#ChiudiamoLaDiscarica, il comitato incontra l'assessore Caracciolo
Le priorità della Regione sono la bonifica e la messa in sicurezza
mercoledì 22 novembre 2017
«Trani vive un'emergenza ambientale gravissima, la riapertura della discarica è folle, non può essere presa neanche lontanamente in considerazione». E' quello che ieri i rappresentanti del Comitato #ChiudiamoLaDiscarica hanno ribadito all'assessore all'ambiente della Regione Puglia, Filippo Caracciolo, in un incontro che si è tenuto a Trani. «Forse qualcuno dimentica che la discarica è stata posta a lungo sotto sequestro nell'ambito di un'inchiesta per disastro ambientale», è stato sottolineato ancora all'assessore. «Il disastro, val la pena ricordarlo, è stato accertato, sono le responsabilità che devono ancora essere accertate. E se poco più di un anno fa l'impianto è stato dissequestrato è solo ed esclusivamente per consentire di bonificare l'area e metterla in sicurezza, per evitare che faccia ulteriori disastri. Tutto questo è bene ribadirlo, visto che l'amministrazione comunale di Trani fa sempre finta che va tutto bene, che il problema non esista».
All'assessore Caracciolo è stato ricordato che «in soli due anni a Trani si sono manifestati due episodi di fumi emessi da cave abbandonate, dove evidentemente c'è stato lo sversamento di rifiuti, la cui composizione peraltro non è stato ancora del tutto chiarita. Ed è stato anche evidenziato che sempre in quella zona c'è la vecchia discarica, priva di barrieramento idraulico, tanto da aver rilasciato, anche in quel caso, fiumi di percolato». Per tutte queste ragioni, il comitato #ChiudiamoLaDiscarica ha chiesto all'assessore regionale di non prendere minimamente in considerazione la riapertura della discarica di contrada Puro Vecchio, «che peraltro sorge in un contesto territoriale inidoneo per la localizzazione delle discariche. E', infatti, caratterizzato da un substrato calcareo carsico molto fratturato e ad alta vulnerabilità dell'acquifero. Non è un caso che nel tempo abbia subito ben tre sequestri (2005, 2006 e 2015) per inquinamento ambientale, e l'ultimo anche per rischio di esplosione».
«La discarica, inoltre, presenta gravi difetti di progettazione», hanno spiegato a Caracciolo i tecnici del Comitato, «in quanto i lotti essendo posti in continuità fisica ed idraulica tra loro non permettono in caso di contaminazione della falda di risalire con attendibilità la reale sorgente dell'inquinamento. La discarica, inoltre, non è dotata di impianto di trattamento del percolato, grave carenza impiantistica che ne amplifica i costi di gestione e le potenzialità contaminanti dovendo ricorrere a ditte terze per il prelievo ed il trattamento del liquido inquinante».
L'assessore Caracciolo ha ascoltato con grande attenzione e ha ribadito che la priorità della Regione in questo momento è la bonifica e la messa in sicurezza della discarica. Solo dopo e, quindi, solo quando tornerà nella disponibilità, si valuterà cosa farne. «E' evidente, però, ha sottolineato l'assessore, che queste vostre valutazioni non potranno non essere prese in considerazione. E' altresì evidente che risulterà determinante la volontà del Comune di Trani».
Caracciolo, su sollecitazione del Comitato, si è impegnato a portare le osservazioni del Comitato al tavolo del governo regionale e, ancor più concretamente, a recuperare i dati sul censimento delle cave e a provare ad estendere il recente protocollo siglato da Regione e forze dell'ordine alla ricerca di rifiuti nelle cave abbandonate nelle cave dismesse, anche attraverso le nuove tecnologie in uso ad alcune forze militari, come droni e aerei in grado di effettuare una scansione del sottosuolo. Su questo l'Assessore si è impegnato a dare risposte già entro la metà di dicembre.
Sulla discarica, invece, ci sarà un riaggiornamento successivo all'avvio del piano di caratterizzazione da parte del Comune, "su cui", ha spiegato Caracciolo, "non siamo disposti più a tollerare ritardi". «Ringraziamo l'assessore per aver subito accettato il nostro invito e per essersi confrontato con noi a viso aperto», concludono i rappresentanti del Comitato. «Per noi è stata una piacevole novità vista la difficoltà di ottenere un confronto con il suo predecessore, peraltro nostro concittadino, e con sindaco e assessore all'Ambiente del Comune di Trani. Ci auguriamo possa rappresentare l'inizio di un dialogo che porti alla chiusura della discarica per sempre, obiettivo per il quale lotteremo con ogni mezzo a nostra disposizione».
All'assessore Caracciolo è stato ricordato che «in soli due anni a Trani si sono manifestati due episodi di fumi emessi da cave abbandonate, dove evidentemente c'è stato lo sversamento di rifiuti, la cui composizione peraltro non è stato ancora del tutto chiarita. Ed è stato anche evidenziato che sempre in quella zona c'è la vecchia discarica, priva di barrieramento idraulico, tanto da aver rilasciato, anche in quel caso, fiumi di percolato». Per tutte queste ragioni, il comitato #ChiudiamoLaDiscarica ha chiesto all'assessore regionale di non prendere minimamente in considerazione la riapertura della discarica di contrada Puro Vecchio, «che peraltro sorge in un contesto territoriale inidoneo per la localizzazione delle discariche. E', infatti, caratterizzato da un substrato calcareo carsico molto fratturato e ad alta vulnerabilità dell'acquifero. Non è un caso che nel tempo abbia subito ben tre sequestri (2005, 2006 e 2015) per inquinamento ambientale, e l'ultimo anche per rischio di esplosione».
«La discarica, inoltre, presenta gravi difetti di progettazione», hanno spiegato a Caracciolo i tecnici del Comitato, «in quanto i lotti essendo posti in continuità fisica ed idraulica tra loro non permettono in caso di contaminazione della falda di risalire con attendibilità la reale sorgente dell'inquinamento. La discarica, inoltre, non è dotata di impianto di trattamento del percolato, grave carenza impiantistica che ne amplifica i costi di gestione e le potenzialità contaminanti dovendo ricorrere a ditte terze per il prelievo ed il trattamento del liquido inquinante».
L'assessore Caracciolo ha ascoltato con grande attenzione e ha ribadito che la priorità della Regione in questo momento è la bonifica e la messa in sicurezza della discarica. Solo dopo e, quindi, solo quando tornerà nella disponibilità, si valuterà cosa farne. «E' evidente, però, ha sottolineato l'assessore, che queste vostre valutazioni non potranno non essere prese in considerazione. E' altresì evidente che risulterà determinante la volontà del Comune di Trani».
Caracciolo, su sollecitazione del Comitato, si è impegnato a portare le osservazioni del Comitato al tavolo del governo regionale e, ancor più concretamente, a recuperare i dati sul censimento delle cave e a provare ad estendere il recente protocollo siglato da Regione e forze dell'ordine alla ricerca di rifiuti nelle cave abbandonate nelle cave dismesse, anche attraverso le nuove tecnologie in uso ad alcune forze militari, come droni e aerei in grado di effettuare una scansione del sottosuolo. Su questo l'Assessore si è impegnato a dare risposte già entro la metà di dicembre.
Sulla discarica, invece, ci sarà un riaggiornamento successivo all'avvio del piano di caratterizzazione da parte del Comune, "su cui", ha spiegato Caracciolo, "non siamo disposti più a tollerare ritardi". «Ringraziamo l'assessore per aver subito accettato il nostro invito e per essersi confrontato con noi a viso aperto», concludono i rappresentanti del Comitato. «Per noi è stata una piacevole novità vista la difficoltà di ottenere un confronto con il suo predecessore, peraltro nostro concittadino, e con sindaco e assessore all'Ambiente del Comune di Trani. Ci auguriamo possa rappresentare l'inizio di un dialogo che porti alla chiusura della discarica per sempre, obiettivo per il quale lotteremo con ogni mezzo a nostra disposizione».