Ciao Gianluca Vialli. L'Italia e il calcio internazionale piangono un campione di sport e di vita
Il ricordo del direttore di Traniviva, Antonio Quinto
venerdì 6 gennaio 2023
11.05
Ha lasciato un segno in ogni ruolo che ha ricoperto, non solo quello di campione di calcio. Probabilmente gli anni della sua battaglia contro il tumore sono stati anni di condivisione con un pubblico ben più vasto di quello sportivo e oggi l'Italia e il mondo dello sport mondiale salutano un uomo dal valore che va ben oltre i risultati prestigiosi ottenuti sui campi di gioco.
Lo temeva, quel cancro terribile al pancreas che l'aveva colpito quasi 6 anni fa: ma non ha mai pensato di arrendersi, anzi è stato punto di riferimento per tanti altri, vedi Fedez. Quell'ospite indesiderato - così come lo chiamava - non lo considerava soltanto come una causa di sofferenza, ma una opportunità che può spingere più in là del modo superficiale in cui viviamo. Un'opportunità che fa comprendere come quanto non valga la pena di perdere tempo a cose che non lo meritano.
Il direttore di Traniviva Antonio Quinto, che l'ha conosciuto durante i mesi di militanza a Sky Sport lo ricorda così: "Era l'anno della mondiale in Sudafrica. Ho il ricordo di una gran bella persona: a me e ad altri giovani colleghi mise fin da subito a nostro agio, senza dar peso al fatto che lui era già così importante e noi dei novellini. È stato un piacere e un onore lavorare al suo fianco".
Sinisa, Pelè, Gianluca: tre esempi di quanto lo sport possa forgiare eroi veri di morale, etica, di modello per i giovani. Tre campioni che ci riportano al senso del valore che viene dall'antichità classica, quando Platone descriveva la completezza dell'uomo che deve coltivare la mente e il fisico. Le storie di questi campioni dovrebbero essere raccontate a scuola, ai bambini. Favole vere di studio, lavoro, sacrificio, successo, battaglie, sconfitte.
Quell'abbraccio felice agli ultimi europei di Vialli a Mancini è bello immaginarlo ora in Paradiso, su campi sconfinati di gioia, tra questi grandi campioni andati via in poche settimane.
Lo temeva, quel cancro terribile al pancreas che l'aveva colpito quasi 6 anni fa: ma non ha mai pensato di arrendersi, anzi è stato punto di riferimento per tanti altri, vedi Fedez. Quell'ospite indesiderato - così come lo chiamava - non lo considerava soltanto come una causa di sofferenza, ma una opportunità che può spingere più in là del modo superficiale in cui viviamo. Un'opportunità che fa comprendere come quanto non valga la pena di perdere tempo a cose che non lo meritano.
Il direttore di Traniviva Antonio Quinto, che l'ha conosciuto durante i mesi di militanza a Sky Sport lo ricorda così: "Era l'anno della mondiale in Sudafrica. Ho il ricordo di una gran bella persona: a me e ad altri giovani colleghi mise fin da subito a nostro agio, senza dar peso al fatto che lui era già così importante e noi dei novellini. È stato un piacere e un onore lavorare al suo fianco".
Sinisa, Pelè, Gianluca: tre esempi di quanto lo sport possa forgiare eroi veri di morale, etica, di modello per i giovani. Tre campioni che ci riportano al senso del valore che viene dall'antichità classica, quando Platone descriveva la completezza dell'uomo che deve coltivare la mente e il fisico. Le storie di questi campioni dovrebbero essere raccontate a scuola, ai bambini. Favole vere di studio, lavoro, sacrificio, successo, battaglie, sconfitte.
Quell'abbraccio felice agli ultimi europei di Vialli a Mancini è bello immaginarlo ora in Paradiso, su campi sconfinati di gioia, tra questi grandi campioni andati via in poche settimane.