Crollo dello stabile di Barletta, la procura di Trani fa giustizia
Quattro arresti: i nomi. Il procuratore Capristo: «La tragedia poteva essere evitata»
sabato 3 dicembre 2011
11.33
A distanza di due mesi dal crollo della palazzina di via Roma a Barletta che ha causato la morte di cinque donne, sono stati arrestati ai domiciliari quattro dei dieci indagati, mentre una quinta persona è stata interdetta dall'esercizio della professione.
I provvedimenti sono stati eseguiti, congiuntamente, dagli agenti di Polizia, dai Carabinieri e dai militari della Guardia di finanza di Barletta su disposizione del gip del tribunale di Trani, Angela Schiralli. Sono finiti ai domiciliari i fratelli Salvatore, Andrea e Giovanni Chiarulli (responsabile e dipendenti dell'impresa che stava eseguendo i lavori nel cantiere adiacente al palazzo crollato), Carmine Giannini (titolare dell'impresa costruttrice proprietaria dell'area) mentre Giovanni Paparella (progettista e direttore dei lavori) è stato interdetto dall'esercizio della professione di architetto. Tutti dovranno rispondere a vario titolo di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Le misure sono state richieste dal pm Giuseppe Maralfa della procura di Trani, che ha fatto notificare (tramite i finanzieri del gruppo di Barletta) anche l'invito per l'interrogatorio davanti al gip per i dirigenti, funzionari e tecnici comunali, già indagati, che non avrebbero fatto nulla per evitare il crollo.
Le indagini, coordinate dalla procura di Trani, sono state suffragate da consulenze tecniche e qualificate che hanno consentito di individuare le responsabilità del crollo. Com'è noto, il 3 ottobre scorso, nel disastro di via Roma persero la vita quattro operaie dell'opificio manifatturiero ubicato al piano terra della palazzina nonché la figlia 14enne dello stesso titolare. Solo per circostanze fortuite il crollo non provocò anche la morte degli inquilini rimasti feriti (undici in tutto).
«Il crollo della palazzina di via Roma poteva essere evitato». Così il procuratore capo del tribunale di Trani, Carlo Maria Capristo, ha commentato gli arresti dei presunti responsabili del disastro di via Roma. «Le cause della tragedia - ha detto Capristo - non possono essere attribuite solo ad imperizia o imprudenza. L'episodio ricade nel terreno della colpa cosciente, con comportamenti spregiudicati da parte dei responsabili e nel disinteresse di chi doveva controllare».
I provvedimenti sono stati eseguiti, congiuntamente, dagli agenti di Polizia, dai Carabinieri e dai militari della Guardia di finanza di Barletta su disposizione del gip del tribunale di Trani, Angela Schiralli. Sono finiti ai domiciliari i fratelli Salvatore, Andrea e Giovanni Chiarulli (responsabile e dipendenti dell'impresa che stava eseguendo i lavori nel cantiere adiacente al palazzo crollato), Carmine Giannini (titolare dell'impresa costruttrice proprietaria dell'area) mentre Giovanni Paparella (progettista e direttore dei lavori) è stato interdetto dall'esercizio della professione di architetto. Tutti dovranno rispondere a vario titolo di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Le misure sono state richieste dal pm Giuseppe Maralfa della procura di Trani, che ha fatto notificare (tramite i finanzieri del gruppo di Barletta) anche l'invito per l'interrogatorio davanti al gip per i dirigenti, funzionari e tecnici comunali, già indagati, che non avrebbero fatto nulla per evitare il crollo.
Le indagini, coordinate dalla procura di Trani, sono state suffragate da consulenze tecniche e qualificate che hanno consentito di individuare le responsabilità del crollo. Com'è noto, il 3 ottobre scorso, nel disastro di via Roma persero la vita quattro operaie dell'opificio manifatturiero ubicato al piano terra della palazzina nonché la figlia 14enne dello stesso titolare. Solo per circostanze fortuite il crollo non provocò anche la morte degli inquilini rimasti feriti (undici in tutto).
«Il crollo della palazzina di via Roma poteva essere evitato». Così il procuratore capo del tribunale di Trani, Carlo Maria Capristo, ha commentato gli arresti dei presunti responsabili del disastro di via Roma. «Le cause della tragedia - ha detto Capristo - non possono essere attribuite solo ad imperizia o imprudenza. L'episodio ricade nel terreno della colpa cosciente, con comportamenti spregiudicati da parte dei responsabili e nel disinteresse di chi doveva controllare».