Castello ai "privati", Montaruli incalza: «La direttrice fa cenno a riti civili»
Il presidente di Unibat dopo le parole della Mezzina durante l'inaugurazione dei Dialoghi
venerdì 23 settembre 2016
Durante la cerimonia di apertura dei Dialoghi di Trani c'era anche la direttrice del Castello Svevo, Rosa Mezzina e ad ascoltare le sue parole il presidente dell'Unibat, Savino Montaruli. «La direttrice durante il suo intervento - scrive Montaruli -, ha sottolineato la volontà di "aprire" il Monumento alla città ed ai cittadini. A tal proposito è stato preciso ed esplicito il suo riferimento all'utilizzo del maniero quale "estensione della casa comunale" ribadendo, anche in questa circostanza, la concessione per riti civili ma senza fare riferimento, alcun riferimento né a banchetti, né a ricevimenti nuziali né tantomeno a Regolamenti o Disciplinari per tale uso da parte degli utenti».
Il presidente di Unibat prosegue: «Ci saremmo aspettati che dopo il primo esperimento, che ha visto il castello prestarsi ad uso sala ricevimenti, sul sito web ufficiale si fosse istituita un'apposita sezione, accessibile a tutti, con le prescrizioni e le modalità per accedere a tale nuovo e singolare utilizzo del bene pubblico. Invece nulla di tutto questo. Anzi, anche al telefono gli impiegati declinano le domande e rimandano tutti ad un contatto diretto con la Direttrice cui far riferimento.Non sappiamo se, quante e quali siano state le richieste di (ri)utilizzo del castello svevo per lo svolgimento delle "nuove cerimonie" estensive della casa comunale. Sarebbe molto interessante saperlo per conoscere anche quale sia stato l'effetto eco provocata dalla prima esperienza che si poneva proprio tale ambizioso obiettivo».
«Se di richieste ne sono arrivate poche o addirittura nessuna allora probabilmente "l'operazione" ha fallito dal punto di vista del marketing territoriale e questo segna un punto negativo per la gestione del maniero federiciano. Se invece di richieste ne sono giunte, come ne siamo certi, a decine e tutte di altissima qualità allora sarebbe opportuno che quel regolamento e quel protocollo fossero finalmente resi pubblici senza rimandare a contatti diretti e discrezionali che potrebbero comportare, nell'immediato, una scelta che potrebbe essere, invece, dirottata verso altre strutture di pari bellezza con perdite per la città di Trani e per il suo indotto economico e commerciale».
Montaruli chiede così la pubblicazione del Regolamento per la fruizione del Castello: «Siamo certi che dopo l'ufficializzazione fatta durante i Dialoghi di Trani dell'utilizzo estensivo del castello, fra qualche giorno vedremo pubblicato quel famoso Regolamento che renda il castello di Trani, anche il castello di Trani "libero" e fruibile a tutti e per tutti. Il castello di Trani? Val sempre bene un cin cin. Per la mangiatoia è meglio metterci una pietra sopra, naturalmente che sia una pietra rigorosamente di Trani e pure bella grossa. Meno male che Flavio Briatore non è passato da queste parti - conclude ironicamente -, altrimenti tra strade sfasciate, inciviltà e città piene di immondizia avrebbe scritto un altro capitolo della sua campagna denigratoria pugliese, non sempre a torto. Sarebbe interessante un confronto con i tanti esperti e "periti" di Turismo di questo territorio».
Il presidente di Unibat prosegue: «Ci saremmo aspettati che dopo il primo esperimento, che ha visto il castello prestarsi ad uso sala ricevimenti, sul sito web ufficiale si fosse istituita un'apposita sezione, accessibile a tutti, con le prescrizioni e le modalità per accedere a tale nuovo e singolare utilizzo del bene pubblico. Invece nulla di tutto questo. Anzi, anche al telefono gli impiegati declinano le domande e rimandano tutti ad un contatto diretto con la Direttrice cui far riferimento.Non sappiamo se, quante e quali siano state le richieste di (ri)utilizzo del castello svevo per lo svolgimento delle "nuove cerimonie" estensive della casa comunale. Sarebbe molto interessante saperlo per conoscere anche quale sia stato l'effetto eco provocata dalla prima esperienza che si poneva proprio tale ambizioso obiettivo».
«Se di richieste ne sono arrivate poche o addirittura nessuna allora probabilmente "l'operazione" ha fallito dal punto di vista del marketing territoriale e questo segna un punto negativo per la gestione del maniero federiciano. Se invece di richieste ne sono giunte, come ne siamo certi, a decine e tutte di altissima qualità allora sarebbe opportuno che quel regolamento e quel protocollo fossero finalmente resi pubblici senza rimandare a contatti diretti e discrezionali che potrebbero comportare, nell'immediato, una scelta che potrebbe essere, invece, dirottata verso altre strutture di pari bellezza con perdite per la città di Trani e per il suo indotto economico e commerciale».
Montaruli chiede così la pubblicazione del Regolamento per la fruizione del Castello: «Siamo certi che dopo l'ufficializzazione fatta durante i Dialoghi di Trani dell'utilizzo estensivo del castello, fra qualche giorno vedremo pubblicato quel famoso Regolamento che renda il castello di Trani, anche il castello di Trani "libero" e fruibile a tutti e per tutti. Il castello di Trani? Val sempre bene un cin cin. Per la mangiatoia è meglio metterci una pietra sopra, naturalmente che sia una pietra rigorosamente di Trani e pure bella grossa. Meno male che Flavio Briatore non è passato da queste parti - conclude ironicamente -, altrimenti tra strade sfasciate, inciviltà e città piene di immondizia avrebbe scritto un altro capitolo della sua campagna denigratoria pugliese, non sempre a torto. Sarebbe interessante un confronto con i tanti esperti e "periti" di Turismo di questo territorio».