Caso AMET: intervento con precisazioni del commissario di Forza Italia Trani

Sulle ipotesi di vendita Corrado è scettico

martedì 20 novembre 2007
Sulla vicenda Amet, sulle dichiarazioni dell'assessore Visibelli e sulla nota della RSU dell'azienda, interviene il commissario cittadino di Forza Italia, Beppe Corrado. Corrado sottolinea le prospettive verso cui è indirizzato il mercato energetico in uno scenario che mira sempre più alle aggregazioni delle aziende, traguardo che l'Autorità conta di raggiungere nel secondo periodo regolatorio con premialità per chi si aggrega, allo scopo di determinare migliori economie di scala. «Il traguardo minimo - dice Corrado - sarà di gestire almeno 1 milione di clienti, altrimenti non vi potrà essere marginalità». Un esempio è la fusione tra Aem Milano e Asm Brescia che ha portato alla nscita di A2A. «I problemi che attanagliano Amet - spiega Corrado - risalgono alle modifiche intervenute sulle tariffe che hanno spostato la redditività dalla vendita e distribuzione di energia elettrica alla produzione della stessa. E' ovvio che per Amet è fondamentale chiudere la filiera con la produzione, cosa che il Cda di Amet ha prontamente voluto sin dal 2004 con il termovalorizzatore e sapete tutti com'è andata a finire. REA Trani, vincitrice del bando di costruzione e gestione di un termovalorizzatore per i bacini BA1 e BA4, avrebbe portato utili pari a 10 milioni di euro all'anno. Il contenzioso in questo caso è alle fasi finali».

Corrado rimarca alcune controdeduzioni ai passaggi della nota della Rsu dell'Amet. Su Elgasud: «Elgasud ha iniziato la campagna vendite per il 2008 offrendo diverse centinaia di gigawatt di elettricità e milioni di metri cubi di gas di preventivi, sia in Puglia che in Basilicata. Ora si attende la chiusura della campagna vendite». Sull'estate tranese e sulle strategie legate al porto: «È stato un investimento per la città - dice Corrado - ed Amet ha sponsorizzato i vari eventi che hanno determinato una migliore visibilità dell'azienda in vista della liberalizzazione del mercato: è stato registrato il logo e il marchio Amet, cosa che nessuno aveva mai fatto prima. Il collegamento con il catamarano fra Trani e Dubrovnik ha permesso il riconoscimento del porto di Trani come porto di interesse internazionale, con l'istituzione della dogana passeggeri, ha determinato anche l'ottenimento per la divisione trasporti di Amet della possibilità di partecipare ai bandi per il trasporto pubblico via mare. Sul servizio alla Darsena constatiamo soltanto che se il socio Comune affida un servizio, l'azienda non può far altro che svolgerlo, anche se in passivo. Ed è naturale che maturerà minori utili».
Sullo stato finanziario dell'azienda e sulle scelte strategiche fatte, questa è la disamina di Corrado: «L'acquisto dell'immobile di via Montegrappa è stato fatto in previsione di un trasferimento di Amet per un utilizzo più appropriato della palazzina di piazza Plebiscito. L'acquisto è stato fatto pagando l'immobile a circa mille euro al metro quadro. Ogni commento è superfluo. Sui crediti dell'azienda va detto che vi è un disordine contabile nei conti comunali che risalgono a più amministrazioni. Adesso cercheremo di fare un pò di ordine, ma voglio ricordare che i bilanci di Amet sono certificati e controllati da un collegio sindacale, da una società di certificazione e dall'AEEG. Durante il periodo commissariale del comune, Amet non ha incassato euro per i servizi offerti. Non mi risulta che siano in essere contratti a progetto capodici, ma sempre in relazione agli impegni da affrontare ed alla mancanza di professionalità all'interno: ad esempio è stata stipulata una convenzione con l'Ufficio di collocamento di Trani per permettere a 16 giovani elettricisti di poter fare tirocinio retribuito in Amet per 4 mesi. Fino ad alcuni anni fa, gli utili dell'azienda rinvenivano da interessi attivi sulla molteplice massa di liquidità, pari a 36 miliardi di vecchie lire. Dal 2003 la liquidità è stata investita nel ramo Enel che ha richiesto forti investimenti in manutenzioni. Dallo stesso anno Amet ha impostato la propria attività industriale sulla distribuzione di energia. L'introduzione del controllo di gestione ha determinato una contrazione dei costi, ma il costo del personale è quello che affligge l'azienda: il contratto collettivo nazionale elettrico determina retribuzioni superiori a circa il 60% rispetto alla retribuzione di un dipendente comunale. Inoltre Amet, per motivi di manutenzioni straordinarie, ha dovuto ricorrere pesantemente a straordinari che pesano sulla gestione per circa 600 mila euro».

Sulle ipotesi di vendita di Amet, Corrado è scettico: «La strada da seguire non è quella della vendita. Aprirei invece all'ingresso di nuovi soggetti privati. Bisogna procedere in linea con quello che l'Autorità chiede: aggregazioni o apertura a soggetti industriali del settore che permettano una migliore economia di scala».