«Il caso La Lampara è la certificazione del fallimento della nuova amministrazione»
Intervento di Volpe (Fi Bat) sullo sfratto dello storico locale
venerdì 22 gennaio 2016
0.15
Dopo il commissario provinciale di Forza Italia, ora interviene anche il responsabile del dipartimento Cultura, Luca Volpe. «Quello della Lampara - dice - sembra essere la certificazione del fallimento di un certo modo di fare politica. Quella fatta di slogan, di reazioni a caldo senza consultare le carte. Ma anche e soprattutto quella che si arrende alla burocrazia, che la subisce senza esercitare i propri legittimi poteri di direttiva e controllo. Dove sono i supereroi scesi a Trani a maggio a risolvere ogni cosa? Come mai l'amministrazione - continua Volpe - non ha adottato un atto di indirizzo che possa guidare il dirigente (che ha "solo" fatto il suo mestiere) nella complessa matassa di quel girone infernale che a Trani si chiama "fitti attivi"? Questi sono elementi che allontanano la gente, giustamente, dalla politica».
«Non è con gli slogan degli ultimi giorni - prosegue - che si aiutano i dipendenti della cooperativa che, ad oggi, in qualche modo, gestisce La Lampara. Alcuni, oratori a cottimo, che non sanno distinguere una disdetta da uno sfratto è bene che imparino a gestire i propri impulsi. I provvedimenti adottati, se da una parte pongono fine ad una situazione, oggettivamente, inopportuna dall'altra rischiano di mettere a repentaglio il sacrosanto diritto al lavoro di persone e famiglie e di creare un credito per il Comune che potrebbe diventare oltremodo difficoltoso, se non impossibile, da recuperare. S'è venuto a creare, insomma, un "mostro giuridico" che rischia di essere una "beffa" oltre al danno a cui tutti stiamo assistendo».
«Si invita, pertanto, l'amministrazione tutta, il sindaco Bottaro e l'assessore competente, in particolare, a predisporre - è la richiesta fatta da Volpe a nome del partito - quanto prima un atto di indirizzo che sia mirato alla completa rivisitazione di tutte le situazioni similari al caso della Lampara che altrimenti, se rimanesse isolato, potrebbe risultare come sospettosamente "mirato" e iniquo rispetto a situazioni, più o meno, analoghe. Ed inoltre, si impegnino a verificare, insieme ai dirigenti competenti, se non sia il caso di approntare misure "provvisorie e urgenti" che, in vista di una auspicabile, prossima "evidenza pubblica", possano salvaguardare - conclude - il lavoro di chi ha investito tutto se stesso, le entrate (che erano, comunque, in corso) della già povera amministrazione comunale e l'immagine di una delle poche luci rimaste ancora accese in questa città, ormai, troppo buia».
«Non è con gli slogan degli ultimi giorni - prosegue - che si aiutano i dipendenti della cooperativa che, ad oggi, in qualche modo, gestisce La Lampara. Alcuni, oratori a cottimo, che non sanno distinguere una disdetta da uno sfratto è bene che imparino a gestire i propri impulsi. I provvedimenti adottati, se da una parte pongono fine ad una situazione, oggettivamente, inopportuna dall'altra rischiano di mettere a repentaglio il sacrosanto diritto al lavoro di persone e famiglie e di creare un credito per il Comune che potrebbe diventare oltremodo difficoltoso, se non impossibile, da recuperare. S'è venuto a creare, insomma, un "mostro giuridico" che rischia di essere una "beffa" oltre al danno a cui tutti stiamo assistendo».
«Si invita, pertanto, l'amministrazione tutta, il sindaco Bottaro e l'assessore competente, in particolare, a predisporre - è la richiesta fatta da Volpe a nome del partito - quanto prima un atto di indirizzo che sia mirato alla completa rivisitazione di tutte le situazioni similari al caso della Lampara che altrimenti, se rimanesse isolato, potrebbe risultare come sospettosamente "mirato" e iniquo rispetto a situazioni, più o meno, analoghe. Ed inoltre, si impegnino a verificare, insieme ai dirigenti competenti, se non sia il caso di approntare misure "provvisorie e urgenti" che, in vista di una auspicabile, prossima "evidenza pubblica", possano salvaguardare - conclude - il lavoro di chi ha investito tutto se stesso, le entrate (che erano, comunque, in corso) della già povera amministrazione comunale e l'immagine di una delle poche luci rimaste ancora accese in questa città, ormai, troppo buia».