Covid-19, Lopalco: «I virus sono daltonici»
«Il sistema del semaforo spero che dopo la pausa natalizia venga messo in soffitta»
mercoledì 9 dicembre 2020
«Personalmente spero vivamente che il sistema del semaforo dopo la pausa natalizia venga messo in soffitta. Il virus è daltonico, ricordiamocelo». Lo scrive su facebook l'epidemiologo e assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco.
«Chi mi conosce - spiega - sa che non ho mai plaudito la scelta di dividere le regioni italiane in fasce di rischio, per diversi motivi. Primo, tutto il Paese è in piena seconda ondata pandemica e le differenze fra regioni sono principalmente legate ad una non perfetta sincronia. Per esempio l'ondata in Puglia è partita dopo e con ogni probabilità terminerà dopo.
Secondo, il sistema dei famosi 21 indicatori era stato pensato per tutt'altro scopo e non tanto si adatta ad essere la base di una decisione politica su chiusure e limitazione di movimenti. Terzo, ma non ultimo, la comunicazione intorno al sistema dei colori non è stata felice».
E aggiunge: «Un altro limite del semaforo della pandemia è che rispetta necessariamente i confini amministrativi regionali. I virus, però, i confini non li vedono nemmeno. E comunque non vedono i colori. La Puglia, ad esempio, è stretta e lunga. Dal Gargano al Salento le differenze demografiche, economiche, strutturali sono davvero importanti e molte di queste rappresentano importanti determinanti per la diffusione virale».
20 COMUNI PUGLIESI CON INCIDENZA ALTA
«Chi conosce i dati nel dettaglio capisce come una classificazione su base regionale in un tono unico di colore è molto limitante. Se fasce di colore devono essere, a quel punto bisogna essere precisi. Da qui la decisione, in accordo con sindaci e p residenti di provincia - e dopo aver sentito il ministro della Salute - di applicare misure da fascia arancione ad un gruppo di comuni che di giallo avevano poco.
Purtroppo i famosi 21 indicatori non possono essere calcolati su base comunale e, per operare una distinzione su base comunale, abbiamo applicato un semplice parametro, ovvero il rapporto fra incidenza nel Comune (casi/popolazione) ed incidenza media regionale».
E' quanto ha aggiunto l'assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, spiegando perché e come si è arrivati, a partire da oggi, a spostare in zona arancione 20 Comuni delle province di Bari, Bat e Foggia.
«Nelle province di Foggia e Barletta-Andria-Trani - prosegue - che mostravano nel loro complesso per i 21 indicatori una situazione prossima alla fascia arancione abbiamo selezionato quei comuni la cui incidenza era maggiore di 1,3 volte rispetto alla media regionale. Per il resto dei comuni che cadevano in province spiccatamente «gialle», abbiamo selezionato quelli che avevano un'incidenza maggiore di 2 volte a quella regionale. Giusto? Sbagliato? Non saprei, ma almeno è stato un criterio oggettivo e condiviso».
«Chi mi conosce - spiega - sa che non ho mai plaudito la scelta di dividere le regioni italiane in fasce di rischio, per diversi motivi. Primo, tutto il Paese è in piena seconda ondata pandemica e le differenze fra regioni sono principalmente legate ad una non perfetta sincronia. Per esempio l'ondata in Puglia è partita dopo e con ogni probabilità terminerà dopo.
Secondo, il sistema dei famosi 21 indicatori era stato pensato per tutt'altro scopo e non tanto si adatta ad essere la base di una decisione politica su chiusure e limitazione di movimenti. Terzo, ma non ultimo, la comunicazione intorno al sistema dei colori non è stata felice».
E aggiunge: «Un altro limite del semaforo della pandemia è che rispetta necessariamente i confini amministrativi regionali. I virus, però, i confini non li vedono nemmeno. E comunque non vedono i colori. La Puglia, ad esempio, è stretta e lunga. Dal Gargano al Salento le differenze demografiche, economiche, strutturali sono davvero importanti e molte di queste rappresentano importanti determinanti per la diffusione virale».
20 COMUNI PUGLIESI CON INCIDENZA ALTA
«Chi conosce i dati nel dettaglio capisce come una classificazione su base regionale in un tono unico di colore è molto limitante. Se fasce di colore devono essere, a quel punto bisogna essere precisi. Da qui la decisione, in accordo con sindaci e p residenti di provincia - e dopo aver sentito il ministro della Salute - di applicare misure da fascia arancione ad un gruppo di comuni che di giallo avevano poco.
Purtroppo i famosi 21 indicatori non possono essere calcolati su base comunale e, per operare una distinzione su base comunale, abbiamo applicato un semplice parametro, ovvero il rapporto fra incidenza nel Comune (casi/popolazione) ed incidenza media regionale».
E' quanto ha aggiunto l'assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, spiegando perché e come si è arrivati, a partire da oggi, a spostare in zona arancione 20 Comuni delle province di Bari, Bat e Foggia.
«Nelle province di Foggia e Barletta-Andria-Trani - prosegue - che mostravano nel loro complesso per i 21 indicatori una situazione prossima alla fascia arancione abbiamo selezionato quei comuni la cui incidenza era maggiore di 1,3 volte rispetto alla media regionale. Per il resto dei comuni che cadevano in province spiccatamente «gialle», abbiamo selezionato quelli che avevano un'incidenza maggiore di 2 volte a quella regionale. Giusto? Sbagliato? Non saprei, ma almeno è stato un criterio oggettivo e condiviso».