«Bloccate il finanziamento da 8 milioni concesso alla Franzoni»
Il partito Socialista di Trani invoca un’interpellanza parlamentare. Lettera aperta agli Onorevoli eletti in Puglia
domenica 30 ottobre 2011
12.15
Con una lettera aperta, il partito Socialista di Trani ha chiesto ai parlamentari eletti in Puglia (Francesco Amourso, Francesco Boccia, Gabriella Carlucci, Benedetto Fucci, Margherita Mastromauro) di presentare un'interpellanza o un'interrogazione finalizzata a far revocare il provvedimento con cui il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (Miur) ha concesso alla Franzoni Filati SpA circa 8 milioni di euro per un progetto di ricerca sul cotone antibatterico. «Qualora continuasse il silenzio - tuona Nicola Cuccovillo - ci riterremo liberi come cittadini e come forza politica organizzata, di rivolgerci in altre sedi per far luce su questo episodio di malacontribuzione».
Si allarga dunque il clan degli indignati per questa decisione assunta dal governo nazionale in favore della società che, come è noto a tutti, dopo aver messo in mezzo ad una strada circa 180 maestranze solo a Trani disattendendo il programma previsto dalla legge 488/92 (spostando alcune macchine vincolate dallo stabilimento di Trani prima in altri siti nazionali e poi in Bosnia) adesso viene premiata con ben 8 milioni di euro.
«Sono decisioni – commenta la segreteria socialista - che non fanno altro che aumentare il distacco fra i cittadini e le Istituzione dando ulteriore linfa all'antipolitica». Un invito all'intervento dei nostri parlamentari era anche giunto, nei giorni scorsi, da Luigi Mesaroli della Uilta Uil della Bat: «E' passato un po' di tempo – aveva scritto il sindacalista - da quando noi abbiamo portato all'attenzione dell'opinione pubblica la particolare politica industriale svolta dal nostro Paese in questi anni. Si badi bene: non abbiamo risparmiato critiche né a destra e né a sinistra, poiché ambedue gli schieramenti hanno fatto scelte di campo per lo smantellamento del sistema industriale italiano sostenendo gli imprenditori nei loro percorsi delocalizzanti ed addossandone i costi all'intera collettività. La vicenda Franzoni è emblematica».
Le parole di Mesaroli hanno ottenuto la solidarietà dell'assessore provinciale al lavoro, Pompeo Camero, e adesso del partito Socialista tranese: «Ci chiediamo – dice Cuccovillo - se sia possibile che a fronte di questa crisi devastante per le famiglie italiane, possano avvenire queste assurdità. Tra l'altro la gente ha compreso benissimo che gli ammortizzatori sociali non possono essere la soluzione alle manovre degli industriali perché ricadono sulle spalle di tutta la collettività. Per questo siamo vicini ai lavoratori ed ai sindacati, in special modo alla Uilta Uil che più di ogni altro si è battuta per l'ottenimento di una giustizia rispettosa della verità e delle leggi. In questa logica, non abbiamo problema come forza politica di sinistra a riconoscere all'assessore Camero, il merito d'aver anch'egli sollevato il problema».
La lettera dei Socialisti di Trani finirà anche sulle scrivanie dei rappresentanti politici della Regione: «La Regione deve fare un ulteriore sforzo estendendo anche all'azienda Franzoni Filati, l'accordo di programma per il tessile abbigliamento calzaturiero che attualmente ricade solo sul Salento: non possono esistere aree pugliesi più privilegiate rispetto ad altre».
Si allarga dunque il clan degli indignati per questa decisione assunta dal governo nazionale in favore della società che, come è noto a tutti, dopo aver messo in mezzo ad una strada circa 180 maestranze solo a Trani disattendendo il programma previsto dalla legge 488/92 (spostando alcune macchine vincolate dallo stabilimento di Trani prima in altri siti nazionali e poi in Bosnia) adesso viene premiata con ben 8 milioni di euro.
«Sono decisioni – commenta la segreteria socialista - che non fanno altro che aumentare il distacco fra i cittadini e le Istituzione dando ulteriore linfa all'antipolitica». Un invito all'intervento dei nostri parlamentari era anche giunto, nei giorni scorsi, da Luigi Mesaroli della Uilta Uil della Bat: «E' passato un po' di tempo – aveva scritto il sindacalista - da quando noi abbiamo portato all'attenzione dell'opinione pubblica la particolare politica industriale svolta dal nostro Paese in questi anni. Si badi bene: non abbiamo risparmiato critiche né a destra e né a sinistra, poiché ambedue gli schieramenti hanno fatto scelte di campo per lo smantellamento del sistema industriale italiano sostenendo gli imprenditori nei loro percorsi delocalizzanti ed addossandone i costi all'intera collettività. La vicenda Franzoni è emblematica».
Le parole di Mesaroli hanno ottenuto la solidarietà dell'assessore provinciale al lavoro, Pompeo Camero, e adesso del partito Socialista tranese: «Ci chiediamo – dice Cuccovillo - se sia possibile che a fronte di questa crisi devastante per le famiglie italiane, possano avvenire queste assurdità. Tra l'altro la gente ha compreso benissimo che gli ammortizzatori sociali non possono essere la soluzione alle manovre degli industriali perché ricadono sulle spalle di tutta la collettività. Per questo siamo vicini ai lavoratori ed ai sindacati, in special modo alla Uilta Uil che più di ogni altro si è battuta per l'ottenimento di una giustizia rispettosa della verità e delle leggi. In questa logica, non abbiamo problema come forza politica di sinistra a riconoscere all'assessore Camero, il merito d'aver anch'egli sollevato il problema».
La lettera dei Socialisti di Trani finirà anche sulle scrivanie dei rappresentanti politici della Regione: «La Regione deve fare un ulteriore sforzo estendendo anche all'azienda Franzoni Filati, l'accordo di programma per il tessile abbigliamento calzaturiero che attualmente ricade solo sul Salento: non possono esistere aree pugliesi più privilegiate rispetto ad altre».