Bimbi rom alla Beltrani, la maestra abbatte i pregiudizi

Il dirigente scolastico: «Non siamo eroi, abbiamo fatto il nostro dovere»

lunedì 6 ottobre 2014 7.33
A cura di Martina Tortosa
Il dirigente scolastico e la maestra dei tre bambini rom hanno voluto precisare che non si è trattato di un gesto eroico, semplicemente hanno rispettato il regolamento. Ciascun bambino, qualunque sia la sua religione o la sua etnia, ha il diritto di essere integrato. La maestra ha specificato, inoltre, che i bambini sono tutt'altro che sporchi e sono molto educati. La chiamano "Signora maestra", ed era da trent'anni che alla docente non veniva attribuito questo appellativo dagli studenti. Sono attenti al materiale, regalato loro dalla stessa maestra, e a fine giornata lo lasciano sotto il banco per paura di perderlo altrove. In classe, sono i primi a finire i compiti.

Pregiudizio. Opinione senza fissa dimora e priva di documentabili mezzi di sussistenza (Ambrose Bierce). I rom sono considerati da sempre una minaccia sociale, un virus da debellare, un pericolo da evitare. Ladri, sporchi, troppi, extracomunitari, e dulcis in fundo, rapitori di bambini.

Dietro il velo dei pregiudizi e delle convenzioni sociali può celarsi, a volte, una realtà che ignoriamo o che vogliamo ignorare. I rom sono un popolo europeo di origine indiana, i cui antenati hanno lasciato la valle del Gange, nell'India del Nord, circa 800 anni fa. Attualmente, in Europa, ci sono circa 12 milioni di rom. Generalmente vivono in condizioni difficili e sono ogni giorno vittime della discriminazione, in qualunque posto si trovino. Non riescono a trovare lavoro e i loro figli, il più delle volte, non hanno accesso nelle scuole.

Quotidianamente i loro diritti vengono violati ed è proprio un diritto fondamentale, quello all'istruzione, che a Trani stava per essere negato. In una classe della Beltrani, scuola elementare, sono stati inseriti due dei tre bambini rom che sono nella scuola. La reazione dei genitori? Hanno chiesto l'immediato trasferimento di questi bambini in un'altra scuola. Una richiesta nettamente rifiutata dal dirigente scolastico. Ancora una volta si è sollevato un muro nei confronti di ciò che non conosciamo.

Fortunatamente non tutti la pensano alla stessa maniera, sulla vicenda ci sono pareri contrastanti, e noi ne abbiamo raccolti alcuni nell'intervista che proponiamo di seguito. La speranza è che l'esperienza del contatto e dell'arricchimento reciproco sia più forte dei pregiudizi e della discriminazione.