Cantieri sociali, ecco la risposta del Comune all'emergenza sociale
I cittadini in difficoltà chiamati a svolgere lavori di pubblica utilità per 450 euro mensili
martedì 10 maggio 2016
10.40
Migliorare la condizione economica e sociale dei cittadini in particolari condizioni di precarietà economica, attraverso l'erogazione di contributi, a condizioni che si impegnino a svolgere una attività di pubblica utilità. Questo lo scopo del progetto "cantiere sociale", che l'amministrazione comunale ha messo in piedi per consentire al cittadino in gravi difficoltà economiche di riacquisire l'autonomia. L'intervento, presentato questa mattina dal sindaco Amedeo Bottaro e da tutti gli assessori impegnati nell'attuazione della misura straordinaria, sarà finanziato con risorse di bilancio comunale per complessivi 409.400 euro spalmati in un biennio.
Chi potrà partecipare? Destinatari dell'intervento saranno i cittadini in carico presso i servizi sociali dell'ente, disoccupati, residenti a Trani da almeno un anno, che si rendano immediatamente disponibili al centro per l'impiego di Trani (e quindi in possesso della relativa dichiarazione in corso di validità alla data di scadenza del bando) e che versano in condizioni di grave disagio economico attestata da un Isee familiare inferiore o, al massimo pari, a 3000 euro. Il corrispettivo per l'attività interamente svolta è fissato in 450 euro mensili netti, per 30 ore di lavoro settimanale distribuite dal lunedì al sabato. La durata del cantiere è fissata inderogabilmente in sei mesi senza possibilità di rinnovo. Qualora si sia svolto un periodo di inserimento nei cantieri sociali è possibile partecipare nuovamente ad un nuovo bando solo se, dalla fine di un cantiere e l'inizio dell'altro, sia trascorso un periodo di almeno sei mesi.
Chi è escluso? Sono esclusi dalla partecipazione ai cantieri sociali coloro che hanno avuto accesso al cantiere di regionale di cittadinanza o che dichiarano di optare per il reddito di dignità erogato dalla Regione Puglia. Sono 110 dieci le persone che saranno prese in carico nel corso del biennio divise in turni di 55.
«A Trani sicuramente c'è un'emergenza», ha detto Bottaro. «Il nostro obiettivo è dare una risposta a quelle migliaia di cittadini tranesi che in questo momento sono disoccupati o inoccupati. Da qui, la necessità di affiancare alle iniziative regionali una tipicamente comunale, che vada da una parte a colmare questa emergenza sociale e dall'altra a restituire maggiore cura e attenzione alla città. L'idea nasce da un sogno, già partorito in campagna elettorale, di vedere tanti disoccupati che si adoperano in piccoli lavori di manutenzione, per esempio lavori di pulizia, pitturazione di ringhiere, riparazione di buche o marciapiedi. Un'iniziativa che da una parte consente di avere una città più decorosa e dall'altra di vedere occupati i tanti disoccupati chiamati non a svolgere gesti caritatevoli ma un lavoro legittimamente retribuito. E' questa la vera sfida: un'amministrazione che cerca di non ripetere gli errori del passato con contributi economici fini a se stessi ma al contrario cerca di dare risposte concrete ai tanti inoccupati».
«Le persone che aderiranno a questo progetto – ha invece spiegato l'assessore al Piano sociale di zona, Felice Di Lernia – stipuleranno un patto sociale con l'amministrazione e le associazioni dentro le quali verranno accolte. Queste garantiranno un accompagnamento di tipo socio-assistenziale. Non dobbiamo ragionare in termini di inserimento nel mondo lavorativo in senso stretto e le somme che vengono elargite non sono compensi di lavoro ma rientrano nella categoria giuridica del baratto amministrativo. I cantieri sociali sono una novità in zona sia dal punto di vista della tipologia dei programmi sia dal punto di vista del numero dei beneficiari che le somme erogate». L'assessore all'Ambiente, Michele di Gregorio, ha invece aggiunto: «E' una scelta veramente forte: destinare queste risorse in questo periodo storico così delicato è un aspetto caratterizzante di quest'amministrazione. Non vogliamo dare un lavoro alle persone ma si tratta di aiutarle affinché si sentano utili alla collettività».
La parola infine è passata all'assessore ai Servizi sociali, Debora Ciliento. «E' un modo - ha detto - per rispondere ad un bisogno di quelle famiglie che vivono al margine della società e in questa maniera, affiancato a quello che sarà il reddito di dignità erogato dalla regione, crediamo che Trani avrà un piccolo respiro. Tecnicamente ci sarà prima un avviso pubblico per le associazioni che decideranno di accogliere questi nuclei e successivamente la domanda di alcune famiglie che sono già prese in carico dai servizi sociali».
Chi potrà partecipare? Destinatari dell'intervento saranno i cittadini in carico presso i servizi sociali dell'ente, disoccupati, residenti a Trani da almeno un anno, che si rendano immediatamente disponibili al centro per l'impiego di Trani (e quindi in possesso della relativa dichiarazione in corso di validità alla data di scadenza del bando) e che versano in condizioni di grave disagio economico attestata da un Isee familiare inferiore o, al massimo pari, a 3000 euro. Il corrispettivo per l'attività interamente svolta è fissato in 450 euro mensili netti, per 30 ore di lavoro settimanale distribuite dal lunedì al sabato. La durata del cantiere è fissata inderogabilmente in sei mesi senza possibilità di rinnovo. Qualora si sia svolto un periodo di inserimento nei cantieri sociali è possibile partecipare nuovamente ad un nuovo bando solo se, dalla fine di un cantiere e l'inizio dell'altro, sia trascorso un periodo di almeno sei mesi.
Chi è escluso? Sono esclusi dalla partecipazione ai cantieri sociali coloro che hanno avuto accesso al cantiere di regionale di cittadinanza o che dichiarano di optare per il reddito di dignità erogato dalla Regione Puglia. Sono 110 dieci le persone che saranno prese in carico nel corso del biennio divise in turni di 55.
«A Trani sicuramente c'è un'emergenza», ha detto Bottaro. «Il nostro obiettivo è dare una risposta a quelle migliaia di cittadini tranesi che in questo momento sono disoccupati o inoccupati. Da qui, la necessità di affiancare alle iniziative regionali una tipicamente comunale, che vada da una parte a colmare questa emergenza sociale e dall'altra a restituire maggiore cura e attenzione alla città. L'idea nasce da un sogno, già partorito in campagna elettorale, di vedere tanti disoccupati che si adoperano in piccoli lavori di manutenzione, per esempio lavori di pulizia, pitturazione di ringhiere, riparazione di buche o marciapiedi. Un'iniziativa che da una parte consente di avere una città più decorosa e dall'altra di vedere occupati i tanti disoccupati chiamati non a svolgere gesti caritatevoli ma un lavoro legittimamente retribuito. E' questa la vera sfida: un'amministrazione che cerca di non ripetere gli errori del passato con contributi economici fini a se stessi ma al contrario cerca di dare risposte concrete ai tanti inoccupati».
«Le persone che aderiranno a questo progetto – ha invece spiegato l'assessore al Piano sociale di zona, Felice Di Lernia – stipuleranno un patto sociale con l'amministrazione e le associazioni dentro le quali verranno accolte. Queste garantiranno un accompagnamento di tipo socio-assistenziale. Non dobbiamo ragionare in termini di inserimento nel mondo lavorativo in senso stretto e le somme che vengono elargite non sono compensi di lavoro ma rientrano nella categoria giuridica del baratto amministrativo. I cantieri sociali sono una novità in zona sia dal punto di vista della tipologia dei programmi sia dal punto di vista del numero dei beneficiari che le somme erogate». L'assessore all'Ambiente, Michele di Gregorio, ha invece aggiunto: «E' una scelta veramente forte: destinare queste risorse in questo periodo storico così delicato è un aspetto caratterizzante di quest'amministrazione. Non vogliamo dare un lavoro alle persone ma si tratta di aiutarle affinché si sentano utili alla collettività».
La parola infine è passata all'assessore ai Servizi sociali, Debora Ciliento. «E' un modo - ha detto - per rispondere ad un bisogno di quelle famiglie che vivono al margine della società e in questa maniera, affiancato a quello che sarà il reddito di dignità erogato dalla regione, crediamo che Trani avrà un piccolo respiro. Tecnicamente ci sarà prima un avviso pubblico per le associazioni che decideranno di accogliere questi nuclei e successivamente la domanda di alcune famiglie che sono già prese in carico dai servizi sociali».