Caso Castello, un patrocinio del Comune ostacola il dire e il fare

Concesso a Trani Sposi, la fiera svoltasi dal 29 ottobre all'1 novembre

martedì 3 novembre 2015 7.16
A cura di Vincenzo Membola
Quarta puntata sul caso-Castello, ovvero di come in un bene pubblico gestito dallo Stato si facciano due pesi e due misure con gli eventi ospitati, di quanto sia difficile per la classe politica esprimersi in merito e di come poco questo importi all'opinione pubblica, arrovellata tra le alcove in pubblica piazza e la rapida epidemia dell'animalista da social network.

Il caso, per chi non lo ricordasse, è quello di Trani Sposi, svoltosi nel Castello dal 29 ottobre all'1 novembre scorsi, con un ticket di ingresso di 3 euro, azzerato l'1 novembre grazie all'iniziativa del Mibact per le visite gratuite della prima domenica del mese. Un comportamento da parte della direzione, evidentemente, diverso da quello tenuto verso iniziative culturali promosse al suo interno, come i Dialoghi, per i quali era stato chiesto inizialmente un ingresso di 6 euro, poi dimezzato solo dopo l'intervento del Comune di Trani. Motivo: la coincidenza con la mostra di Archimede che ha fatto raddoppiare da qualche mese il costo del ticket e che, invece, in occasione di Trani Sposi, è stata opportunamente sospesa.

Ma soprattutto regole e principi nell'utilizzo della struttura sono poco chiari e l'argomento ha colto impreparati i consiglieri comunali e lasciato indifferente il primo cittadino.

Strani interrrogativi sorgono, però, quando nell'albo pretorio cittadino trovi una delibera approvata per la concessione gratuita del patrocinio comunale alla manifestazione oggetto di discordia. Soprattutto quando, a fronte di una umile "rassegna di sfilate di moda", viene fuori una sperticata lode dei punti di forza e delle potenzialità della stessa, da colpire anche il più ostinato detrattore dei matrimoni.

Ma attenzione. Non si tratta di sminuire la portata di una fiera ormai importante come Trani Sposi, ma di porre all'attenzione pubblica il bisogno di regole chiare e identiche per tutti. In altre parole, non si vuol sminuire l'operato di un'amministrazione che sponsorizza la fiera degli abiti da sposa, o insinuare che nel processo sia intervenuto il seppur minimo interesse personale. Semplicemente a domanda posta, in maniera indiretta o diretta, sarebbe gentile, ogni tanto, ricevere una risposta.