Tentata induzione indebita e falso ideologico: condannato Carlo Maria Capristo,ex procuratore di Trani

La sentenza di primo grado emessa dalla sezione penale del Tribunale di Potenza, presieduta da Rosario Baglioni

martedì 23 gennaio 2024 9.46
Carlo Maria Capristo, ex procuratore capo di Trani e di Taranto, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione (pena sospesa) e al pagamento delle spese processuali dalla sezione penale del Tribunale di Potenza, presieduta da Rosario Baglioni, per tentata induzione indebita e falso ideologico.

Per un'altra serie di ipotesi accusatorie relative a quest'ultimo reato, Capristo è stato assolto "perché il fatto non sussiste". Come riportato dalla agenzia Ansa.it, è questa la sentenza che ha definito il primo grado del processo a carico del magistrato coinvolto in una vicenda che riguardava un suo presunto tentativo di induzione verso la pm Silvia Curione per agevolare tre imprenditori di Bitonto (Bari), Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo, attraverso il suo autista (poi uscito dal processo con patteggiamento e condanna a due anni).

I fratelli Mancazzo sono stati condannati ciascuno a due anni di reclusione (pena sospesa) e al pagamento delle spese processuali. Maria Capristo, ex procuratore capo di Trani (Bat) e di Taranto, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione (pena sospesa), e al pagamento delle spese processuali, dalla sezione penale del Tribunale di Potenza, presieduta da Rosario Baglioni, per tentata induzione indebita e falso ideologico.

Per un'altra serie di ipotesi accusatorie relative a quest'ultimo reato, Capristo è stato assolto "perché il fatto non sussiste". È questa la sentenza che ha definito il primo grado del processo a carico del magistrato coinvolto in una vicenda che riguardava un suo presunto tentativo di induzione verso la pm Silvia Curione per agevolare tre imprenditori di Bitonto (Bari), Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo, attraverso il suo autista (poi uscito dal processo con patteggiamento e condanna a due anni).

I fratelli Mancazzo sono stati condannati ciascuno a due anni di reclusione (pena sospesa) e al pagamento delle spese processuali.