Cementeria, in rivolta gli agricoltori tranesi
In trecento firmano una petizione
giovedì 23 settembre 2010
Il progetto di realizzare una cementeria presentato da una delle società della famiglia Matarrese nei pressi della discarica comunale di Trani sulla strada provinciale Andria- Trani non preoccupa solo le forze politiche di opposizione di Trani. Ora a scendere in campo sono anche gli agricoltori, braccianti ed altri impiegati in agricoltura i quali hanno protocollato una petizione rivolta al sindaco di Trani Giuseppe Tarantini.
«Gli oltre trecento firmatari della petizione - si legge nella richiesta - liberi da ogni appartenenza politica ed associazionistica ed in rappresentanza dell'intero mondo agricolo tranese, essendo venuti a conoscenza del fatto che oramai è imminente nell'agro di Trani la costruzione di una cementeria che dovrebbe bruciare rifiuti per poter effettuare le sue lavorazioni disperdendo nell'ambiente circostante i propri fumi, polveri e probabilmente anche sostanze tossiche per molti chilometri lontano dalla fonte emittente e che naturalmente si andrebbero a depositare sulle colture agricole determinando la assoluta incommerciabilità dei prodotti, si oppongono in maniera univoca all'installazione della cementeria ricordando a tutti le coltivazioni di pregio esistenti su questo territorio, uva, olio, moscato apprezzate da tutti i mercati del nord e che assicurano occupazione per almeno 5.000 persone».
Sembrerebbe, inoltre, che l'Unione europea stabilisca che i prodotti agroalimentari (e i loro derivati) coltivati nel raggio di 15 chilometri da un inceneritore o da un impianto industriale come una cementeria, non possono avere il marchio Dop o Doc. Ecco perché gli agricoltori esprimono il più fermo disaccordo per la realizzazione del cementificio nel Comune di Trani.
«Gli oltre trecento firmatari della petizione - si legge nella richiesta - liberi da ogni appartenenza politica ed associazionistica ed in rappresentanza dell'intero mondo agricolo tranese, essendo venuti a conoscenza del fatto che oramai è imminente nell'agro di Trani la costruzione di una cementeria che dovrebbe bruciare rifiuti per poter effettuare le sue lavorazioni disperdendo nell'ambiente circostante i propri fumi, polveri e probabilmente anche sostanze tossiche per molti chilometri lontano dalla fonte emittente e che naturalmente si andrebbero a depositare sulle colture agricole determinando la assoluta incommerciabilità dei prodotti, si oppongono in maniera univoca all'installazione della cementeria ricordando a tutti le coltivazioni di pregio esistenti su questo territorio, uva, olio, moscato apprezzate da tutti i mercati del nord e che assicurano occupazione per almeno 5.000 persone».
Sembrerebbe, inoltre, che l'Unione europea stabilisca che i prodotti agroalimentari (e i loro derivati) coltivati nel raggio di 15 chilometri da un inceneritore o da un impianto industriale come una cementeria, non possono avere il marchio Dop o Doc. Ecco perché gli agricoltori esprimono il più fermo disaccordo per la realizzazione del cementificio nel Comune di Trani.