Caro Tarantini, se Trani non comunica, muore.
La replica di Alfredo Nolasco al Sindaco.
lunedì 5 gennaio 2009
Riporto testualmente da un'intervista di qualche giorno fa al sindaco Tarantini: "Finora l'amministrazione ha molto deluso sotto il profilo della comunicazione. Lo spot migliore per Trani è piovuto dal cielo, con la pubblicità della Dahiatsu. Quando l'Ente si deciderà ad investire in questo settore strategico?".
A questa mia domanda, cortesemente giratagli dal collega Biagino Fanelli nell'ambito di un'interessante intervista, il primo cittadino ha lapidariamente risposto: «In questo momento di ristrettezza economica, preferiamo utilizzare le risorse per risolvere i bisogni della gente e non per comunicare». Sorvolando volutamente su quali potrebbero essere le reali necessità del popolo e quali, invece, le questioni insolute relativamente all'impiego di certe risorse, vien quasi da sorridere (se non ci fosse del drammatico) al cospetto di questa recente elucubrazione tarantiniana.
Non è la prima volta che un medico prestato, anzi trapiantato nella vita amministrativa, non appartenendo al mondo della comunicazione ne trascuri l'importanza - direi - vitale, soprattutto se ci riferiamo al destino (o alla sopravvivenza) di una realtà come Trani, da tenere costantemente in vetrina, per rilanciarne l'immagine e conferire linfa alla nostra economia, nuovo impulso al turismo e rivitalizzarne l'indotto, purtroppo sull'orlo del collasso.
Caro Tarantini, se Trani non comunica, muore. E' imbarazzante che un co-capoluogo non disponga di un'area di comunicazione, di uno straccio di ufficio stampa, continuando a sigillarsi nel suo guscio, a "subire" gli effetti dei media anziché gestirli adeguatamente. Sembra incredibile, ma quella che fino a ieri era capitale indiscussa della movida, oggi vegeta all'ombra del dinamismo dei centri limitrofi. Lo scandalo del cimitero, i guai dell'amministrazione con la giustizia, la crisi delle imprese e in primis la vertenza Franzoni, il timore dei veleni e lo spettro della questione ambientale che talvolta torna a galla: questi alcuni temi che ci riguardano sulle cronache quotidiane.
E' lo stillicidio di una contropubblicità che ha ridotto l'ormai "ex" Perla dell'Adriatrico ad un'anonima quanto inutile e martoriata terra di confine, sfigata anche come location cinematografica stando all'ultimo melanconico flop, che pure ci avevate invitato a strombazzare come kolossal.
Tu, Pinuccio, sai bene che l'alibi delle "ristrettezze economiche" non sta in piedi perché proprio tu, sindaco da troppi anni, brandendo l'arma della comunicazione a tuo piacimento quando lo ritenevi opportuno, hai speso cifre astronomiche in programmi estivi faraonici – chissà perché oggi sotto inchiesta – senza riuscire a realizzare l'ombra di un risultato plausibile, ponendoti ad anni luce di distanza dal carisma di un sindaco come Mongelli, per citare qualcuno che ha lasciato veramente il segno. Voi avete speso e noi, cittadini, continuiamo a pagare.
In tutti i sensi… Continui a sbagliare, Tarantini, anche nelle dichiarazioni, lapidarie quanto contraddittorie. Se Trani non comunica, muore. E tu, pur bravo medico, non riesci più a curarla… P.S. La boutade di fine anno: dopo la polemica su "Trani città d'arte", l'assessore al Turismo Tony D'Ambrosio ne ha inventata un'altra: "Dare in concessione, magari ad un colosso multinazionale e per un congruo numero di anni, il Monastero di Colonna per realizzare all'interno una Beauty farm". Attento, Tony: così finiamo a Zelig…
Alfredo Nolasco
Non è la prima volta che un medico prestato, anzi trapiantato nella vita amministrativa, non appartenendo al mondo della comunicazione ne trascuri l'importanza - direi - vitale, soprattutto se ci riferiamo al destino (o alla sopravvivenza) di una realtà come Trani, da tenere costantemente in vetrina, per rilanciarne l'immagine e conferire linfa alla nostra economia, nuovo impulso al turismo e rivitalizzarne l'indotto, purtroppo sull'orlo del collasso.
Caro Tarantini, se Trani non comunica, muore. E' imbarazzante che un co-capoluogo non disponga di un'area di comunicazione, di uno straccio di ufficio stampa, continuando a sigillarsi nel suo guscio, a "subire" gli effetti dei media anziché gestirli adeguatamente. Sembra incredibile, ma quella che fino a ieri era capitale indiscussa della movida, oggi vegeta all'ombra del dinamismo dei centri limitrofi. Lo scandalo del cimitero, i guai dell'amministrazione con la giustizia, la crisi delle imprese e in primis la vertenza Franzoni, il timore dei veleni e lo spettro della questione ambientale che talvolta torna a galla: questi alcuni temi che ci riguardano sulle cronache quotidiane.
E' lo stillicidio di una contropubblicità che ha ridotto l'ormai "ex" Perla dell'Adriatrico ad un'anonima quanto inutile e martoriata terra di confine, sfigata anche come location cinematografica stando all'ultimo melanconico flop, che pure ci avevate invitato a strombazzare come kolossal.
Tu, Pinuccio, sai bene che l'alibi delle "ristrettezze economiche" non sta in piedi perché proprio tu, sindaco da troppi anni, brandendo l'arma della comunicazione a tuo piacimento quando lo ritenevi opportuno, hai speso cifre astronomiche in programmi estivi faraonici – chissà perché oggi sotto inchiesta – senza riuscire a realizzare l'ombra di un risultato plausibile, ponendoti ad anni luce di distanza dal carisma di un sindaco come Mongelli, per citare qualcuno che ha lasciato veramente il segno. Voi avete speso e noi, cittadini, continuiamo a pagare.
In tutti i sensi… Continui a sbagliare, Tarantini, anche nelle dichiarazioni, lapidarie quanto contraddittorie. Se Trani non comunica, muore. E tu, pur bravo medico, non riesci più a curarla… P.S. La boutade di fine anno: dopo la polemica su "Trani città d'arte", l'assessore al Turismo Tony D'Ambrosio ne ha inventata un'altra: "Dare in concessione, magari ad un colosso multinazionale e per un congruo numero di anni, il Monastero di Colonna per realizzare all'interno una Beauty farm". Attento, Tony: così finiamo a Zelig…
Alfredo Nolasco