Comitato Quartiere "Ancora", Lobascio chiede considerazione per la zona
Piazza Longobardi e le zone circostanti vengono considerate solo nei grandi eventi
giovedì 26 giugno 2014
10.11
Una periferia in pieno centro. Così definiscono il proprio quartiere i cittadini convogliati nel Comitato di Quartiere Ancora, attivo già da un anno e mezzo nel tentativo di dare nuova vita al quadrilatero compreso tra via Statuti Marittimi, via Cambio, via Mario Pagano e piazza Libertà.
Nella conferenza di ieri, l'arringa di Dino Lobascio non lascia spazio agli equivoci: nonostante il pieno rispetto per i momenti delicati vissuti da sindaco e amministrazione in questi giorni, la volontà di andare fino in fondo per rivendicare i propri diritti rimane immutata. Forte delle firme raccolte nella formazione del gruppo di attivismo cittadino e della collaborazione di ben 12 membri del direttivo, Lobascio elenca le difficoltà emerse dai primi mesi di attività: «Siamo completamente lasciati a noi stessi: abbiamo organizzato per quattro volte un mercatino dell'antiquariato. I vigili si sono visti solo nella prima occasione, poi nelle restanti tre la difficoltà degli operatori nello scarico e carico della merce espositiva, a causa di parcheggi che scarsa importanza hanno dato ai divieti affissi per quei giorni, hanno portato all'azzeramento delle adesioni per l'iniziativa. Le altre iniziative, tra la tappa del festival Il Giullare, intrattenimento per bambini e l'allestimento del presepe, hanno avuto un buon riscontro nonostante l'interesse nullo dell'amministrazione. Queste zone vengono tirate a lucido solo in occasione di eventi di un certo livello, poi non si vede più nessuno».
La richiesta che avanza il Comitato Ancora è solo una: considerazione. «Siamo stanchi di risposte confuse e di una poca chiarezza e onesta nelle promesse: prima di passare ad azioni più incisive vogliamo rinnovare l'invito alla classe dirigente di una maggiore comunicazione e partecipazione. Tra palazzi con pericolo di crollo, fioriere abusive, una pulizia inesistente e un'illuminazione scarsa, il problema parcheggi (specialmente nelle giornate interessate dalla movida) e una piazza prima violentata e poi lasciata abbandonata, le cose da risolvere sono parecchie».
O quantomeno, se con spirito di intraprendenza i cittadini si organizzano e cercano di dar vita a questa "zona morta" con delle piccole autoproduzioni, quantomeno non andrebbero messi loro i classici "bastoni tra le ruote".
Nella conferenza di ieri, l'arringa di Dino Lobascio non lascia spazio agli equivoci: nonostante il pieno rispetto per i momenti delicati vissuti da sindaco e amministrazione in questi giorni, la volontà di andare fino in fondo per rivendicare i propri diritti rimane immutata. Forte delle firme raccolte nella formazione del gruppo di attivismo cittadino e della collaborazione di ben 12 membri del direttivo, Lobascio elenca le difficoltà emerse dai primi mesi di attività: «Siamo completamente lasciati a noi stessi: abbiamo organizzato per quattro volte un mercatino dell'antiquariato. I vigili si sono visti solo nella prima occasione, poi nelle restanti tre la difficoltà degli operatori nello scarico e carico della merce espositiva, a causa di parcheggi che scarsa importanza hanno dato ai divieti affissi per quei giorni, hanno portato all'azzeramento delle adesioni per l'iniziativa. Le altre iniziative, tra la tappa del festival Il Giullare, intrattenimento per bambini e l'allestimento del presepe, hanno avuto un buon riscontro nonostante l'interesse nullo dell'amministrazione. Queste zone vengono tirate a lucido solo in occasione di eventi di un certo livello, poi non si vede più nessuno».
La richiesta che avanza il Comitato Ancora è solo una: considerazione. «Siamo stanchi di risposte confuse e di una poca chiarezza e onesta nelle promesse: prima di passare ad azioni più incisive vogliamo rinnovare l'invito alla classe dirigente di una maggiore comunicazione e partecipazione. Tra palazzi con pericolo di crollo, fioriere abusive, una pulizia inesistente e un'illuminazione scarsa, il problema parcheggi (specialmente nelle giornate interessate dalla movida) e una piazza prima violentata e poi lasciata abbandonata, le cose da risolvere sono parecchie».
O quantomeno, se con spirito di intraprendenza i cittadini si organizzano e cercano di dar vita a questa "zona morta" con delle piccole autoproduzioni, quantomeno non andrebbero messi loro i classici "bastoni tra le ruote".