Casa Natale di Giovanni Bovio: perché non farne un centro studi?

La margherita protesta: no alla sede dell'Ordine degli Ingegneri

mercoledì 8 febbraio 2006
«Dopo 3 anni di apatia sull'argomento, la Giunta Comunale in programma domani 8 febbraio, dovrebbe decidere sul futuro della Casa Natale di Giovanni Bovio. Usiamo il condizionale perché speriamo in una riflessione sull'argomento.

Per il momento, non sarà un Museo che riproduca, piu' o meno fedelmente, quella che fu l'abitazione del celebre filosofo e uomo politico di Trani morto nel 1903, come voleva una parte del mondo associativo tranese. Né, come era nelle intenzioni della Giunta Avantario,che completò i lavori di ristrutturazione dell'immobile nel 2002, un luogo di cultura polifunzionale nel quale ubicare a piano terra una biblioteca di quartiere ( collegata alla Biblioteca Comunale intitolata proprio a Bovio) ed ai piani superiori il centro studi G. Bovio, ispirato alla Trani dell'ottocento in cui visse ed operò Bovio, da realizzarsi con la collaborazione dell'Università di Napoli e degli eredi di Bovio, i nipoti Corso, celebre avvocato del Foro di Milano e Aldo, giornalista del Mattino da me personalmente contattati nella scorsa consigliatura.

A questa proposta, aveva aderito anche il Circolo culturale di Trani intitolato a Giovanni Bovio, la cui opera meritoria ha prodotto in occasione del centenario la ristampa dei Discorsi Parlamentari di Bovio, curati da Michele Ladogana, che avrebbe anche garantito una pubblica fruizione dei locali mantenendo sempre vivo l'interesse verso l'insigne concittadino. Invece, con la caduta dell'Amministrazione Avantario (15 gennaio 2003) approssimandosi il centenario della morte di Bovio (15 aprile 2003) la conseguente gestione commissariale della dott.ssa Perrotta portò celermente solo alla pubblica fruizione, per pochi giorni, della casa natale di Giovanni Bovio, arredata con mobili e suppellettili storici, patrimonio della Biblioteca Comunale, unitamente ad una breve, ma comunque importante, rassegna delle opere del filosofo presenti in Biblioteca. Dopo quella apertura, sul destino della Casa Natale di Giovanni Bovio, situata in via Mario Pagano, è caduto l'oblio, nonostante i ripetuti intereventi di questo gruppo consiliare presso i diversi assessori alla cultura succedutisi nella amministrazione Tarantini.

Tutto fino alla giunta di domani 8 febbraio, in cui, nonostante una giunta monca, priva di 5 assessori revocati o dimessisi , quindi con il numero legale reso valido solo con la presenza del Sindaco, prevede all'ordine del giorno una proposta di delibera del settore Patrimonio con cui si concede la casa di Giovanni Bovio in comodato all'Ordine degli Ingegneri di Trani. Contro questa scelta che mortifica tutti i progetti culturali che potevano essere realizzati con l'uso proprio di quel luogo, nel ricordo di Givanni Bovio, questo gruppo consiliare manifesta il proprio aperto dissenso. Auspica che la Giunta sappia approfondire l'argomento, incontrarsi con le associazioni culturali della Città, con la Commissione consiliare competente, e se lo ritiene, confrontarsi anche con i progetti del passato, senza per questo doversi attenere necessariamente agli stessi. Chiediamo di decidere solo con maggiore ponderatezza.

Anche se si dovesse trattare di concessione temporanea, ci si consenta di non nutrire troppe speranze sullla provvisorietà di simili provvedimenti che poi si cristallizzano con il tempo e non lasciano piu' spazi per riproposizioni, se non traumatiche, per chi le subisce. E' giusto ed importante che l'Amministrazione Comunale si faccia carico della sede degli Ingegneri, anche nell'ottica della sesta provincia, ma ci sono tanti altri immobili comunali nei quali l'Ordine può trovare una adeguata sistemazione. Assegnare alla Casa natale di Giovanni Bovio questa "locazione" significa dichiarare apertamente l'insesistenza di ogni qualsiasi progetto di valorizzazione del luogo e soprattutto dell'insigne uomo politico tranese. Già si è fatto davvero poco per ricordarlo degnamente, a Trani, in occasione del centenario della morte.» Franco Caffarella
Capogruppo consiliare La Margherita