Commercianti e imprenditori tranesi “eroi”, meritano di più
Incentivi ed occasioni per rilanciare il commercio. E l’ufficio info turistiche è di nuovo chiuso.
mercoledì 14 marzo 2018
7.13
Sono sempre di più in città i locali sfitti o col cartello "vendesi questa attività", in riferimento alla cessazione del lavoro di commercianti e piccoli – medi imprenditori che avremmo potuto definire storici, in alcuni casi. In questi giorni è "riemersa" questa dicitura e bene ha fatto Andrea Moselli, operatore turistico tranese a farsi una risata amara sotto i suoi baffi esclamando in un post: "Ma si sono mai fatti un giro nel centro storico"? Anche lì vi è stata una teoria di locali che hanno chiuso o che, cercando il trasferimento della sede, hanno provato a scommettere ancora sugli investimenti di tal genere a Trani.
Tempo fa, parlando con Roberto Gargiuolo, a sua volta anch'esso imprenditore, questi mi faceva notare come una delle linee politiche da seguire per il futuro, sia proprio quella di sostenere concretamente i commercianti tranesi, che in questi anni hanno subito troppo, raccogliendo pochissime soddisfazioni.
E' ancora viva l'eco, il grido di dolore, tanto per fare un esempio, di tanti operatori commerciali che negli scorsi mesi hanno pagato una Tari "bestiale". Non un incentivo in questi anni (ad esempio cercare delle riduzioni per i commercianti, proprio in riferimento alla succitata tassa, potrebbe essere un primo passo avanti), non un gesto concreto, deohrs (bruttini) a parte, ma questi sono contorni, non politiche di sostanza per sostenere le attività economiche.
Già da queste prime serate di primavera, in una città potenzialmente "attrattiva" come Trani, ci si sarebbe aspettati una prima maggiore frequenza di avventori nei vari esercizi, centro storico compreso. Invece, attraverso qualche nostro primo sopralluogo, ci siamo resi conto di come utenza e "pubblico pagante", scarseggino alquanto.
In coro con Moselli e con tanti altri cittadini, continuo a chiedermi cosa si sia fatto fino ad ora, concretamente, per il rilancio del centro storico, al di là della confusa chiusura del porto al traffico. (Tante volte cambiati orari, tanto per dire, nei mesi scorsi).
L'emblema di questo vuoto è piazza Longobardi. Un tempo centro di vita propulsore del commercio e dello scambio tranesi, ora langue come una specie di isola deserta, avvolta nel silenzio ed in una quiete surreali. Quel palazzo pericolante sul lato destro della piazza, venendo da via Ognissanti, è ingabbiato da tempo ed è un altro simbolo di quel vuoto. Anche lì i commercianti, i privati sempre lodati dall'amministrazione, stanno cercando d'inventarsi di tutto per ridare vita a quel luogo, ma mi sembra che ci si basi su iniziative episodiche.
Dulcis in fundo, l'ufficio d'informazioni turistiche: già nei giorno scorsi eravamo stati contatti da un operatore dello stesso, che ci segnalava la nuova chiusura. Ci siamo recati sul posto, a ridosso di palazzo Palmieri ed in effetti abbiamo notato che non era operativo. E siamo a pochi giorni dalle vacanze pasquali. Inutile aggiungere altro.
Tempo fa, parlando con Roberto Gargiuolo, a sua volta anch'esso imprenditore, questi mi faceva notare come una delle linee politiche da seguire per il futuro, sia proprio quella di sostenere concretamente i commercianti tranesi, che in questi anni hanno subito troppo, raccogliendo pochissime soddisfazioni.
E' ancora viva l'eco, il grido di dolore, tanto per fare un esempio, di tanti operatori commerciali che negli scorsi mesi hanno pagato una Tari "bestiale". Non un incentivo in questi anni (ad esempio cercare delle riduzioni per i commercianti, proprio in riferimento alla succitata tassa, potrebbe essere un primo passo avanti), non un gesto concreto, deohrs (bruttini) a parte, ma questi sono contorni, non politiche di sostanza per sostenere le attività economiche.
Già da queste prime serate di primavera, in una città potenzialmente "attrattiva" come Trani, ci si sarebbe aspettati una prima maggiore frequenza di avventori nei vari esercizi, centro storico compreso. Invece, attraverso qualche nostro primo sopralluogo, ci siamo resi conto di come utenza e "pubblico pagante", scarseggino alquanto.
In coro con Moselli e con tanti altri cittadini, continuo a chiedermi cosa si sia fatto fino ad ora, concretamente, per il rilancio del centro storico, al di là della confusa chiusura del porto al traffico. (Tante volte cambiati orari, tanto per dire, nei mesi scorsi).
L'emblema di questo vuoto è piazza Longobardi. Un tempo centro di vita propulsore del commercio e dello scambio tranesi, ora langue come una specie di isola deserta, avvolta nel silenzio ed in una quiete surreali. Quel palazzo pericolante sul lato destro della piazza, venendo da via Ognissanti, è ingabbiato da tempo ed è un altro simbolo di quel vuoto. Anche lì i commercianti, i privati sempre lodati dall'amministrazione, stanno cercando d'inventarsi di tutto per ridare vita a quel luogo, ma mi sembra che ci si basi su iniziative episodiche.
Dulcis in fundo, l'ufficio d'informazioni turistiche: già nei giorno scorsi eravamo stati contatti da un operatore dello stesso, che ci segnalava la nuova chiusura. Ci siamo recati sul posto, a ridosso di palazzo Palmieri ed in effetti abbiamo notato che non era operativo. E siamo a pochi giorni dalle vacanze pasquali. Inutile aggiungere altro.