"Un fiammifero fa la differenza tra il buio e la luce": con il prof. Farina e Tranensis ha preso vita il Teatro a cielo aperto a Trani
Alla prima Agorà dell'estate hanno partecipato anche passanti attratti dalla apertura del nuovo contenitore culturale nella città
giovedì 13 luglio 2023
07.30
È azzurro il piccolo teatro di Trani, azzurro come il mare che bagna la città, azzurro come il cielo che che gli fa da copertura e che all'imbrunire ha preso a puntellarsi di stelle. Non c'è ancora l'impianto di illuminazione, ma questa "mancanza" ha reso ancora più suggestiva l'atmosfera che si è creata la sera stessa della sua inaugurazione: dapprima descritto da chi l'ha pensato per Trani e da chi l'ha progettato - ed erano presenti il presidente della Confesercenti Mario Landriscina, l'assessore alle attività produttive Giovanna Pizzichillo e il team di architetti, "Phenomena Platform" - il teatro del Duc ha preso poi vita attraverso un incontro bellissimo.
La prima Agorà, nome dato a cicli di incontri all'aperto lo scorso anno dai giovani della associazione Tranensis - capace sempre più di incastonarsi come un bene necessario, in maniera trasversale, tra le pieghe della gente - ha visto protagonista il professor Paolo Farina, che descrivere come docente di lettere e religione, giornalista, direttore editoriale, dirigente scolastico del CPIA BAT Gino Strada, conduttore televisivo, politico, finanche blogger di "Odysseo" sul web e Cavaliere della Repubblica italiana risulta riduttivo una volta che lo si conosce e lo si ascolta.
Paolo Farina è una straordinaria occasione per i suoi allievi, alcuni dei quali, oggi adulti, sono accorsi per incontrarlo con affetto e gratitudine - quanti abbiano la possibilità di conoscerlo, ascoltarlo, leggere i suoi libri scritti personalmente o in collaborazione proprio con gli alunni o le persone con cui ha condiviso determinate esperienze, come i viaggi in Palestina. Da Don Milani a Dante, da Simone Weil al suo amato papà, di cui dice, morto prematuramente di una malattia di lavoro da emigrato in Germania, "spero di assomigliargli un po", Paolo Farina ha parlato di Amore, quello per la conoscenza, per la parola capace di essere fiammifero che accende il buio della ignoranza che è anche mancanza di libertà, e ha parlato dell'amore supremo che è nel gioire della gioia degli altri, come dipinto da Dante nell'ultimo del paradiso. E nel suo raccontare, come un torrente limpido, con quella leggerezza calviniana che davvero consente di essere e raccontare planando le cose dall'alto senza macigni sul cuore, le pareti lievi fatte di tela del Piccolo Teatro blu sono andate come disgregandosi, come in quella stanza che non ha più pareti.
Perché la gente, anche i passanti attratti dalle piccole scintille che hanno preso a brillare da quel teatro spento, ha cominciato a riempirlo sempre più man mano che sopraggiungeva la sera. Tra il pubblico la piccola Iris, forse un anno poco più, un piccolo libro in mano e lo sguardo rapito verso il professore . La "lighter" più piccola che accende di speranza un mondo sempre più virtuale e sempre più disseminato di "haters", odiatori, nuova e dilagante attività professionale on-line che il professore cerca ogni giorno di sconfiggere con i fiammiferi delle parole belle.
A partire da quelli che saranno - e sono già - detrattori di questo Piccolo Teatro blu, "open air" non solo perché arioso, ma perché aperto ai cittadini che ne facciano richiesta per realizzare cose belle: quasi l'anima giovane di un antico teatro che non c'è più e che vuole però provare a innescare vita e vitalità attraverso la condivisione e l'incontro: che sono già, di per sé, cultura.
Prossimo appuntamento con l'agorà il 18 luglio insieme al professor Gargano: sempre alle 20, sempre con i giovani di Tranensis e Stefania De Toma a introdurre gli incontri.
La prima Agorà, nome dato a cicli di incontri all'aperto lo scorso anno dai giovani della associazione Tranensis - capace sempre più di incastonarsi come un bene necessario, in maniera trasversale, tra le pieghe della gente - ha visto protagonista il professor Paolo Farina, che descrivere come docente di lettere e religione, giornalista, direttore editoriale, dirigente scolastico del CPIA BAT Gino Strada, conduttore televisivo, politico, finanche blogger di "Odysseo" sul web e Cavaliere della Repubblica italiana risulta riduttivo una volta che lo si conosce e lo si ascolta.
Paolo Farina è una straordinaria occasione per i suoi allievi, alcuni dei quali, oggi adulti, sono accorsi per incontrarlo con affetto e gratitudine - quanti abbiano la possibilità di conoscerlo, ascoltarlo, leggere i suoi libri scritti personalmente o in collaborazione proprio con gli alunni o le persone con cui ha condiviso determinate esperienze, come i viaggi in Palestina. Da Don Milani a Dante, da Simone Weil al suo amato papà, di cui dice, morto prematuramente di una malattia di lavoro da emigrato in Germania, "spero di assomigliargli un po", Paolo Farina ha parlato di Amore, quello per la conoscenza, per la parola capace di essere fiammifero che accende il buio della ignoranza che è anche mancanza di libertà, e ha parlato dell'amore supremo che è nel gioire della gioia degli altri, come dipinto da Dante nell'ultimo del paradiso. E nel suo raccontare, come un torrente limpido, con quella leggerezza calviniana che davvero consente di essere e raccontare planando le cose dall'alto senza macigni sul cuore, le pareti lievi fatte di tela del Piccolo Teatro blu sono andate come disgregandosi, come in quella stanza che non ha più pareti.
Perché la gente, anche i passanti attratti dalle piccole scintille che hanno preso a brillare da quel teatro spento, ha cominciato a riempirlo sempre più man mano che sopraggiungeva la sera. Tra il pubblico la piccola Iris, forse un anno poco più, un piccolo libro in mano e lo sguardo rapito verso il professore . La "lighter" più piccola che accende di speranza un mondo sempre più virtuale e sempre più disseminato di "haters", odiatori, nuova e dilagante attività professionale on-line che il professore cerca ogni giorno di sconfiggere con i fiammiferi delle parole belle.
A partire da quelli che saranno - e sono già - detrattori di questo Piccolo Teatro blu, "open air" non solo perché arioso, ma perché aperto ai cittadini che ne facciano richiesta per realizzare cose belle: quasi l'anima giovane di un antico teatro che non c'è più e che vuole però provare a innescare vita e vitalità attraverso la condivisione e l'incontro: che sono già, di per sé, cultura.
Prossimo appuntamento con l'agorà il 18 luglio insieme al professor Gargano: sempre alle 20, sempre con i giovani di Tranensis e Stefania De Toma a introdurre gli incontri.