"Crack Ferri", chieste dieci condanne
5 anni e 5 mesi per i fratelli Ferri, 6 anni e 3 mesi per il direttore generale
sabato 13 dicembre 2014
Per il crack del Gruppo Ferri il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Antonio Savasta, ha chiesto 10 condanne nonostante alcuni reati risultino già prescritti. Al termine della requisitoria del processo di primo grado il Pubblico Ministero, titolare della voluminosa e complessa inchiesta, che nel 2002 iniziò ad indagare sulle illecite ragioni dell'inatteso tracollo del gruppo che contava punti vendita in tutte le città del nord barese, ha chiesto al tribunale collegiale di Trani presieduto da Giulia Pavese di condannare a 5 anni e 5 mesi di reclusione i fratelli Ricardo, Antonio, Francesco e Filippo Ferri; a 6 anni e 3 mesi Fabio Melcarne, direttore generale delle società gestite e amministrare dalla famiglia Ferri; a 2 anni e 6 mesi il gestore della contabilità Roberto Tarricone e Antonio Purificato, responsabile finanziario delle società dei Ferri; a 3 anni per Giovanni Pomo, legale rappresentante della società Pomogest; a 2 anni per Nicola Colella, legale rappresentante della Granalgest e per l'imprenditore Andrea Scommegna, titolare di un esercizio commerciale.
Per diverse ragioni il Pm ha, invece, chiesto l'assoluzione per altri 3 imputati: Savino Leone, tenutario delle scritture contabili; per Francesco Scionti, gestore e coordinatore dei rapporti coi punti vendita; e per il sindacalista Giuseppe Scognamillo. Con la richiesta di rinvio a giudizio, accolta nel 2009 dal gup Maria Grazia Caserta, il Pm contestò, a vario titolo, i reati di truffa, falso, bancarotta ed altri illeciti di natura fallimentare. Prossima udienza l'8 gennaio quando la parola passerà alla difesa degli imputati.
Per diverse ragioni il Pm ha, invece, chiesto l'assoluzione per altri 3 imputati: Savino Leone, tenutario delle scritture contabili; per Francesco Scionti, gestore e coordinatore dei rapporti coi punti vendita; e per il sindacalista Giuseppe Scognamillo. Con la richiesta di rinvio a giudizio, accolta nel 2009 dal gup Maria Grazia Caserta, il Pm contestò, a vario titolo, i reati di truffa, falso, bancarotta ed altri illeciti di natura fallimentare. Prossima udienza l'8 gennaio quando la parola passerà alla difesa degli imputati.