Crocifisso nelle scuole, iniziativa di Sergio Silvestris

«Sì ai simboli religiosi se rappresentativi dell'identità nazionale»

giovedì 12 novembre 2009
Con una recente sentenza, la Corte europea di Strasburgo ha vietato l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane. Sulla vicenda si sono registrate numerose iniziative da parte di Parlamentari europei. L'On. Sergio Silvestris (PdL) ha promosso la presentazione di una «Dichiarazione scritta» al Parlamento, con cui si ribadisce «il pieno diritto di tutti gli Stati membri ad esporre anche simboli religiosi all'interno dei luoghi pubblici o delle sedi istituzionali, laddove tali simboli siano rappresentativi della tradizione e dell'identità di tutto il Paese, e dunque elementi unificanti dell'intera comunità nazionale».

La dichiarazione scritta è una risoluzione che, se firmata da almeno 369 deputati, cioè dalla maggioranza dei parlamentari, diventa un atto ufficiale che impegna tutte le Istituzioni europee, senza neanche la necessità di un voto confermativo dell'Aula.

L'iniziativa, promossa dall'On Sergio Silvestris, ha riscosso largo consenso. Infatti, con lui, hanno firmato questa proposta che Parlamentari dei diversi schieramenti politici, tra cui Mario Mauro (PDL), David-Maria Sassoli (PD), Gianni Pittella (PD), Magdi Cristiano Allam (UDC), Carlo Casini (UDC) e Mario Borghezio (Lega). La dichiarazione scritta è stata presentata a Bruxelles, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato Sergio Silvestris e tutti i promotori.

«Su questo delicato tema - commenta l'On. Silvestris - che tanto tocca le coscienze degli italiani, ho cercato e ottenuto la più ampia condivisione. I consensi sono arrivati da esponenti del PD, Lega e UDC, oltre che un'intesa anticipata da molti Deputati dell'Italia dei Valori, che con il loro sostegno ci lasciano ben sperare sulla possibilità di raccogliere le 369 firme necessarie».

La Corte non è in grado di comprendere come l'esposizione, nelle classi delle scuole statali, di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo, possa servire al pluralismo educativo che è essenziale per la conservazione di una società democratica così come è stata concepita dalla Convenzione Europea dei diritti umani, un pluralismo che è riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana» ha concluso nel suo intervento Mario Mauro.

«Una volta sottoscritta dalla maggioranza dei parlamentari - ha concluso l'On. Sergio Silvestris - la dichiarazione scritta sgombrerà definitivamente il campo dagli equivoci, garantendo all'Italia il pieno diritto di tenere viva una tradizione, che affonda le radici nella storia e nell'identità del nostro Paese».