiarava che "è in corso l'iter redattivo", anche se per lo stesso piano il precedente Dirigente competente, con atto di liquidazione n. 521 del 14/04/2020, dichiarava che si poteva procedere al saldo delle spettanze della ditta Maggio Architettura e Ingegneria Srl (affidataria dell'incarico di redazione del piano) "dopo aver verificato che la prestazione è stata regolarmente eseguita, secondo i requisiti quantitativi e qualitativi, i termini e le condizioni contrattuali pattuite." Ma allora il Piano Regolatore del Porto è stato redatto oppure no? E se è stato redatto perché non è mai stato portato al vaglio del Consiglio Comunale? Se invece non è stato redatto perché la società è stata pagata?
Ancora, relativamente alle improrogabili scadenze dettate dalla Bolkestein, riportiamo testualmente quanto emerso dall'audizione avuta tra Assonautica (Confcommercio) ed il Ministero del Mare che chiarisce inequivocabilmente che le attività portuali non rientrano nella citata direttiva europea: "Come già evidenziato nel corso dell'Audizione, la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto non necessita della emanazione di normative in materia di evidenza pubblica, in quanto esse non rientrano nell'ambito di applicabilità della Direttiva n. 106/2003 cd. Bolkestein, come peraltro già confermato dal Piano del Mare e da ultimo ribadito anche nel parere motivato della Convenzione Europea del 16.11.2023, inoltrato dalla Repubblica Italiana, nell'ambito della procedura di infrazione avviata con lettera di messa in moda della Commissione del 3.12.2020; in tale nota, non vi è, difatti, alcun cenno alle strutture dedicate alla nautica da diporto, come confermato dal fatto che i termini "porto" e "portuale", non sono mai stati menzionati in oltre 30 pagine di parere e che proprio all'inizio del parere è specificato che esso riguarda testualmente le sole concessioni balneari".
Tutti i sopra citati quesiti saranno oggetto di una interrogazione consiliare; nel frattempo rileviamo, ancora una volta, l'approssimazione e l'improvvisazione di un'amministrazione che, dopo aver dichiarato di voler ripartire dal mare, in quasi dieci anni non è stata in grado di pianificare per tempo uno sviluppo costiero e portuale, con il rischio che il porto faccia la stessa disastrosa fine della pubblica illuminazione».