Consiglio comunale di Trani, dentro Basso (An) e Novelli (Pd)

Il Tar accoglie i loro ricorsi: fuori Corallo e Tommaso Laurora

venerdì 7 marzo 2008
Il Consiglio comunale cambia due volti: a quasi otto mesi dall'insediamento, nell'assemblea elettiva tranese avvengono due «sostituzioni» per mano del Tar Puglia che ha accolto i ricorsi di Franco Basso (Alleanza nazionale) e Claudio Novelli (Partito democratico) che surrogherannoi, nel primo consiglio comunale utile, rispettivamente Chicco Corallo e Tommaso Laurora. Il Tar ha esaminato e accolto i ricorsi presentati da Basso e Novelli per il riconoscimento di voti «ottenuti ma non assegnati in alcune sezioni». I passaggi che hanno portato alle variazioni sono stati ricordati da «La Gazzetta».
BASSO e CORALLO - Basso (237 voti) rivendicava 10 voti mancanti nella sezione 12 (scuola media Baldassarre) grazie ai quali avrebbe superato Corallo (244 voti, ultimo degli eletti in Alleanza nazionale). Basso, oltre al ricorso amministrativo, aveva anche presentato un esposto-denuncia contro ignoti per la verifica di eventuali brogli elettorali, confortato dalla sicurezza di trovare, nella sezione 12, tutti e 17 i voti da lui calcolati (c'era un suo parente a fare da rappresentante di lista). Dal riconteggio delle schede di quella sezione risultò che Basso aveva, effettivamente, 10 voti in in più rispetto ai 7 conteggiati. Quei dieci voti gli avevano così permesso di scavalcare Corallo: 247 a 244. Corallo a sua volta aveva presentato un ricorso incidentale, rigettato dal Tar che ha confermato il diritto di Basso a sedere in consiglio comunale.
NOVELLI e LAURORA - Più intricata la vicenda in casa Pd dove era in atto una corsa a tre per un solo posto di eletto nella lista della Margherita. La commissione elettorale, al termine degli scrutini, aveva «premiato» Tommaso Laurora (235 voti), gli stessi di Dario Perna (235), tre in più di Novelli (232). Laurora era giunto in consiglio comunale rispetto a Perna per la migliore collocazione nella lista elettorale dell'allora Margherita. La partita era passata così in mano al Tar: Perna aveva fatto ricorso per il riconoscimento di tre voti mancanti in due sezioni, Laurora aveva fatto un ricorso incidentale per il riconoscimento di cinque voti in sei sezioni, Novelli, a sua volta, aveva fatto ricorso per il riconoscimento di sette voti in due sezioni. Alla fine l'ha spuntata Novelli: 238 voti per lui, sei in più rispetto a quelli «trovati» dalla commissione elettorale, ma soprattutto due in più rispetto a Laurora e Perna (saliti intanto a 237). Laurora aveva presentato un nuovo ricorso, rigettato dal Tar che ha confermato, così come per Basso, il diritto di Novelli a sedersi fra i banchi di Palazzo Palmieri.