Bilancio Amet: due interventi dal centro-sinistra
Ferrante e De Feudis rispondono alle dichiarazioni del Presidente Mangione
giovedì 15 giugno 2006
LA REPLICA DI FRABRIZIO FERRANTE, SEGRETARIO SDI TRANI:
«Abbiamo avuto conferma dai vertici dell'Amet delle nostre anticipazioni sulle perdite nell'anno 2005 di circa un milione di euro, ma non siamo affatto soddisfatti delle spiegazioni, o meglio del tentativo di spiegazioni date. Comprendiamo perfettamente lo sforzo profuso da Presidente dell'Amet di dire comunque qualcosa sull'andamento negativo dell'azienda negli ultimi anni culminato col disastroso passivo del 2005, ma le ragioni delle perdite per noi sono altre.
Non si può addossare la responsabilità del passivo 2005 alla contrazione dei margini di profitto sull'energia determinato da un aumento del costo della stessa: se fosse questa la ragione fondamentale delle difficoltà dell'azienda allora avremmo avuto un bilancio in pareggio o in lieve perdita. Per noi il dato negativo del 2005, e su questo vorremmo risposte dal Presidente, è imputabile, ad esempio, ad un'unica transazione effettuata dall'azienda con un ex dirigente nel mese di dicembre 2005 per quasi 200.000 euro, alla svalutazione della STP, al fallimento del catamarano- deficit di altri 200.000 euro- e alla "carissima" estate tranese 2005. Il Presidente ammette che l'estate tranese ha inciso sulla perdita di esercizio ma non precisa quanto, e noi crediamo sia la somma residua per arrivare alla perdita dichiarata. Quindi a ben vedere tutte voci determinate da imput gestionali ben precisi che non si collegano ad invocate cause di carattere nazionale o di mercato dell'energia. Avremmo voluto ascoltare della necessità di mettere a punto un piano industriale serio fatto di strategie aziendali mirate e di abbattimento dei costi di gestione ed invece abbiamo ascoltato uno spero, promitto e iuro dal sicuro infinito e dal poco futuro.»
Fabrizio Ferrante
Segretario SDI Trani L'INTERVENTO DI SEBASTIANO DE FEUDIS, CAPOGRUPPO IDV: «Abbiamo appreso che il bilancio AMET s.p.a. del 2005 si è chiuso con un passivo di circa 900 mila euro e che tale risultato negativo sarebbe da addebitare, come afferma il Presidente, solo una particolare congiuntura economica negativa. Il CDA di Amet s.p.a., pero', ha dimenticato di spiegare ai cittadini la natura e l'entità delle inutili spese per consulenze esterne o per le repentine transazioni da centinaia di migliaia di euro. Non ha chiarito quale linea politica induce l'Amet s.p.a. a sospendere l'erogazione di energia elettrica a cittadini morosi di importi irrisori nell'ordine di 40/50 euro. Ha omesso di evidenziare come mai da quando il CDA di Amet s.p.a. si è insediato sono stati sottoposti al vaglio dei consiglieri comunali solo bilanci in perdita senza, peraltro, alcun proposito vincente sotto il profilo industriale che potesse suscitare il plauso della cittadinanza. Oggi in realtà l'Amet s.p.a. è semplicemente un ex gioiello di famiglia in piena crisi e con dipendenti che rischiano, purtroppo seriamente, il posto di lavoro. L'Amet s.p.a., come oggi amministrata, non è piu' in grado di gestire l'azienda per lo scopo per cui è nata "quello di far pagare l'energia elettrica ai Tranesi a prezzi piu' bassi di quelli di mercato" figurarsi se è in grado, come vorrebbe far credere, di ambire a traguardi industriali piu' prestigiosi. Ricordiamo, a futura memoria, che uno degli atti piu' rilevanti dell'Amet s.p.a. negli ultimi tempi è stata la creazione di una sua società "l'Amet iniziative gestioni Speciali". Società "senza gloria" venduta (dopo soli tre anni) per l'irrisorio importo di euro 5.000. Oppure la realizzazione del termovalorizzatore; che non si costruirà piu', per il quale L'Amet s.p.a. ha solo speso fiumi di danaro pubblico solo per la costituzione dell'ATI ( composta da Amet Trani, NoyVallesina e Rea) o per incarichi professionali. Oppure l'aliscafo Trani–Dubrovnik. L'ultima traversata, infatti, non è stata effettuata perchè erano presenti solo due viaggiatori. La società armatrice scusandosi con i due turisti li ha nvitati a scendere ed è ripartita, mestamente, per Ancona. Viaggi che sono stati pagati con i soldi dei contribuenti. Con tali risultati il CDA di Amet s.p.a. avrebbe dovuto solo dimettersi.» Sebastiano de Feudis
Capogruppo IDV
Non si può addossare la responsabilità del passivo 2005 alla contrazione dei margini di profitto sull'energia determinato da un aumento del costo della stessa: se fosse questa la ragione fondamentale delle difficoltà dell'azienda allora avremmo avuto un bilancio in pareggio o in lieve perdita. Per noi il dato negativo del 2005, e su questo vorremmo risposte dal Presidente, è imputabile, ad esempio, ad un'unica transazione effettuata dall'azienda con un ex dirigente nel mese di dicembre 2005 per quasi 200.000 euro, alla svalutazione della STP, al fallimento del catamarano- deficit di altri 200.000 euro- e alla "carissima" estate tranese 2005. Il Presidente ammette che l'estate tranese ha inciso sulla perdita di esercizio ma non precisa quanto, e noi crediamo sia la somma residua per arrivare alla perdita dichiarata. Quindi a ben vedere tutte voci determinate da imput gestionali ben precisi che non si collegano ad invocate cause di carattere nazionale o di mercato dell'energia. Avremmo voluto ascoltare della necessità di mettere a punto un piano industriale serio fatto di strategie aziendali mirate e di abbattimento dei costi di gestione ed invece abbiamo ascoltato uno spero, promitto e iuro dal sicuro infinito e dal poco futuro.»
Fabrizio Ferrante
Segretario SDI Trani L'INTERVENTO DI SEBASTIANO DE FEUDIS, CAPOGRUPPO IDV: «Abbiamo appreso che il bilancio AMET s.p.a. del 2005 si è chiuso con un passivo di circa 900 mila euro e che tale risultato negativo sarebbe da addebitare, come afferma il Presidente, solo una particolare congiuntura economica negativa. Il CDA di Amet s.p.a., pero', ha dimenticato di spiegare ai cittadini la natura e l'entità delle inutili spese per consulenze esterne o per le repentine transazioni da centinaia di migliaia di euro. Non ha chiarito quale linea politica induce l'Amet s.p.a. a sospendere l'erogazione di energia elettrica a cittadini morosi di importi irrisori nell'ordine di 40/50 euro. Ha omesso di evidenziare come mai da quando il CDA di Amet s.p.a. si è insediato sono stati sottoposti al vaglio dei consiglieri comunali solo bilanci in perdita senza, peraltro, alcun proposito vincente sotto il profilo industriale che potesse suscitare il plauso della cittadinanza. Oggi in realtà l'Amet s.p.a. è semplicemente un ex gioiello di famiglia in piena crisi e con dipendenti che rischiano, purtroppo seriamente, il posto di lavoro. L'Amet s.p.a., come oggi amministrata, non è piu' in grado di gestire l'azienda per lo scopo per cui è nata "quello di far pagare l'energia elettrica ai Tranesi a prezzi piu' bassi di quelli di mercato" figurarsi se è in grado, come vorrebbe far credere, di ambire a traguardi industriali piu' prestigiosi. Ricordiamo, a futura memoria, che uno degli atti piu' rilevanti dell'Amet s.p.a. negli ultimi tempi è stata la creazione di una sua società "l'Amet iniziative gestioni Speciali". Società "senza gloria" venduta (dopo soli tre anni) per l'irrisorio importo di euro 5.000. Oppure la realizzazione del termovalorizzatore; che non si costruirà piu', per il quale L'Amet s.p.a. ha solo speso fiumi di danaro pubblico solo per la costituzione dell'ATI ( composta da Amet Trani, NoyVallesina e Rea) o per incarichi professionali. Oppure l'aliscafo Trani–Dubrovnik. L'ultima traversata, infatti, non è stata effettuata perchè erano presenti solo due viaggiatori. La società armatrice scusandosi con i due turisti li ha nvitati a scendere ed è ripartita, mestamente, per Ancona. Viaggi che sono stati pagati con i soldi dei contribuenti. Con tali risultati il CDA di Amet s.p.a. avrebbe dovuto solo dimettersi.» Sebastiano de Feudis
Capogruppo IDV