Cattolici e politica, prosegue il dibattito
Dopo Caffarella, le considerazioni di Trani Centro
sabato 14 marzo 2009
«Ho letto con estremo piacere la riflessione dell'amico Franco Caffarella, consigliere comunale, in merito al ruolo dei cattolici nella politica e con altrettanta attenzione ho sfogliato la stampa locale per dare uno sguardo allo spunto di riflessione di Giovanni Ronco sulla rubrica "Chiaro e Tondo" di Traniweb.
Nell'apprezzare l'analisi approfondita ed il tenore culturale dei due interventi, l'impressione che ne traggo è senz'altro positiva perché diventa sempre più raro trovare simili momenti di confronto nella desolata landa della politica locale, fatta di sterili polemiche e poco attenta ai veri problemi che attanagliano la nostra città. Detto ciò, posso permettermi di rilevare che buona parte dei politici attuali, a parte i giovanissimi, ha sicuramente attraversato, in passato, il periodo della esperienza cattolica – democratica – popolare nella Democrazia Cristiana.
La forza di questo partito stava nel contemperamento delle ragioni politiche con i giudizi della coscienza, nella condivisione delle scelte di valore e nell'unità dei principi. Una siffatta coesione fondata sui valori fortificava quel partito che rappresentava l'unica genuina espressione del cattolicesimo popolare. La coerenza e la unità dei cattolici non sono un ricordo lontano ma si rivelano ancora attuali soprattutto quando si discute sulle grandi questioni di rilevanza etica (aborto, fecondazione assistita, droga, immigrazione, etc.). La crisi della prima Repubblica e la nascita di nuovi partiti hanno portato alla crisi dei valori ed allo svuotamento del senso di appartenenza.
Ed allora è condivisibile l'opinione del Cardinale Martini secondo cui i cattolici impegnati in politica, a prescindere dall'appartenenza partitica, oltre a farsi carico delle questioni di rilevanza etica, devono operare per il buon funzionamento della democrazia e delle istituzioni, ma sono fortemente scettico sulla possibilità che ciò possa essere concretamente attuato se pensiamo che il singolo si possa decontestualizzare dall'idea unica del cattolicesimo liberale.
L'esperienza dimostra il mio assunto.
Infatti, proprio sulle grandi questioni, i cattolici hanno sempre espresso unitarietà sulle loro profonde convinzioni etiche distanziandosi dal PD da un lato e dalla PDL dall'altro, formando seppur occasionalmente un'area cattolica che, a seconda dei punti di vista, è tra i due poli o costituisce il terzo polo. Il problema è che tale segmento si dissolve al momento del voto in parlamento dove le ragioni politiche prevalgono sui giudizi di valore, l'opportunismo della contingenza ha supera la libertà di coscienza.
Quell'unità, che diventa occasionale per le ragioni opportunistiche innanzi accennate, potrebbe essere rafforzata in una comunanza di intenti di forte contenuto valoriale all'interno di unico e solido partito, capace di riaffermare quegli antichi valori che tutti i cattolici possiedono e distrattamente, troppo spesso, dimenticano per le ragioni del momento.»
Avv. Alessandro Moscatelli
Presidente Trani Centro
Nell'apprezzare l'analisi approfondita ed il tenore culturale dei due interventi, l'impressione che ne traggo è senz'altro positiva perché diventa sempre più raro trovare simili momenti di confronto nella desolata landa della politica locale, fatta di sterili polemiche e poco attenta ai veri problemi che attanagliano la nostra città. Detto ciò, posso permettermi di rilevare che buona parte dei politici attuali, a parte i giovanissimi, ha sicuramente attraversato, in passato, il periodo della esperienza cattolica – democratica – popolare nella Democrazia Cristiana.
La forza di questo partito stava nel contemperamento delle ragioni politiche con i giudizi della coscienza, nella condivisione delle scelte di valore e nell'unità dei principi. Una siffatta coesione fondata sui valori fortificava quel partito che rappresentava l'unica genuina espressione del cattolicesimo popolare. La coerenza e la unità dei cattolici non sono un ricordo lontano ma si rivelano ancora attuali soprattutto quando si discute sulle grandi questioni di rilevanza etica (aborto, fecondazione assistita, droga, immigrazione, etc.). La crisi della prima Repubblica e la nascita di nuovi partiti hanno portato alla crisi dei valori ed allo svuotamento del senso di appartenenza.
Ed allora è condivisibile l'opinione del Cardinale Martini secondo cui i cattolici impegnati in politica, a prescindere dall'appartenenza partitica, oltre a farsi carico delle questioni di rilevanza etica, devono operare per il buon funzionamento della democrazia e delle istituzioni, ma sono fortemente scettico sulla possibilità che ciò possa essere concretamente attuato se pensiamo che il singolo si possa decontestualizzare dall'idea unica del cattolicesimo liberale.
L'esperienza dimostra il mio assunto.
Infatti, proprio sulle grandi questioni, i cattolici hanno sempre espresso unitarietà sulle loro profonde convinzioni etiche distanziandosi dal PD da un lato e dalla PDL dall'altro, formando seppur occasionalmente un'area cattolica che, a seconda dei punti di vista, è tra i due poli o costituisce il terzo polo. Il problema è che tale segmento si dissolve al momento del voto in parlamento dove le ragioni politiche prevalgono sui giudizi di valore, l'opportunismo della contingenza ha supera la libertà di coscienza.
Quell'unità, che diventa occasionale per le ragioni opportunistiche innanzi accennate, potrebbe essere rafforzata in una comunanza di intenti di forte contenuto valoriale all'interno di unico e solido partito, capace di riaffermare quegli antichi valori che tutti i cattolici possiedono e distrattamente, troppo spesso, dimenticano per le ragioni del momento.»
Avv. Alessandro Moscatelli
Presidente Trani Centro