Comitato Bene Comune, chiesto un incontro al Commissario Asl Narracci

«Coinvolgiamo i cittadini nelle scelte, potrebbe essere più utile per capirne le esigenze»

venerdì 20 febbraio 2015 7.21
«Il Comitato Bene Comune ha inviato una richiesta di incontro sull'Ospedale Civile di Trani al Direttore Generale dell'Asl Bat, Dott. Narracci. La richiesta nasce dall'esigenza di dar voce ai bisogni reali dei cittadini, troppo spesso ignorati nei processi di riconversione e riqualificazione delle strutture sanitarie, per seguire invece le indicazioni dei potentati politici locali». Lo si apprende da una nota trasmessa da Vincenzo Ferreri e Anna Rossi, membri del Comitato Bene Comune.

«In questi anni - scrivono -, con la nostra azione sul bene comune, abbiamo cercato di invertire questa tendenza, tentando di dare voce a cittadini e associazioni, portatori di interessi a favore di tutta la comunità.
Crediamo che anche nel campo della salute vada percorsa questa strada, evitando la logica dei campanili e delle scelte strategiche solo in chiave di consenso elettorale. Il nostro proposito è dunque di portare all'attenzione del Direttore Generale il fatto che una serie di scelte conseguenti al piano di rientro del deficit sanitario, si siano tradotte nella regione Puglia in molteplici criticità, che hanno colpito in particolar modo il territorio della nostra provincia.

L'ASL BAT - spiegano Ferreri e Rossi - conta infatti attualmente 1,7 posti letto ogni 1000 abitanti contro i 3,3 della media regionale, con ciò costringendo i cittadini ad un'eccessiva mobilità anche per interventi di routine. La carenza di posti letto a Barletta e ad Andria obbliga i pazienti a spostamenti in lungo e largo per la Puglia; sono all'ordine del giorno i viaggi delle ambulanze verso il barese o il foggiano per ricoverare nostri concittadini alla ricerca di un posto letto libero. Comprendiamo e condividiamo la necessità di realizzare centri d'eccellenza limitati e funzionanti per evitare la mobilità extra-regionale, ma spostare malati e familiari di oltre 50 Km per interventi non urgenti e gravi ci sembra eccessivamente oneroso.

Non si comprende - si chiedono - poi come sia possibile che l'ospedale di Trani, con reparti totalmente ristrutturati e sale operatorie modernamente attrezzate versi in uno stato di abbandono, mentre nel vicino ospedale di Bisceglie, attualmente in gran parte inagibile per la ristrutturazione delle sale, il personale sia costretto all'inattività. Ci chiediamo quindi perché tale personale non sia impiegato nelle sale di Trani, che potrebbero così essere utilizzate, razionalizzando quindi in maniera virtuosa le risorse disponibili. Sempre nell'ospedale di Trani poi, una Casa del parto annunciata pochi anni fa, forse per placare le ire della nostra città a seguito della chiusura dei reparti, non è di fatto mai entrata in funzione. Anche quelli soldi spesi per un servizio inesistente di cui non si conosce il futuro.

Nemmeno c'è stato poi un potenziamento del locale Pronto Soccorso - insistono i due -, come ci si sarebbe potuto aspettare a parziale risarcimento della chiusura dei reparti; e neanche di questo se ne conosce il destino, malgrado i soldi spesi per il suo ammodernamento. Probabili analogie poi sono ipotizzabili per le altre città della provincia. Tutto ciò ci induce a pensare che ci sia un enorme spreco del denaro pubblico, che potrebbe essere più adeguatamente utilizzato per migliorare la sanità pubblica nella Bat; e che le scelte, anche rispettando la necessità delle razionalizzazioni, debbano essere fatte in maniera più oculata, onde evitare ulteriori problemi ad una popolazione già martoriata dalla crisi.

A questo scopo - concludono Vincenzo Ferreri e Anna Rossi nella loro nota - potrebbe essere molto utile il coinvolgimento dei cittadini nell'elaborazione delle scelte. Per questo vogliamo avviare un percorso partecipato che permetta a tutti di esprimere la propria opinione sulle politiche della salute, che troppo spesso calano dall'alto senza che sia possibile comprenderne le logiche».