Conti sbloccati, ma Trani #aCapo non si fida

La persistente precarietà della cosa pubblica preoccupa gli esponenti del movimento

sabato 5 dicembre 2015 11.35
A cura di Vincenzo Membola
Le dichiarazioni di soddisfazione, espresse dal sindaco Amedeo Bottaro, a seguito della rimozione del vincolo di spesa imposto dalla Corte dei Conti non convincono gli esponenti di Trani #aCapo. Aldo e Antonio Procacci, insieme a Maria Grazia Cinquepalmi, questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa, nella sede del movimento in piazza della Repubblica, per spiegare le motivazioni della loro scarsa fiducia.

«Quello che è scritto all'interno del documento - arringa Antonio Procacci - emesso dall'ente regionale ci motiverebbe, a tutti gli effetti a chiedere le dimissioni del sindaco. Ma non lo faremo, sappiamo bene che la mancanza di un'amministrazione, in questo momento, creerebbe crepe ancora più profonde nello stato di salute della città, su tutti i livelli. È, però, doveroso, considerare che quanto espresso da Bottaro non si attiene al tono preoccupato della pronuncia: le spese sono state sì sbloccate, ma solo ed esclusivamente per aver presentato i documenti richiesti. Fermo restando le perplessità già note, dichiara la Corte dei Conti - la situazione appare ancora problematica, in particolare preoccupata per la possibilità che si formino altri debiti fuori bilancio e che, soprattutto, non si sia ancora il piano di razionalizzazione delle aziende».

«Il sindaco - continua il portavoce del movimento -, che ha rilasciato in consiglio comunale dichiarazioni confuse, avrebbe dovuto dichiarare in quella sede, in maniera ufficiale, che non era più necessaria l'approvazione e la trasmissione dei piani di razionalizzazione in tempi stringenti, invece ora ci troviamo di nuovo, a quanto scritto sull'orlo del baratro. L'assise dei consiglieri dovrà riunirsi, entro il 31 dicembre, per recepire il nuovo provvedimento e procedere a passo spedito verso quanto raccomandato. Chiediamo, questo sì, che qualcuno paghi per questa situazione: è possibile che dirigente e assessore competente restino al loro posto nonostante il perdurare di una situazione di precarietà?».

«Il Comune non ha ancora motivato come alcuni residui, sia attivi che passivi, siano stati cancellati e come altri siano stati spostati nel bilancio 2015. Un dubbio che condividiamo con l'ente di revisione dei conti. Inoltre, ricordiamo di aver chiesto, il 5 novembre, di ricevere il dettaglio dei residui attivi eliminati a chiusura consultivo 2014 con dettaglio delle cifre, del debitore e dell'anno di riferimento. Sempre entro il 31 dicembre, inoltre, l'amministrazione dovrà quantificare i debiti fuori bilancio maturati nel corso dell'anno. Tra questi, siamo a conoscenza di 1,4 milioni di euro, che costituiranno sicuramente un sostanzioso debito fuori bilancio, a favore del proprietario di uno dei suoli espropriati per il contratto di quartiere».

«Passando alle partecipate, abbiamo presentato, come preannunciato, un esposto alla Corte dei Conti sulla situazione dell'Amiu, rispetto alla quale il sindaco ci aveva accusato, metaforicamente, di aver "strappato 9 testi giuridici". Nelle carte consegnate, abbiamo provveduto ad evidenziare quali sarebbero le responsabilità di amministrazione pubblica e dell'azienda nella mala-gestione della società per i rifiuti. Vorremmo specificare che la riunione del collegio sindacale, andata deserta in prima convocazione e tenutasi in seconda, era saltata proprio in mancanza del socio unico, ovvero il Comune di Trani, ovvero il primo cittadino. Ci piacerebbe anche conoscere il contenuto dell'esposto in Procura che, dicono, sia stato fatto dall'amministrazione e cosa si stia facendo e cosa si sia fatto, ad esclusione delle dichiarazioni a mezzo stampa, per risanare la discarica. Vorremmo che a dircelo fosse proprio l'amministratore unico, Guadagnolo, in forma scritta, con la specifica degli interventi eseguiti, dei relativi costi e della provenienza dei fondi impegnati per queste operazione. Ci piacerebbe anche ricevere il decreto di sequestro della discarica, con tutte le prescrizioni per la messa in sicurezza, per controllare che si stia seguendo quanto chiesto dall'ente giuridico.Prima di pensare alla riapertura, come dichiarato, vorremmo che se ne discutesse in consiglio comunale, è quella la sede in cui prendere le decisioni. Vogliamo eprimere le nostre opinioni e vorremmo che la città sappia a cosa va incontro. Il sindaco non può comportarsi da padrone della città».

«Ci sono, inoltre, ancora tante questioni in sospeso. Come le somme dovute dai costruttori, nell'ambito del contratto di quartiere. A prescindere dalle dichiarazioni in difesa di questi ultimi, da parte di consiglieri comunali di maggioranza, l'unica cosa certa, ad ora, sono i documenti ufficiali in cui si dice che le aziende devono riconoscere i propri debiti. Sulla base di cosa se ne trascura uno, si intenta una causa con l'altro e con il terzo si procede a trattativa per la rateizzazione del dovuto. Trattativa di cui, in seguito a nostra richiesta, il dirigente di riferimento ha dichiarato di non saper nulla e che "si disconoscono le ragioni" di questo comportamento. Nutriamo dubbi anche sulla validità delle polizze fideiussorie: le società che le hanno stipulate sono note, persino in rete, per i problemi riguardo il rispetto delle polizze sottoscritte. La somma di quasi un milione e mezzo, a cui facevamo riferimento prima , si sarebbe dovuta coprire proprio con un paio di queste polizze non riscosse. E ci sono ancora altre cause e altri espropri che dovremo pagare, con fondi che non siamo ancora riusciti a recuperare dalle imprese».

«Sui tribunali, poi, che siano all'interno dei palazzi del Comune "sine titulo" come ha dichiarato il sindaco, è preoccupante. C'è il rischio altissimo che Trani stia realmente rischiando di perdere il suo ruolo come sede della giustizia nel nord barese. Dopo aver perso 20 anni fa l'ospedale, ora il rischio è di perdere il tribunale. Il 20 novembre, in conferenza di servizi, con un verbale firmato da presidente del tribunale e dal procuratore della Repubblica, ci si chiede se sia il caso di abbandonare gli immobili tuttora occupati e di chiedere al ministero di ricercare altre soluzioni, anche fuori dal Comune di Trani. A quella riunione Bottaro doveva esserci e non c'era. Chiederemo che si porti una discussione sul futuro della giustizia a Trani, prima che ci si lamenti a stalla aperta e vacche scappate. Occorre intraprendere alcune misure urgenti in attesa di prendere una decisione definitiva, come risolvere il problema delle spese degli uffici giudiziari».

«Presenteremo, infine, un'interrogazione di questo viaggio in Giappone: con quali soldi è stato fatto? Per quale motivo si è scelto di rappresentare questo consorzio e non tutte le aziende tranesi? Vorremmo che ci fosse spiegato. Attendiamo, come sempre, risposta».