Calici di Stelle: in vetrina un moscato in cerca di rilancio
Caffarella: «Bisogna ricordarsi del nostro vino tutto l’anno»
giovedì 5 agosto 2010
Torna Calici di Stelle, la manifestazione organizzata dal Movimento turismo del vino che richiama sempre decine di migliaia di visitatori. Su Traniweb potete trovare tutte le informazioni legate all'evento (http://www.traniweb.it/trani/informa/13576.html) che ospita quest'anno una vetrina tutta dedicata al vino moscato. Se da un lato si promuove e si esalta il moscato di Trani in una circostanza sicuramente unica e prestigiosa, dall'altro però si fa troppo poco per difendere la sopravvivenza del Consorzio, uno dei più antichi d'Italia (fu costituito a metà degli anni '70). La considerazione è del consigliere comunale Franco Caffarella: «Bisogna ricordarsi del nostro vino tutto l'anno e non solo in certe occasioni. L'amministrazione, ad esempio, dovrebbe essere più attenta alle sorti del Consorzio che versa in condizioni difficilissime».
Il numero dei produttori si è assottigliato notevolmente, in più si possono contare sulle dita di una mano quelli che producono il moscato con uva di Trani. «Produrre moscato a Trani è una cosa – dice Franco Di Filippo, vice presidente del consorzio – farlo in collina è un'altra. Ad esempio, la differenza fra il moscato realizzato a Trani e quello di Minervino è sostanziale. I nostri terreni tufacei e calcarei, più la vicinanza del mare, conferiscono al moscato di Trani l'inconfondibile pregio e l'eccezionale rarità che tutti decantano. In realtà siamo in pochi ad investire sul nostro territorio, caricandoci anche delle spese per promuoverlo in giro per il mondo».
Le Istituzioni locali, fatta eccezione per alcune passerelle nazionali (la Bit di Milano è una di queste), non hanno mai studiato un piano d'investimento a sostegno dei piccoli produttori, per il rilancio del moscato e del Consorzio. Di più, nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari patrimoniali dell'Ente, approvato recentemente in Consiglio, l'amministrazione ha inteso non rinnovare al Consorzio il contratto di comodato d'uso gratuito (scaduto il 22 giugno) per l'utilizzo di alcuni locali del Fondaco in piazza Longobardi. A dire il vero, il Consorzio non utilizza più quel sito da almeno cinque anni, a causa di alcuni problemi alla struttura. La sede legale è rimasta li, ma solo ai fini della corrispondenza postale. I componenti del Consorzio invece sono costretti a riunirsi presso la sede del consorzio delle guardie rurali, in viale Russia. Non avere una sede con tutti i crismi, significa non avere un luogo fisico dove riunirsi, dove poter effettuare le analisi del prodotto e dove poter fare i corsi di degustazione che erano stati avviati una decina di anni fa. «Ecco perché – spiega Caffarella – sarebbe il caso che si iniziasse a ridiscutere del futuro del moscato a partire dal 6 agosto, quando le luci di Calici di Stelle si saranno spente».
Nonostante le difficoltà oggettive del settore, i piccoli produttori non demordono e vanno avanti nella loro attività con grandissimo impegno, un impegno riconosciuto anche in palcoscenici internazionali. E' il caso dell'azienda di Franco Di Filippo che riceverà a settembre per il suo vino doc delle cantine Estasi, un premio di grande valore nella 38ma edizione del Douja D'or, manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Asti.
Il numero dei produttori si è assottigliato notevolmente, in più si possono contare sulle dita di una mano quelli che producono il moscato con uva di Trani. «Produrre moscato a Trani è una cosa – dice Franco Di Filippo, vice presidente del consorzio – farlo in collina è un'altra. Ad esempio, la differenza fra il moscato realizzato a Trani e quello di Minervino è sostanziale. I nostri terreni tufacei e calcarei, più la vicinanza del mare, conferiscono al moscato di Trani l'inconfondibile pregio e l'eccezionale rarità che tutti decantano. In realtà siamo in pochi ad investire sul nostro territorio, caricandoci anche delle spese per promuoverlo in giro per il mondo».
Le Istituzioni locali, fatta eccezione per alcune passerelle nazionali (la Bit di Milano è una di queste), non hanno mai studiato un piano d'investimento a sostegno dei piccoli produttori, per il rilancio del moscato e del Consorzio. Di più, nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari patrimoniali dell'Ente, approvato recentemente in Consiglio, l'amministrazione ha inteso non rinnovare al Consorzio il contratto di comodato d'uso gratuito (scaduto il 22 giugno) per l'utilizzo di alcuni locali del Fondaco in piazza Longobardi. A dire il vero, il Consorzio non utilizza più quel sito da almeno cinque anni, a causa di alcuni problemi alla struttura. La sede legale è rimasta li, ma solo ai fini della corrispondenza postale. I componenti del Consorzio invece sono costretti a riunirsi presso la sede del consorzio delle guardie rurali, in viale Russia. Non avere una sede con tutti i crismi, significa non avere un luogo fisico dove riunirsi, dove poter effettuare le analisi del prodotto e dove poter fare i corsi di degustazione che erano stati avviati una decina di anni fa. «Ecco perché – spiega Caffarella – sarebbe il caso che si iniziasse a ridiscutere del futuro del moscato a partire dal 6 agosto, quando le luci di Calici di Stelle si saranno spente».
Nonostante le difficoltà oggettive del settore, i piccoli produttori non demordono e vanno avanti nella loro attività con grandissimo impegno, un impegno riconosciuto anche in palcoscenici internazionali. E' il caso dell'azienda di Franco Di Filippo che riceverà a settembre per il suo vino doc delle cantine Estasi, un premio di grande valore nella 38ma edizione del Douja D'or, manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Asti.