Blackout e progetti fantasmagorici, i cent’anni dell’Amet

I Verdi chiedono l'istituzione di una commissione d'indagine

venerdì 9 gennaio 2009
L'Amet spa, a cent'anni dalla sua fondazione, ipotizza un business avveniristico, ma di fatto i tranesi si trovano a fare i conti con frequenti interruzioni di corrente. Ben quattro a cavallo tra Natale e la festa dell'Epifania.

Da qui la richiesta del movimento dei Verdi di Trani: «Il Consiglio comunale nella prossima seduta istituisca una commissione di indagine formata da consiglieri di maggioranza e opposizione o meglio, al fine di risparmiare tempo ed evitare inutile burocrazia, che siano invitati presidente e amministratore delegato per rendere conto di quanto accaduto a carico dei cittadini tranesi. In alternativa chiediamo, se non si volesse concedere tale possibilità al Consiglio comunale, che il sindaco richieda a questi ultimi (nominati da lui stesso) una dettagliata relazione sulle recenti vicende, da rendere successivamente pubblica».

La richiesta porta la firma del capogruppo Michele di Gregorio e del consigliere Franco Laurora e arriva il giorno dopo l'ennesimo blackout, quello del 7 gennaio, che ha provocato ancora una volta disagi in città a famiglie, commercianti, professionisti, artigiani, imprese e tutti coloro che vivono, operano e lavorano a Trani, in alcuni casi per oltre tre ore.

«Tutto ciò – rimarca di Gregorio - accade nonostante Trani abbia la fortuna di essere proprietaria di una società centenaria che distribuisce in proprio energia elettrica. Leggiamo con piacere dagli organi di informazione le scuse formali del presidente dell'Amet; tuttavia avremmo infinitamente più piacere che quest'ultimo e l'amministratore delegato cominciassero finalmente a concentrarsi sui propri compiti dirigenziali».

I Verdi ricordano le tante iniziative proclamate nei mesi scorsi dai vertici di Amet attraverso i media: innovazioni tecnologiche e "new business" (progetto E-City con servizi multimediali, visual simulation e copertura wi-fi della Darsena comunale e del centro storico); ma anche imprecisate partecipazioni societarie che la stessa detiene ("Non si comprende – dicono i Verdi - a quale fine e soprattutto con quali costi"); o ancora una consulenza professionale particolarmente onerosa per le casse della società con un obiettivo non precisato; i vasi fioriti piazzati sui pali della luce; l'inceneritore dei rifiuti; le presunte assunzioni di nuovo personale a tempo indeterminato; i contributi per le Estati traesi.

«A questo punto – dice di Gregorio – ci limitiamo a suggerire a presidente e amministratore delegato di impegnarsi appena un po' per cercare di modernizzare la rete di distribuzione della corrente elettrica o per cercare di entrare nel mercato delle energie rinnovabili (questo sì sarebbe un "new business"), cercando di studiare progetti per installare pannelli fotovoltaici o solari in tutta la Sesta Provincia (che affari stiamo perdendo!) a partire dagli edifici pubblici comunali. Nessun dubbio – continua - sulla necessità di ringraziare i tecnici dell'Amet per la loro operatività, ma nessun dubbio anche sulla necessità che gli organi dirigenziali della società esplicitino finalmente un resoconto della loro attività, delle strategie aziendali in itinere, delle priorità di operatività industriale».