Caporalato, il procuratore di Trani: «La disoccupazione priva le persone della libertà»

E Deleonardis (Cgil Bat): «I lavoratori sono vittime di ricatto»

giovedì 23 febbraio 2017 11.19
«C'è una cortina di omertà che copre le indagini che riguardano il caporalato, che non si supera semplicemente chiedendo ai lavoratori di denunciare i caporali sebbene qualcuno ha avuto il coraggio di farlo». Lo ha detto il procuratore facente funzioni di Trani, Francesco Giannella, oggi illustrando i particolari di un'operazione che ha portato all'arresto di sei persone per i reati - contestati a vario titolo - di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, truffa aggravata ai danni dello Stato, oltre che per fraudolento versamento di contributi previdenziali.

«E' un'omertà -che umanamente possiamo anche comprendere: quando il tessuto sociale è caratterizzato da disoccupazione è normale che le persone, private della loro libertà, siano costrette ad assoggettarsi a qualcuno per ottenere il lavoro», ha proseguito Giannella. «Un tessuto sociale con bassa occupazione vede l'emergere del caporalato perché i caporali vengono visti benefattori». Nonostante l'impegno delle forze dell'ordine nel contrastare questo fenomeno, il capo (facente funzioni) della Procura tranese ha avvertito che «occorre cambiare queste condizioni, occorre garantire una maggiore occupazione che porta le persone ad essere libere e non serve di altre».

Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Bat, Giuseppe Deleonardi. «Il caporalato è sempre esistito, ci sono soltanto forme nuove che sono quelle delle agenzie interinali che si sono sostituite ai caporali», ha detto Deleonardis. «È fortemente presente e si alimenta di un sistema in cui non c'è alcun incontro tra domanda e offerta di lavoro. Quindi i lavoratori sono vittime e obbligati perché se vogliono lavorare devono accettare le condizioni di ricatto. Il caporalato è uno strumento». Deleonardis ha parlato di omertà da parte dei lavoratori, ma ha aggiunto che «se la gente per lavorare deve ricorrere al caporale, è chiaro che accetta e non ha fiducia nello Stato. La legislazione negli ultimi anni è sempre stata permissiva, ha legittimato questi strumenti. Perciò non me la prendo con i lavoratori». Infine l'appello ai lavoratori: «Abbiate fiducia nelle proprie forze, c'è bisogno di una battaglia per mettere insieme un'azione collettiva».